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Piano Protezione Civile Livorno - Zerobyte Sistemi Srl

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<strong>Piano</strong> Comunale di <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong><br />

L’analisi delle fonti storiche, ivi compresi i giornali ed i diari dell’epoca,<br />

indicano notevoli danni di natura infrastrutturale e nessuna vittima per gli<br />

eventi riportati. E’ però da notare che già all’epoca dei fatti la popolazione<br />

livornese era ben educata a collegare eventuali terremoti alle anomale<br />

attività del mare, e come fosse già presente un rudimentale “piano di<br />

protezione civile”, con luogo di raccolta presso le chiese. Alcune altre fonti<br />

storiche diverse, indicano, per l’evento del 1846 un numero contenuto di<br />

vittime, da 1 a 3.<br />

Non è invece prevedibile il livello dei danni, dati gli enormi cambiamenti<br />

socioeconomici ed urbani della città dall’ultimo evento ad oggi. Devono<br />

però essere presi in considerazione due fattori critici per poter<br />

eventualmente assegnare una differente priorità a questi eventi:<br />

• Il primo è la tendenza dei maremoti a risalire i corridoi fluviali ed<br />

assimilabili, incontrando minor resistenza rispetto alla terra ferma.<br />

• Il secondo è sicuramente l’aumento esponenziale della popolazione<br />

cittadina. Tale aumento è quantizzabile in diversi ordini di grandezza.<br />

In base a tali considerazioni è possibile prevedere un’estensione del<br />

fenomeno, con il raggiungimento delle onde anomale dell’entroterra<br />

tramite Darsene, Bacini di Colmata, Foce d’Arno e Scolmatore, Rio<br />

Maggiore, Rio Ardenza ed altri bacini fluviali minori, con danni di portata<br />

più estesa, e l’esposizione al rischio di un numero di abitanti<br />

considerevolmente superiore.<br />

Inoltre è da notare come alcune infrastrutture critiche ed alcuni<br />

insediamenti industriali potenzialmente pericolosi siano in posizione<br />

vulnerabile rispetto ad eventuali attività marine anomale.<br />

Il tempo di ritorno medio statistico è di 250 anni ma la serie storica è<br />

caratterizzata da un periodo di osservazione breve (< 1000 anni ), le fonti<br />

storiche individuano comunque, seppur breve, un periodo di latenza tra<br />

l’evento sismico e la formazione dell’onda anomala in cui è stato possibile<br />

dare l’allarme a mezzo campane, in almeno 2 eventi.<br />

Rischio Secondario<br />

Il rischio secondario legato alle ondate di origine sismica a <strong>Livorno</strong> è<br />

relativo al verificarsi di effetti geologici lontani dalla costa livornese, ma i<br />

cui effetti possono ricadere su tutta la città.<br />

Tali fonti di rischio sono individuabili in due tipologie di evento :<br />

- Eruzione o crollo sottomarino di vulcano sommerso<br />

- Crollo di parete rocciosa o versante insulare sopra il livello del mare<br />

Il primo evento vedrebbe l’esplosione di una camera magmatica, oppure<br />

una frana legata ad uno dei molte strutture (edifici vulcanici) sottomarini.

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