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pus Dom<strong>in</strong>i ed altre celebrazioni e riti eucaristici fossero diffusi e<br />

celebrati ogni anno <strong>in</strong> <strong>tutto</strong> il mondo cristiano.<br />

<strong>Per</strong> custodire il corporale fu <strong>in</strong>nalzato a Orvieto, sul luogo più alto a partire<br />

dal 1290, il Duomo, disegnato da Arnolfo di Cambio (1290) <strong>in</strong> forme tardo<br />

romaniche. Le reliquie che testimonierebbero l’evento ritenuto prodigioso<br />

sono conservate, ancora oggi, nel<strong>la</strong> Cappel<strong>la</strong> del Corporale all’<strong>in</strong>terno del<br />

Duomo di Orvieto.<br />

ORVIETO<br />

Aggrappato ad un altopiano tufaceo, il profilo del Duomo, emblema del<strong>la</strong><br />

città nel mondo, si del<strong>in</strong>ea f<strong>in</strong> da lontano per il visitatore che si <strong>in</strong>camm<strong>in</strong>a<br />

verso <strong>la</strong> rocca.<br />

<strong>Per</strong> apprezzare f<strong>in</strong>o <strong>in</strong> fondo l’eccezionale panoramicità del<strong>la</strong> città vale <strong>la</strong><br />

pena di salire sul<strong>la</strong> sommità del<strong>la</strong> duecentesca Torre del Moro, il punto<br />

più alto e centrale di Orvieto, da cui lo sguardo si perde tra il verdeggiante<br />

orizzonte che <strong>la</strong> circonda.<br />

Il cuore di Orvieto è Piazza del Duomo, uno spazio pregevole su sui si affacciano<br />

antichi Pa<strong>la</strong>zzi e si eleva l’imponente struttura del Duomo <strong>la</strong> cui<br />

meravigliosa facciata, scolpita come una m<strong>in</strong>iatura, risplende di marmi<br />

policromi e mosaici, monopolizzando l’attenzione per <strong>la</strong> purezza delle<br />

sue l<strong>in</strong>ee. All’nterno del Duomo, nel<strong>la</strong> cappel<strong>la</strong> di San Brizio, si possono<br />

ammirare i capo<strong>la</strong>vori di Luca Signorelli, che ha dip<strong>in</strong>to Le Storie dell’Anticristo,<br />

il F<strong>in</strong>imondo, <strong>la</strong> Resurrezione del<strong>la</strong> Carne, Gli Eletti, I Reprobi,<br />

e uno spettaco<strong>la</strong>re Giudizio Universale, mentre Beato Angelico, sempre<br />

nel<strong>la</strong> stessa cappel<strong>la</strong>, ha decorato con angeli le vele del soffitto.<br />

Ad Orvieto il sacro è di casa. Era l’etrusca Velsna, vols<strong>in</strong>ii Etruriae capita<br />

(Tito Livio), sede del santuario federale fanum voltumnae. È stata<br />

<strong>la</strong> medievale Urbs Vetus, seco<strong>la</strong>re roccaforte residenza dei pontefici;<br />

custode del corporale del miracolo di Bolsena; diocesi e prov<strong>in</strong>cia dello<br />

stato pontificio, luogo <strong>in</strong> cui fu istituita <strong>la</strong> solennità universale del<br />

corpus et sanguis dom<strong>in</strong>i con bol<strong>la</strong> transiturus di Papa Urbano IV, l’11<br />

agosto 1264.<br />

Oltre a Urbano IV, protagonisti dell’evento, religioso, storico e culturale<br />

che l’istituzione di una solennità universale di carattere ecumenico<br />

comporta, trattandosi di Eucarestia, sono ad Orvieto altri due<br />

giganti del pensiero, filosofico e teologico, del tempo da menzionare: Tommaso<br />

d’Aqu<strong>in</strong>o, il doctor angelicus e Bonaventura da Bagnoregio, il doctor<br />

seraphicus. Entrambi cattedratici presso lo Studium orvietano.<br />

San Tommaso, domenicano, fu <strong>in</strong>caricato di redigere l’Officio del<strong>la</strong> messa<br />

solenne del Corpus Dom<strong>in</strong>i, ed ha qui ad Orvieto concepito, tra le più alte<br />

liriche eucaristiche, il Pange L<strong>in</strong>gua, <strong>in</strong>no eucaristico del<strong>la</strong> cristianità.<br />

San Bonaventura, francescano, venti giorni dopo l’<strong>in</strong>dizione del Corpus Dom<strong>in</strong>i<br />

(11 agosto 1264) predicò il Sermo de sanctissimo corpore Christi al<strong>la</strong><br />

presenza di Papa Urbano e del concistoro generale.<br />

RISTORANTE “AL SAN FRANCESCO”<br />

I francescani erano di casa ad Orvieto. I Mendicanti di Francesco dovevano<br />

essere <strong>in</strong> città almeno f<strong>in</strong> dal 1216 (ben prima dell’approvazione<br />

del<strong>la</strong> Rego<strong>la</strong>) nel luogo stesso dove sarà edificato il presente complesso<br />

di San Francesco, chiesa e convento. In Via Ippolito Scalza si <strong>in</strong>contrano<br />

le alte mura dell’ex convento dei Francescani, complesso che oggi<br />

ospita il caratteristico ed omonimo ristorante con self-service “al San<br />

Francesco”, annesso al<strong>la</strong> chiesa consacrata al Santo, sito nel punto più<br />

alto del<strong>la</strong> rupe orvietana, ed a meno di 100 metri dal mitico Duomo di<br />

Orvieto. La struttura, che evoca l’antica tradizione del<strong>la</strong> convivialità,<br />

comprende ampie sale che possono accogliere f<strong>in</strong>o a complessivi 450<br />

ospiti, con soluzioni artico<strong>la</strong>te che vanno dal grande banchetto al tavolo<br />

riservato. Al “San Francesco” è come essere <strong>in</strong>vitati a tavo<strong>la</strong> dal<strong>la</strong> città<br />

di Orvieto. Le materie prime provengono pr<strong>in</strong>cipalmente dal territorio,<br />

<strong>la</strong> cuc<strong>in</strong>a è sana e genu<strong>in</strong>a, le porzioni abbondanti, il servizio è professionale,<br />

ma nello stesso tempo cordiale e affabile <strong>in</strong> un’atmosfera di<br />

grande simpatia. Da anni è uno dei parterre privilegiati di Umbria Jazz<br />

W<strong>in</strong>ter, importante manifestazione jazzistica che si svolge ad Orvieto a<br />

f<strong>in</strong>e dicembre e che attira sempre maggior pubblico.<br />

www.ristorantealsanfrancesco.it | Tel. 335 6536601

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