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LaPresse<br />
ITALIA<br />
LaPresse<br />
VICENZAORO FIRST,<br />
RINNOVARE È D’OBBLIGO<br />
di Valeria Garavaglia<br />
Roberto Ditri, ingegnere, imprenditore, nonchè amministratore delegato di Marelli Motori, da<br />
gennaio 2010 è anche <strong>il</strong> numero uno di Fiera di Vicenza Spa. Di origini goriziane, ma vicentino<br />
d’adozione, ha <strong>il</strong> compito di implementare <strong>il</strong> piano di r<strong>il</strong>ancio e consolidamento del polo fieristico<br />
veneto. Alla vig<strong>il</strong>ia di VicenzaOro First, <strong>il</strong> primo salone del settore orafo nel calendario in scena<br />
dal 15 al 20 gennaio, <strong>il</strong> neopresidente ci racconta progetti e strategie di Fiera di Vicenza.<br />
Quali sono le priorità che si è dato<br />
quando un anno fa ha assunto la<br />
presidenza della Fiera?<br />
“Fare molto, fare bene”: questo mi hanno chiesto gli orafi italiani<br />
lo scorso 16 gennaio, <strong>il</strong> mio primo giorno di presidenza.<br />
“First, rinnovare”, risposi. Pensavo alle difficoltà commerciali,<br />
alla situazione che richiede una svolta. Il gioiello di massa<br />
dei decenni passati è stato la prima vittima della crisi. Oggi<br />
bisogna rivolgere i produttori italiani verso mercati più sensib<strong>il</strong>i<br />
al bello e al made in Italy. Mercati abbastanza evoluti da<br />
ambire a uno status symbol come <strong>il</strong> gioiello italiano. Anziché<br />
attendere tempi migliori, non è meglio puntare altrove?<br />
Roberto Ditri<br />
E quali sono i mercati a cui guardare in questo senso?<br />
Ad esempio Paesi emergenti come Russia, India, Cina e<br />
Bras<strong>il</strong>e, con classi medie e medio-alte in formazione, e con<br />
dinamiche di crescita promettenti, dazi doganali permettendo.<br />
Le difficoltà oggettive di penetrazione e di distribuzione<br />
che incontriamo oggi, in futuro potrebbero venir meno,<br />
quindi bisogna essere pronti a cogliere le chance offerte.<br />
È <strong>il</strong> made in Italy la ricetta giusta per uscire dalla crisi?<br />
Non parlerei di ricette, partiamo dai puri e semplici dati<br />
di fatto. Il gioiello italiano nel mondo è riconosciuto per la<br />
creatività e <strong>il</strong> suo intrinseco valore emozionale. Il made in<br />
Italy rappresenta la nostra storia e <strong>il</strong> nostro lifestyle ed è un<br />
lasciapassare verso tutti i mercati. Per questo è fondamentale<br />
promuoverlo. A questo aggiungo che chi ha saputo attuare<br />
strategie di branding continuerà ad avere successo, mentre<br />
verranno marginalizzati quegli operatori sopravvissuti solo<br />
grazie a congiunture favorevoli, probab<strong>il</strong>mente irripetib<strong>il</strong>i.<br />
In tutto ciò che ruolo avrà la Fiera?<br />
La transizione verso un nuovo assetto legato al made in Italy<br />
va governata. Le istituzioni come Fiera di Vicenza hanno<br />
responsab<strong>il</strong>ità di analisi e di leadership. Devono approfondire<br />
e poi agevolare le professionalità e sollecitare la produzione<br />
verso <strong>il</strong> brand o l’unbranded di qualità, ossia alzare <strong>il</strong> livello<br />
di competitività. In questo sono assai convinto delle potenzialità<br />
dell’iniziativa VicenzaOro Italian Club.<br />
Di che cosa si tratta?<br />
È un progetto orientato alla ricerca di nuovi mercati e all’organizzazione<br />
di eventi internazionali che promuovano la<br />
gioielleria italiana e la sua immagine. Un’etichetta attraverso<br />
cui la Fiera offre agli operatori opportunità e rapporti diretti.<br />
Da questo punto di vista l’immagine classica della Fiera è<br />
restrittiva: con VicenzaOro Italian Club l’orizzonte si allarga<br />
tra mercati tradizionali, come gli Stati Uniti che si incontrano<br />
a Las Vegas, e rotte inedite come Shanghai.<br />
In un tale scenario, qual è <strong>il</strong> ruolo degli operatori del settore<br />
orafo made in Italy?<br />
Invito gli operatori ad un atteggiamento attivo. Secondo<br />
dati Istat e studi di Intesa Sanpaolo (diffusi da Club degli<br />
Orafi) nel primo semestre del 2010 i ricavi del settore sono<br />
cresciuti del 20% e l’export pare riprendersi. In realtà non<br />
bisogna sedersi sugli allori perché i dati sono influenzati dai<br />
rincari delle materie prime preziose. Ora è previsto un ennesimo<br />
“rimbalzo” provocato dalle vendite di fine 2010 e dalla<br />
ricostituzione delle scorte. Il problema dei mercati rimane<br />
immutato e ognuno deve fare la propria parte.<br />
Cosa vi aspettate da questo 2011?<br />
Il 2011 deve essere l’anno della svolta. Il mondo è cambiato<br />
e anche le fiere devono seguire i cambiamenti del mercato.<br />
Stiamo progettando un nuovo layout espositivo e dei percorsi<br />
interni ai padiglioni per consentire ad operatori e buyer di<br />
ottimizzare i tempi. Continueremo infine a mantenere vivo<br />
<strong>il</strong> legame con la città, perchè gli eventi fieristici sono un’attrattiva<br />
importante non solo dal punto di vista del business,<br />
ma anche turistico e per la scoperta del territorio vicentino.<br />
28 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011