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6 Geriatria 2007 Vol. XIX; n. 1 <strong>Gennaio</strong>/Febbraio<br />
Oggi, giustamente, tutte le branche della Medicina,<br />
stilano le Linee Guida. È vero che l’utilizzo<br />
delle Linee Guida può essere un punto di appoggio<br />
utile, ma non può essere l’assoluto. Quando si è vissuto<br />
molto, ciascuna storia è diversa da un’altra. Il<br />
geriatra sa, però, che la cura dell’anziano, malgrado<br />
l’opportunità delle regole, non può essere “rigida”.<br />
Una Medicina fondata sulle prove, spesso, non<br />
tiene a mente condizioni importanti come la polipatologia,<br />
l’autosufficienza e la compliance.<br />
Comunque, non è mai possibile un calo di tensione<br />
e di interesse nel nostro agire.<br />
Da un punto di vista culturale, la sofferenza somatica,<br />
psichica e ancor più l’abbandono, dovrebbero<br />
essere al centro di ogni progetto terapeutico.<br />
Il dolore, in tutte le sue espressioni, è sempre da<br />
combattere anche se noi ben sappiamo che, in<br />
fondo, è il vero maestro della vita.<br />
Le malattie cronico-degenerative, mettono a<br />
nudo la fragilità dell’anziano ed è questa la battaglia<br />
più difficile che siamo chiamati a combattere<br />
tutti i giorni.<br />
II geriatra, non affronta la sola malattia, ma<br />
cerca innanzi tutto, l’alleanza con l’anziano ammalato.<br />
In questa relazione fra malato e medico, sta la<br />
forza per combattere non solo le malattie, ma la<br />
disabilità. È un’alleanza capace di spostare “tre<br />
onde piu in la”, il momento ultimo.<br />
Questo rapporto coinvolgente, dà forza all’anziano<br />
ed al geriatra. È per l’uno e per l’altro, la<br />
molla più efficace. Soprattutto, quando ciò che ci<br />
sta intorno parla di decadenza e di morte.<br />
Il medico dei vecchi allontana la rinuncia e la<br />
pigrizia. Quasi le evita perche sa che, spesso, il<br />
malato, di suo, si lascia andare e cede.<br />
Il geriatra ha sempre coscienza di non fare mai<br />
abbastanza.<br />
Un’altra connotazione di carattere clinico, forse<br />
la più importante, si fonda sulla capacità di raggiungere<br />
precisi risultati.<br />
Altre specialità, quali le Chirurgie, sono abituate<br />
a traguardi immediati.<br />
La nostra, è una Medicina di lunga durata e di<br />
assistenza non discontinua. Siamo figli di un tempo<br />
che ci impone di non perdere mai né la forma né il<br />
ritmo.<br />
Dobbiamo sempre stare al passo, mai è possibile<br />
un calo di tensione. Eppure, sono convinto che né<br />
la fretta né la competizione eccessiva, siano un bene<br />
per la società.<br />
Siamo dominati dalla “cultura dell’apriscatole”<br />
cioè, della fretta, del tutto e subito.<br />
Una volta, era costume cucinare col fuoco lento.<br />
Si accendeva il focolare al mattino e, per ore ed ore,<br />
il paiuolo “era testimone” di una liturgia centellinata.<br />
Oggi, il forno a microonde domina la scena.<br />
I vivaisti, sanno bene che le piante piu vendute<br />
sono quelle che crescono piu in fretta.<br />
Si posano i pavimenti di legno prefiniti, si mangia<br />
la pasta precotta, ci si abbronza con le docce<br />
solari in dieci minuti.<br />
Gli anziani, mal si adattano ad una vita frenetica.<br />
L’atleta, nella corsa dei cento metri, raggiunge in<br />
pochi secondi la meta. II maratoneta deve impegnarsi<br />
per un tempo lungo, calibra sforzi ed energie per<br />
ottenere il risultato. II suo è un impegno a distanza.<br />
Se la corsa dei cento metri è paragonabile all’impegno<br />
di altre specialità, quali le Chirurgie, mi sembra<br />
che il maratoneta ricordi il geriatra.<br />
Eppure, gli outcomes si vedono nel tempo. Ci<br />
vogliono precisi strumenti per dimostrarli.<br />
II geriatra, più che rincorrere l’ottimo, cerca il<br />
possibile. Più che debellare la malattia, combatte la<br />
disabilità.<br />
È difficile che in un reparto di Geriatria si possano<br />
vedere gli anziani fermi a letto. Quasi domina<br />
l’ossessione che se l’anziano si ferma, non riprenda<br />
più a camminare. È per questo, che da noi, il<br />
“fermo a letto”, esiste di rado.<br />
Il geriatra si propone tutti i giorni, di far “passare”<br />
la cultura dell’anziano, anche dal punto di vista<br />
politico. Risveglia nella collettività l’interesse per i<br />
cittadini vecchi e fragili. Ne coglie la loro bellezza,<br />
la promuove e la propone con forza. Quasi, la<br />
impone. Noi, siamo abituati a vedere nella disabilità,<br />
il problema cardine della Geriatria. La perdita<br />
di funzione è responsabile della mortalità. Si diceva<br />
in passato, che agendo sulla malattia era possibile,<br />
indirettamente, incidere sulla disabilità e,<br />
quindi, modificare la storia naturale del paziente.<br />
Oggi, abbiamo imparato che intervenendo sulla<br />
funzione, spesso, si è in grado di migliorare significativamente<br />
la qualità della vita dell’anziano.<br />
Nella cura del vecchio, l’alta tecnologia è importante,<br />
ma soprattutto, non si debbono mai dimenticare<br />
le cure, più che la cura. Il contatto fisico che si<br />
stabilisce con l’esame obiettivo, è un passaggio ineludibile.II<br />
geriatra deve porre dei limiti allo strapotere<br />
della tecnica e recuperare la connotazione<br />
“sensoriale” della Medicina. Nella cura dei nostri<br />
ammalati, ci servono tutti e cinque i sensi. Non<br />
dimentichiamo mai, anche, il “buon senso”.<br />
Come abbiamo detto, non significa che si possa<br />
o si debba rinunciare alla tecnica, ma si deve saper<br />
riportare le specifiche tecnologie nell’ambito di una<br />
razionale gestione.<br />
Il geriatra usa “la macchina”, senza farne un idolo.<br />
È importante porre attenzione a quelle aree di<br />
confine in cui, spesso, si annidano i disagi dell’anziano.<br />
Soprattutto, si intende parlare dei rapporti<br />
fra corpo e mente, fra malattia acuta e malattia cronica,<br />
fra paziente ed ambiente.<br />
Per fare questo, bisogna conoscere nel profondo,<br />
la vita del singolo. Solo da lì si puo partire per avere<br />
cura di un anziano. II geriatra si incontra con questi<br />
problemi e sa che deve superarli. II paziente ed<br />
il geriatra, vivono un rapporto di parità.<br />
Chi cura gli anziani impara a sedersi sul letto e<br />
guardare l’ammalato non dall’alto al basso, ma diritto<br />
negli occhi. II geriatra sa bene che nella malattia<br />
non ci sono gli esonerati, ma solo i rimandati.<br />
Le cure sono un diritto indiscutibile, in una società<br />
civile. Questo diritto o è di tutti o è di nessuno.