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STUDI /9 MESI 2010<br />
Il marchio di Giuseppe Stefanel è cresciuto nei primi nove<br />
mesi dell’anno dell’1,8% a 139 m<strong>il</strong>ioni di euro, un risultato<br />
importante se si considera che nei tre trimestri del 2009 la<br />
flessione dei ricavi aveva raggiunto <strong>il</strong> 18%. Stab<strong>il</strong>e infine Benetton,<br />
al decimo posto, (+0,5% a 1.498 m<strong>il</strong>ioni di euro e un<br />
Ebitda al 13,8%). Chiudono la classifica Aeffe (undicesima<br />
posizione) che ha però ridotto <strong>il</strong> rosso a -1,4% (173 m<strong>il</strong>ioni di<br />
euro) contro <strong>il</strong> crollo del 25,9% dei primi nove mesi del 2009<br />
e Csp in dodicesima posizione con un -3,2% a € 69 m<strong>il</strong>ioni e<br />
un Ebitda del 7,1%. In ultima posizione, continua a perdere<br />
terreno Geox, che ha archiviato i primi nove mesi con un<br />
calo dei ricavi del 5,6% a 737 m<strong>il</strong>ioni, un Ebitda che scende<br />
dal 24,6% al 19,5%. Questo risultato comunque ha permesso<br />
al gruppo guidato da Mario Moretti Polegato di ottenere<br />
la medaglia di bronzo nella classifica dei migliori per Ebitda<br />
percentuale. In questa classifica <strong>il</strong> brand di Montebelluna è<br />
infatti preceduto solo da Tod’s con <strong>il</strong> 25,8% e Prada con <strong>il</strong><br />
23,8%.<br />
ANCHE L’ESTERO CRESCE A DOPPIA CIFRA<br />
Ancora più incisivo <strong>il</strong> recupero dei gruppi stranieri. “Il fatturato<br />
delle aziende estere – ha dichiarato Carlo Pambianco - era<br />
sceso nei primi nove mesi del 2009 in maniera più consistente<br />
rispetto a quelle italiane (-6,3%) ma è poi velocemente<br />
risalito nei primi mesi del 2010, dell’11,3%”. Nei tre trimestri<br />
del 2010 i 18 maggiori gruppi internazionali hanno raggiunto<br />
€ 61.326 m<strong>il</strong>ioni di ricavi. In positivo anche i parametri che<br />
riguardano la redditività, con l’Ebitda (riferito a 11 aziende)<br />
aumentato di circa 2 punti e mezzo percentuali, dal 13,2% al<br />
15,8% e l’ut<strong>il</strong>e netto (riferito a 16 aziende, con l’esclusione di<br />
Lvmh ed Hermès) cresciuto dal 6,1% al 9%.<br />
FOSSIL È LA SORPRESA DELL’ANNO<br />
La sorpresa nella classifica dei migliori gruppi per<br />
incremento del fatturato è Foss<strong>il</strong>. Il gruppo americano<br />
di orologi e accessori ha messo a segno un<br />
balzo del 30,3% raggiungendo i 931 m<strong>il</strong>ioni di<br />
euro (perdeva l’8,9% nei nove mesi del 2009).<br />
Un incremento significativo perché, seppur la<br />
dimensione del giro d’affari di Foss<strong>il</strong> sia più contenuta<br />
rispetto ai colossi del lusso, ha comunque<br />
superato la performance di leader del calibro di<br />
Hermès e Lvmh, che si sono piazzati rispettivamente<br />
al secondo (+25,4% a 1.665 m<strong>il</strong>ioni di euro) e al<br />
terzo posto (+19% a 14.210 m<strong>il</strong>ioni di euro). Torna<br />
ampiamente in positivo anche Abercrombie & Fitch<br />
che, con una crescita del 16,4% a 1.624 m<strong>il</strong>ioni di euro, ha recuperato<br />
