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shree 108 swami ramdas kathia baba - World Nimbarka Parishad

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Un‟altra esperienza si riferisce all‟occasione in cui mia moglie, l‟unico membro femminile nella<br />

casa a quel tempo, era a letto con la febbre. La mia camera da letto era situata ad ovest della sua,<br />

con una piccola camera in mezzo. Le porte intercomunicanti abitualmente venivano lasciate aperte<br />

per facilitare la comunicazione. Una volta, a mezzanotte, la febbre salì bruscamente, causando una<br />

sensazione acuta di bruciore in tutto il suo corpo. Nonostante la sofferenza, sopportò tutto in<br />

silenzio senza neanche un gemito per non disturbare il mio sonno. Il malessere peggiorava<br />

inesorabilmente, lei era in profonda agonia ed aveva raggiunto il limite della sua resistenza, quando<br />

all‟improvviso, Babaji Maharaj si materializzò, la sollevò sul suo grembo ed incominciò ad<br />

accarezzarle la testa. Tutto il suo calvario si dissolse e si rilassò beatamente. Appena si senti meglio<br />

e si stava preparando per prostrarsi, Babaji Maharaj svanì come ad un segnale, lasciandola un po‟<br />

frustrata.<br />

Ancora in un‟altra occasione, stavo cavalcando un elefante viaggiando dalla nostra casa di<br />

campagna verso la casa dei suoceri. Eravamo solo in due, il mahout, seduto sul collo del<br />

pachiderma, ed io, appollaiato sul dorso. Mentre l‟animale procedeva pesantemente lungo il<br />

sentiero, vicino alla casa dei parenti, mi trovavo soprapensiero senza guardare avanti.<br />

All‟improvviso fui strappato alle mie fantasticherie nel scoprire a pochi centimetri dalla mia<br />

faccia, il robusto ramo di un albero, a metà strada tra me ed il mahout. Egli si era abbassato<br />

abbracciando la testa dell‟elefante, lasciando così che il ramo lo superasse. Piccoli rametti che si<br />

separavano dal ramo principale, stavano già sfiorando il mio volto e dato che l‟animale si stava<br />

muovendo piuttosto velocemente, non avevo abbastanza tempo per seguire l‟esempio del mahout.<br />

Mi vidi precipitare al suolo, colpito dal ramo, corpo e volto lacerati dalle sue protuberanze.<br />

Così colto all‟improvviso, chiusi strettamente gli occhi e aspettai senza prender fiato che<br />

accadesse l‟inevitabile. Incredibilmente, non accadde nulla, né il grosso ramo né alcuna delle sue<br />

ramificazioni arrivarono a toccarmi. Appena riaprii gli occhi pochi secondi più tardi, il ramo era già<br />

dietro di me, l‟elefante era passato oltre. Cercai invano una spiegazione di questo fenomeno. Era<br />

assolutamente impossibile superare il ramo senza sbatterci contro, però avevo fatto proprio questo,<br />

come se fossi passato nel vuoto. Non c‟era una spiegazione logica. Decisi di non dire nulla<br />

sull‟accaduto, perché ogni discussione sarebbe stata futile.<br />

Qualche giorno più tardi, mi trovavo a Vrindavan con Babaji Maharaj, quando, senza che lo<br />

chiedessi, disse, “Figlio mio, come potrebbe ferirti il ramo di un qualunque albero? Dio ti tiene<br />

compagnia come fosse la tua ombra e ti salva da ogni pericolo.”<br />

Nelle sue parole, la risposta per la quale la mia mente annaspava. Ero supremamente<br />

riconoscente di essere sotto la protezione di un Satguru la cui compassione e potere non conoscono<br />

limiti.<br />

La mia vita dopo l‟iniziazione e punteggiata piuttosto generosamente da simili eventi, nei quali<br />

Guruji era coinvolto. Lascia comunque ch‟io ne prenda qualcuno in prestito dalle esperienze del<br />

mio condiscepolo più anziano, Shree Abhoynarayan.<br />

Ad un certo punto, Shree Abhoynarayan viveva nell‟India nord occidentale lavorando per le<br />

ferrovie. Era alloggiato in una località molto isolata, circondata da colline e foreste, priva di ogni<br />

insediamento umano per diversi chilometri. Un giorno lasciò il suo alloggio con un incarico di<br />

supervisione, questa era infatti la natura del suo impiego, e lo stesso fece il suo servitore nel<br />

pomeriggio con la richiesta di andare a visitare il suo luogo natio. Essendo piena estate, dormire<br />

all‟interno della stanza era fuori questione e perciò Shree Abhoynarayan portò una branda sotto un<br />

albero di fronte alla casa e si distese per dormire la notte. Però, tutto solo in una notte nera come la<br />

pece, in un luogo non familiare ed in una giungla non popolata, oltre all‟essere a disagio per il caldo<br />

opprimente, gli venne un po‟ di panico. Improvvisamente, fu consapevole della presenza di<br />

qualcuno seduto vicino alla sua testa che gli faceva aria con un ventaglio di foglie di palma.<br />

Girando la testa, vide che si trattava nientemeno che di Babaji Maharaj che agitava il ventaglio.<br />

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