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Gennaio - Sigot.Org

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zione reciproca nella gestione delle attività della<br />

vita quotidiana.<br />

Questo è importante per non creare ostacolo nel<br />

riconoscere e rispettare le scelte e le abilità del paziente.<br />

SCALE DI VALUTAZIONE<br />

Caregiver burden inventory, usata per la valutazione<br />

del carico assistenziale dei pazienti dementi e<br />

Neuropsychiatric inventory, usata per la valutazione<br />

dei disturbi del comportamento.<br />

Per quanto riguarda la prima scala di valutazione<br />

sono stati effettuati vari studi per verificare la<br />

sua validità.<br />

La scala è composta da 24 item suddivisi in sottogruppi:<br />

- Il Time Dependent Burden (TB) indaga lo stress derivante<br />

dalla sensazione di sacrificio del proprio<br />

tempo personale;<br />

- Il Development Burden (DB) è relativo al senso di fallimento<br />

delle proprie aspettative di vita;<br />

- Il Phisical Burden (PB) valuta l’entità della fatica<br />

fisica;<br />

- Il Social Burden (SB) valuta lo stress derivante dalla<br />

perdita dei contatti sociali;<br />

- L’Emotional Burden (EB) valuta il carico relativo<br />

allo stress emotivo;<br />

Il punteggio totale va da un minimo di 0 a un<br />

massimo di 96.<br />

Per quanto riguarda la seconda scala di valutazione<br />

questa è utile nella identificazione dei disturbi<br />

neuropsichiatrici in pazienti con demenza.<br />

Essa costituisce un importante fattore diagnostico<br />

e prognostico, soprattutto per la gestione delle<br />

complicanze.<br />

Prende in esame alcuni disturbi del comportamento<br />

quali:<br />

deliri allucinazioni<br />

agitazione/aggressività depressione/disforia<br />

ansia esaltazione/euforia<br />

apatia/indifferenza disinibizione<br />

irritabilità/labilità attiv. motoria aberrante<br />

disturbi del sonno disturbi dell'appetito<br />

Molti studi dimostrano che la salute del caregiver<br />

declina con il procedere della malattia del congiunto.<br />

I sintomi in genere sono:<br />

- Ansia e depressione;<br />

- Insonnia;<br />

- Scarsa concentrazione;<br />

- Disturbi somatici (gastrici, cefalea);<br />

- Disturbi osteoarticolari.<br />

Diventare caregiver quindi implica l’assunzione<br />

di nuove responsabilità e ruoli, implica effettuare<br />

cambiamenti che richiedono una maggiore capacità<br />

di adattamento. Bisogna istruire il caregiver a porre<br />

attenzione alla comunicazione verbale e non verbale<br />

perché il messaggio giunge al paziente anche<br />

attraverso la modalità con cui si propone.<br />

Salvo R. – Demenze e Caregiver 15<br />

CONSIGLI PER IL CAREGIVER<br />

Prendersi del tempo libero, per evadere dalla situazione<br />

troppo pesante e per riposare;<br />

Frequentare gli amici, per avere conforto e sostegno;<br />

Evitare l’isolamento, frequentando gruppi di incontro<br />

con altre famiglie;<br />

Cercare aiuto, e supporto psicologico.<br />

L’interazione sociale infatti può aiutare a raggiungere<br />

una maggiore efficienza.<br />

L’interazione con il paziente può migliorare la<br />

qualità della propria assistenza e la partecipazione<br />

giornaliera alla vita del paziente può aumentare il<br />

coinvolgimento emotivo.<br />

È molto importante mantenere l’autonomia<br />

funzionale del paziente:<br />

- Prevenendo e controllando le malattie concomitanti;<br />

- Correggendo i disturbi psicotici e comportamentali;<br />

- Introducendo modifiche ambientali;<br />

- Prevenendo complicanze tipo malnutrizione, disidratazione,<br />

malattie infettive, stipsi, lesioni da decubito.<br />

QUALI SONO GLI INTERVENTI CHE DOBBIAMO<br />

ADOTTARE?<br />

Dobbiamo istruire i caregiver sui diversi modi<br />

di comunicazione da usare con il paziente, aiutarli<br />

a capire e gestire i propri sentimenti nei confronti<br />

del paziente, aiutarli a recuperare uno spazio di<br />

vita autonoma che consenta loro di affidare le cure<br />

del paziente ad altri.<br />

Dobbiamo sostenerli nella riorganizzazione pratica<br />

della vita quotidiana, importante nella gestione<br />

di un malato affetto da demenza, insegnare loro a<br />

mantenere al massimo le capacità residue del<br />

paziente.<br />

IN CHE MODO?<br />

<strong>Org</strong>anizzando gruppi di sostegno per il contenimento<br />

delle proprie emozioni, organizzando gruppi<br />

di apprendimento sul significato e la gestione<br />

della malattia, organizzando terapie individuali per<br />

i momenti di crisi, organizzando corsi di formazione<br />

per medici, infermieri, terapisti della riabilitazione,<br />

assistenti sociali e altri caregiver istituzionali.<br />

CONCLUSIONI<br />

Lo stress del caregiver misurato con la NPI e la<br />

CBI risulta direttamente correlato con la sua età,<br />

con le ore di assistenza fornite, con la perdita funzionale<br />

del malato, con le spese sostenute, con l’abitare<br />

in città e inversamente correlato col grado di<br />

parentela e con la sedazione del paziente.<br />

I disturbi del comportamento e le disabilità dei<br />

pazienti affetti da demenza condizionano maggiormente<br />

il carico tempo dipendente.<br />

Il carico psicofisico invece è determinato principalmente<br />

da ansia e depressione del caregiver.<br />

All’interno delle famiglie vengono individuate<br />

le principali risorse umane ed economiche per dare

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