in parte <strong>il</strong> pesante risultato dei nove mesi del 2009<br />
(-21,7%). In progresso anche Tiffany & Co. al settimo posto<br />
(+14,8% a 1.389 m<strong>il</strong>ioni di euro), Adidas all’ottava posizione<br />
(+14,3% a 6.341 m<strong>il</strong>ioni di euro rispetto ad una caduta dei<br />
ricavi del 32% nei primi nove mesi del 2009) e Limited Brands<br />
(+10,6% a 4.310 m<strong>il</strong>ioni di euro). I migliori per Ebitda<br />
percentuale sul fatturato sono H&M (22,3%), Guess (17,8%)<br />
e Gap, <strong>il</strong> gruppo americano che ha appena aperto a M<strong>il</strong>ano i<br />
megastore del marchio omonimo e di Banana Republic, con<br />
Ebitda del 17,5%.<br />
Foss<strong>il</strong><br />
Rank Azienda Fatturato Δ% Ebitda<br />
%<br />
Valori in m<strong>il</strong>ioni di Euro<br />
Cambio: CHF 0,66 - $ 0,7 - SEK 0,11 - £ 1,1<br />
AZIENDE ESTERE<br />
Primi 9 mesi 2010<br />
Ut<strong>il</strong>e<br />
netto %<br />
1 Foss<strong>il</strong> 931 30,3 - 11,9<br />
2 Hermès 1.665 25,4 - -<br />
3 Lvmh 14.210 19,0 - -<br />
4 Guess 1.211 16,4 17,8 10,9<br />
5 Abercrombie & Fitch 1.624 16,4 - 2,5<br />
6 Columbia Sp. 718 15,9 9,2 5,0<br />
7 Tiffany & Co. 1.389 14,8 - 9,4<br />
8 Adidas 6.341 14,3 9,5 6,2<br />
9 Limited Brands 4.310 10,6 - 5,7<br />
10 Hanes Brands 2.224 9,5 12,0 5,8<br />
11 The Jones Group 1.938 8,6 9,5 3,4<br />
12 H&M 8.665 7,3 22,3 16,7<br />
13 Puma 2.083 5,7 16,2 9,9<br />
14 Hugo Boss 1.307 5,6 16,5 11,8<br />
15 VF Corporation 3.903 5,1 14,9 9,3<br />
16 Timberland 657 4,5 9,8 5,8<br />
17 Gap 7.210 3,4 17,5 8,1<br />
18 Quiks<strong>il</strong>ver 940 -6,7 - 0,9<br />
TOTALE 61.326 11,3 15,8 9,0<br />
Fonte: PAMBIANCO Strategie di Impresa<br />
I BRIC SEGNANO LA SVOLTA<br />
Insomma, se le vendite natalizie appena concluse<br />
confermeranno la performance dei primi tre trimestri<br />
dell’anno, i gruppi della moda possono guardare<br />
al 2011 con un rinnovato ottimismo. Ma cosa<br />
ha spinto a conquistare buoni risultati pur in un<br />
periodo di crisi generalizzata?<br />
Secondo Carlo Pambianco le cause sono diverse ma<br />
principalmente ascrivib<strong>il</strong>i a due fattori. “Sicuramente<br />
la dimensione, che consente di ottenere cospicue sinergie<br />
in tutte le aree della gestione aziendale, dal prodotto<br />
agli acquisiti alla distribuzione e alla comunicazione, e che<br />
quindi genera ut<strong>il</strong>i maggiori. Ma – ha aggiunto – anche la<br />
presenza all’interno dei vari gruppi quotati di marchi di grande<br />
prestigio che hanno trovato ampi spunti di crescita nei Paesi<br />
emergenti, gli unici a crescere negli ultimi due o tre anni”.<br />
Non a caso <strong>il</strong> PIL dei Paesi dell’area Ocse, ossia i mercati più<br />
maturi, tra <strong>il</strong> 2007 e <strong>il</strong> 2010 è sceso del 4% mentre nello stesso<br />
periodo quello dei BRIC (Bras<strong>il</strong>e, Russia, India e Cina) è salito<br />
del 28%. “Questa situazione – ha concluso Pambianco – ha<br />
permesso quindi ai gruppi i compensare nei nuovi mercati le<br />
perdite di fatturato registrate nei ‘vecchi’”.<br />
10 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011