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FOCUS<br />

Arte Italiana nel Mondo<br />

Insa<strong>la</strong>te,<br />

verdure<br />

e ortaggi:<br />

utili e belli<br />

Stando alle idee più diffuse sul<strong>la</strong> flora, fiori e ortaggi parrebbero<br />

occupare posizioni diametralmente opposte: rappresentanti<br />

del<strong>la</strong> bellezza i primi; dell’utilità i secondi. Prova<br />

ne sia che gli spazi verdi dedicati ai due tipi di vegetali, <strong>in</strong> italiano,<br />

ma anche <strong>in</strong> altre l<strong>in</strong>gue, portano nomi dist<strong>in</strong>ti: giard<strong>in</strong>i,<br />

quelli <strong>in</strong> cui protagonisti sono i fiori; orti, quelli <strong>in</strong> cui dom<strong>in</strong>ano<br />

le piante dest<strong>in</strong>ate al<strong>la</strong> cuc<strong>in</strong>a. La storia delle aree verdi coltivate<br />

però mostra fra i due poli estremi molte <strong>in</strong>terferenze, che<br />

danno vita a un’ampia gamma di soluzioni <strong>in</strong>termedie. L’utilità<br />

può riguardare anche i fiori e <strong>la</strong> bellezza si riscontra anche fra<br />

gli ortaggi. Il primo elemento a rendere <strong>la</strong>bile <strong>la</strong> frontiera fra orto<br />

e giard<strong>in</strong>o si deve al fatto che da sempre giard<strong>in</strong>ieri, orto<strong>la</strong>ni e<br />

contad<strong>in</strong>i sanno che <strong>la</strong> coltivazione ravvic<strong>in</strong>ata di fiori e ortaggi<br />

porta benefici reciproci: l’aroma forte di alcuni ortaggi allontana<br />

dai fiori i parassiti; i fiori attraggono gli <strong>in</strong>setti impoll<strong>in</strong>atori, che<br />

poi impoll<strong>in</strong>ano anche le <strong>in</strong>florescenze poco appariscenti degli<br />

ortaggi. Sta di fatto che bellezza e utilità sono meno distanti di<br />

quanto non sembri. La partizione geometrica degli spazi coltivati<br />

<strong>in</strong> sentieri e aiuole, già nota all’antichità egizia, poi greca e romana,<br />

<strong>in</strong>f<strong>in</strong>e tratto dist<strong>in</strong>tivo pr<strong>in</strong>cipale del giard<strong>in</strong>o all’italiana,<br />

dall’Italia esportato <strong>in</strong> tanti paesi del mondo, nasce proprio negli<br />

orti, dove le piante sono disposte secondo schemi geometrici per<br />

facilitare <strong>la</strong> coltivazione e il passaggio dell’orto<strong>la</strong>no senza danni<br />

per le colture. La stessa considerazione vale per le superfici più<br />

vaste dei campi, dove i solchi <strong>la</strong>sciati dall’aratro, i fi<strong>la</strong>ri degli alberi<br />

e i canali d’irrigazione <strong>in</strong>troducono elementi modu<strong>la</strong>ri, qu<strong>in</strong>di<br />

formali. D’altra parte il giard<strong>in</strong>o all’italiana, all’<strong>in</strong>terno delle siepi<br />

potate geometricamente, prima dell’<strong>in</strong>flusso francese, prevedeva<br />

quasi soltanto ortaggi, <strong>la</strong> cui valenza estetica fu ben presto chiara<br />

anche ai pittori. Soprat<strong>tutto</strong> <strong>in</strong> Italia, all’<strong>in</strong>izio <strong>la</strong> natura morta<br />

mostra frutti ed ortaggi frequenti quasi quanto i fiori, privilegiati<br />

poi questi ultimi grazie a mode transalp<strong>in</strong>e: fiamm<strong>in</strong>ghe, o<strong>la</strong>ndesi,<br />

francesi. Gli ortaggi nell’alimentazione umana sono <strong>in</strong>dispensabili,<br />

ma <strong>la</strong> loro presenza <strong>in</strong> tavo<strong>la</strong> si spiega anche con <strong>la</strong> valenza<br />

estetica. In primo luogo, <strong>la</strong> possibilità per molte verdure di essere<br />

consumate crude permette d’<strong>in</strong>trodurre fra i cibi elementi con<br />

