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zione reciproca nella gestione delle attività della<br />
vita quotidiana.<br />
Questo è importante per non creare ostacolo nel<br />
riconoscere e rispettare le scelte e le abilità del paziente.<br />
SCALE DI VALUTAZIONE<br />
Caregiver burden inventory, usata per la valutazione<br />
del carico assistenziale dei pazienti dementi e<br />
Neuropsychiatric inventory, usata per la valutazione<br />
dei disturbi del comportamento.<br />
Per quanto riguarda la prima scala di valutazione<br />
sono stati effettuati vari studi per verificare la<br />
sua validità.<br />
La scala è composta da 24 item suddivisi in sottogruppi:<br />
- Il Time Dependent Burden (TB) indaga lo stress derivante<br />
dalla sensazione di sacrificio del proprio<br />
tempo personale;<br />
- Il Development Burden (DB) è relativo al senso di fallimento<br />
delle proprie aspettative di vita;<br />
- Il Phisical Burden (PB) valuta l’entità della fatica<br />
fisica;<br />
- Il Social Burden (SB) valuta lo stress derivante dalla<br />
perdita dei contatti sociali;<br />
- L’Emotional Burden (EB) valuta il carico relativo<br />
allo stress emotivo;<br />
Il punteggio totale va da un minimo di 0 a un<br />
massimo di 96.<br />
Per quanto riguarda la seconda scala di valutazione<br />
questa è utile nella identificazione dei disturbi<br />
neuropsichiatrici in pazienti con demenza.<br />
Essa costituisce un importante fattore diagnostico<br />
e prognostico, soprattutto per la gestione delle<br />
complicanze.<br />
Prende in esame alcuni disturbi del comportamento<br />
quali:<br />
deliri allucinazioni<br />
agitazione/aggressività depressione/disforia<br />
ansia esaltazione/euforia<br />
apatia/indifferenza disinibizione<br />
irritabilità/labilità attiv. motoria aberrante<br />
disturbi del sonno disturbi dell'appetito<br />
Molti studi dimostrano che la salute del caregiver<br />
declina con il procedere della malattia del congiunto.<br />
I sintomi in genere sono:<br />
- Ansia e depressione;<br />
- Insonnia;<br />
- Scarsa concentrazione;<br />
- Disturbi somatici (gastrici, cefalea);<br />
- Disturbi osteoarticolari.<br />
Diventare caregiver quindi implica l’assunzione<br />
di nuove responsabilità e ruoli, implica effettuare<br />
cambiamenti che richiedono una maggiore capacità<br />
di adattamento. Bisogna istruire il caregiver a porre<br />
attenzione alla comunicazione verbale e non verbale<br />
perché il messaggio giunge al paziente anche<br />
attraverso la modalità con cui si propone.<br />
Salvo R. – Demenze e Caregiver 15<br />
CONSIGLI PER IL CAREGIVER<br />
Prendersi del tempo libero, per evadere dalla situazione<br />
troppo pesante e per riposare;<br />
Frequentare gli amici, per avere conforto e sostegno;<br />
Evitare l’isolamento, frequentando gruppi di incontro<br />
con altre famiglie;<br />
Cercare aiuto, e supporto psicologico.<br />
L’interazione sociale infatti può aiutare a raggiungere<br />
una maggiore efficienza.<br />
L’interazione con il paziente può migliorare la<br />
qualità della propria assistenza e la partecipazione<br />
giornaliera alla vita del paziente può aumentare il<br />
coinvolgimento emotivo.<br />
È molto importante mantenere l’autonomia<br />
funzionale del paziente:<br />
- Prevenendo e controllando le malattie concomitanti;<br />
- Correggendo i disturbi psicotici e comportamentali;<br />
- Introducendo modifiche ambientali;<br />
- Prevenendo complicanze tipo malnutrizione, disidratazione,<br />
malattie infettive, stipsi, lesioni da decubito.<br />
QUALI SONO GLI INTERVENTI CHE DOBBIAMO<br />
ADOTTARE?<br />
Dobbiamo istruire i caregiver sui diversi modi<br />
di comunicazione da usare con il paziente, aiutarli<br />
a capire e gestire i propri sentimenti nei confronti<br />
del paziente, aiutarli a recuperare uno spazio di<br />
vita autonoma che consenta loro di affidare le cure<br />
del paziente ad altri.<br />
Dobbiamo sostenerli nella riorganizzazione pratica<br />
della vita quotidiana, importante nella gestione<br />
di un malato affetto da demenza, insegnare loro a<br />
mantenere al massimo le capacità residue del<br />
paziente.<br />
IN CHE MODO?<br />
<strong>Org</strong>anizzando gruppi di sostegno per il contenimento<br />
delle proprie emozioni, organizzando gruppi<br />
di apprendimento sul significato e la gestione<br />
della malattia, organizzando terapie individuali per<br />
i momenti di crisi, organizzando corsi di formazione<br />
per medici, infermieri, terapisti della riabilitazione,<br />
assistenti sociali e altri caregiver istituzionali.<br />
CONCLUSIONI<br />
Lo stress del caregiver misurato con la NPI e la<br />
CBI risulta direttamente correlato con la sua età,<br />
con le ore di assistenza fornite, con la perdita funzionale<br />
del malato, con le spese sostenute, con l’abitare<br />
in città e inversamente correlato col grado di<br />
parentela e con la sedazione del paziente.<br />
I disturbi del comportamento e le disabilità dei<br />
pazienti affetti da demenza condizionano maggiormente<br />
il carico tempo dipendente.<br />
Il carico psicofisico invece è determinato principalmente<br />
da ansia e depressione del caregiver.<br />
All’interno delle famiglie vengono individuate<br />
le principali risorse umane ed economiche per dare