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INTERVISTA<br />
quanto nelle persone che li indosseranno. Un’immagine molto<br />
moderna, più giovane ed estremamente raffinata.<br />
Avete congelato la donna, come mai?<br />
L’abbiamo congelata… ma delle donne non si può fare a meno!<br />
Voglio prima concentrarmi sull’uomo e sul bambino, l’arco<br />
di tempo che mi sono dato è di almeno tre stagioni. Se tutto<br />
andrà come spero, la quarta stagione inizieremo a riparlare della<br />
donna, che senz’altro occuperà un ruolo molto importante.<br />
Blauer Usa, Bpd e Design by Enzo Fusco rientrano nella scuderia<br />
di Fgf Industry. Che peso ha ciascuno di essi e che peso<br />
ha, o è destinato ad avere, C.P. Company?<br />
Blauer fa l’80% del fatturato, mentre <strong>il</strong> 20% lo fanno Bpd e<br />
Design by Enzo Fusco. A partire dalla prossima stagione, si<br />
potrà contare anche <strong>il</strong> peso di C.P., che è destinato ad avere un<br />
30% del fatturato del gruppo.<br />
Lei cura lo st<strong>il</strong>e di tutti i suoi marchi?<br />
Sì, sono <strong>il</strong> direttore creativo... ma non solo!<br />
Quale marchio della sua scuderia si sente più vicino?<br />
A me interessano i nuovi progetti. Ad esempio mi sono sentito<br />
molto vicino a Bpd perché mi piace far partire una nuova storia.<br />
Certo, ho Blauer nel cuore dato che è partito da zero e in 9<br />
anni l’abbiamo portato a risultati importanti. Mi sento comunque<br />
“addosso” sia Blauer che C.P. Company. Con <strong>il</strong> primo posso<br />
esprimere un po’ più di “cattiveria”, mentre con C.P. posso fare<br />
più ricerca, senza dover tener sempre conto del prezzo e dei<br />
materiali, cosa a cui devo fare molta più attenzione per Blauer.<br />
Fra i paesi emergenti è meglio puntare su…?<br />
E’ una domanda a cui tutti risponderebbero Cina perché sono<br />
in tanti e devono pur vestirsi. Ma anche l’India è un paese che<br />
sta crescendo e lo sta facendo bene. Non bisogna però trascurare<br />
l’Europa perché ci si lavora bene e perché bisogna aver<br />
ben presente che entrare in Cina e India è un percorso lungo,<br />
bisogna aprire dei negozi, fare un piano di comunicazione e poi<br />
gestire <strong>il</strong> tutto. Credo che le aziende italiane abbiano bisogno di<br />
incrementare le vendite all’estero perché in Italia siamo abbastanza<br />
“full”. A questo proposito ritengo che se la nostra azienda<br />
nel 2010 riuscirà a segnare in Italia un +10% sarà un successo.<br />
Ma dove faremo un +30%-40% sarà nel mondo.<br />
A quanto avete chiuso <strong>il</strong> 2010?<br />
A circa 70 m<strong>il</strong>ioni di euro. Sicuramente nel 2011, con l’inserimento<br />
del fatturato di C.P. Company dovremo arrivare sugli<br />
80 m<strong>il</strong>ioni. Considerato che abbiamo fatto tutto in 9 anni e che<br />
questo è un momento di crisi posso dire che siamo stati bravini,<br />
tenendo anche presente che abbiamo concluso la licenza di<br />
Sweet Years questo inverno, privandoci così dei circa 15 m<strong>il</strong>ioni<br />
che <strong>il</strong> marchio del cuore ci portava ogni anno.<br />
P/E 2011<br />
Esprima un desiderio per <strong>il</strong> 2011<br />
Innanzitutto che questa crisi possa passare sia in Italia che nel<br />
mondo e per quel che mi riguarda continuare ad avere i risultati<br />
che ho raggiunto finora… dato che ci lavoro tanto!<br />
66 PAMBIANCOWEEK 11 gennaio 2011