20 ORIZZONTE<br />

Fig. 1 Fig. 2 Fig. 3<br />

PROF. FRANCO IVAN NUCCIARELLI<br />

Direttore Scientifico e Autore<br />

Associazione Arte Italiana nel Mondo<br />

www.arteitaliananelmondo.org<br />

gradi m<strong>in</strong>imi di manipo<strong>la</strong>zione, freschi, vivi, <strong>in</strong> molti casi gradevolmente<br />

colorati e di forme eleganti. Spesso anche il centrotavo<strong>la</strong>,<br />

elemento di per sé puramente decorativo, r<strong>in</strong>uncia ai fiori <strong>in</strong><br />

favore di frutti e ortaggi, più pert<strong>in</strong>enti al<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> e, <strong>in</strong> molti casi,<br />

non meno belli dei fiori. La valenza estetica dei prodotti dell’orto<br />

trova un caso limite nel<strong>la</strong> fantasiosa, orig<strong>in</strong>alissima pittura di un<br />

grande artista, Giuseppe Arcimboldo (Mi<strong>la</strong>no, 1526 - 1593), che<br />

nei vegetali umili vede i “mattoni” di alcune sue costruzioni oniriche.<br />

Ne fanno fede, fra i tantissimi dip<strong>in</strong>ti, due veramente esemp<strong>la</strong>ri:<br />

uno a Cremona, Museo A<strong>la</strong> Ponzone, ritraendo un orto<strong>la</strong>no,<br />

usa proprio gli ortaggi per costruire una s<strong>in</strong>go<strong>la</strong>rissima fisionomia<br />

(fig. 1); un altro a Stoccolma, Skoklosters Slott, ritrae nientemeno<br />

che l’imperatore Rodolfo II d’Absburgo, come Vertumno, il dio<br />

del<strong>la</strong> vegetazione e dei raccolti, ancora una volta “costruito” con<br />

<strong>la</strong>rga presenza di ortaggi (fig. 2). Oltre al<strong>la</strong> pittura da cavalletto,<br />

frutti e ortaggi sono presenti anche nelle pitture murali di dimore<br />

nobiliari, come si vede a Città di Castello, nel<strong>la</strong> loggia del<strong>la</strong> pa<strong>la</strong>zz<strong>in</strong>a<br />

del giard<strong>in</strong>o di Pa<strong>la</strong>zzo Vitelli a Sant’Egidio, dip<strong>in</strong>ta negli<br />

anni Settanta del C<strong>in</strong>quecento da Prospero Fontana e aiuti, il cui<br />

tono solenne e c<strong>la</strong>ssicheggiante non esita ad assegnare il ruolo di<br />

protagonisti agli umili carciofi (fig. 3). Se si ripercorre <strong>la</strong> storia dei<br />

giard<strong>in</strong>i, l’<strong>in</strong>gresso dei fiori all’<strong>in</strong>terno degli spazi delimitati dalle<br />

siepi di sempreverdi, si rive<strong>la</strong> piuttosto tardo e dovuto a un gusto<br />

nato negli ambienti delle corti, aulici e ufficiali, lontani dal<strong>la</strong> vita<br />

concreta. Nel recente restauro di uno fra i monumenti più rappresentativi<br />

del lusso patrizio romano, Vil<strong>la</strong> Borghese, nei giard<strong>in</strong>i<br />

segreti, che fiancheggiano <strong>la</strong> vil<strong>la</strong>, le aiuole ospitano erbe aromatiche,<br />

ortaggi ed <strong>in</strong>sa<strong>la</strong>te. Non si tratta, come potrebbe parere,<br />

di un’<strong>in</strong>novazione legata ai gusti contemporanei meno formali di<br />

quelli d’una volta, ma del<strong>la</strong> ricostruzione filologica dell’aspetto<br />

orig<strong>in</strong>ario testimoniato dalle fonti storiche. A riprova di quanto<br />

fosse diffuso e consolidato quest’uso, va ricordato che <strong>la</strong> presenza<br />

dei vegetali “umili” si riscontrava anche nelle aree verdi di<br />

altre residenze nobiliari, non ultime quelle di Vil<strong>la</strong> del<strong>la</strong> Corgna<br />

a Castiglion del Lago, non più esistenti, ma ricostruibili, perché<br />

m<strong>in</strong>uziosamente descritte nelle carte d’archivio.<br />

(fig. 1, a s<strong>in</strong>istra) Cremona, Museo A<strong>la</strong> Ponzone: Giuseppe Arcimboldo, L’orto<strong>la</strong>no<br />

(fig. 2, al centro) Stoccolma, Skoklosters Slott: Giuseppe Arcimboldo, Rodolfo II d’Absburgo come Vertumno<br />

(fig. 3, a destra) Città di Castello, Pa<strong>la</strong>zzo Vitelli a Sant’Egidio, Loggia del<strong>la</strong> pa<strong>la</strong>zz<strong>in</strong>a del giard<strong>in</strong>o: Prospero Fontana e aiuti, Decorazione murale con carciofi

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