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10_ottobre - Porto & diporto

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p&st2011 / porto&<strong>diporto</strong><br />

Un Tritone per illuminare Genova<br />

con energia pulita<br />

Michele Costantino<br />

di ridurre le emissioni<br />

causate dalle navi ancorate<br />

L’esigenza<br />

nei porti è sempre più impellente<br />

negli scali italiani e da tempo l’Autorità<br />

Portuale di Genova si è attivata<br />

per cercare soluzione al problema.<br />

Pochi giorni fa, proprio a Genova, è<br />

stato presentato alle istituzioni e all’opinione<br />

pubblica da Europam, società<br />

controllata da Black Oils SpA (holding<br />

della famiglia di imprenditori genovesi<br />

Costantino) e partecipata da Total Erg,<br />

fra i primi operatori privati italiani nella<br />

commercializzazione al consumo e<br />

all’ingrosso di prodotti petroliferi raffinati,<br />

un progetto che potrebbe soddisfare<br />

questa ed altre necessità, non solo nel<br />

capoluogo ligure.<br />

“Tritone”, questo il nome del progetto,<br />

è una nuova generazione di centrali<br />

elettriche galleggianti per la produzione<br />

di energia elettrica e termica da biofuel,<br />

ricavato da coltivazioni no-food.<br />

La struttura è costruita su una barge<br />

(chiatta) e può essere posizionata a<br />

qualche miglio dal litorale, nella foce<br />

dei fiumi o, come proposto per Genova,<br />

anche in ambito portuale grazie al<br />

ridotto impatto visivo, rendendo possibile<br />

soddisfare i bisogni primari di energia<br />

elettrica della città.<br />

“Abbiamo scelto di presentare il progetto<br />

a Genova – ha spiegato Michele<br />

Costantino, amministratore delegato di<br />

Europam – perché in questa città, candidata<br />

al ruolo di ‘Smart City’ (progetto<br />

sostenuto dal Comune, ndr), l’Autorità<br />

Portuale ha avviato l’iniziativa ‘Green<br />

Port’, che ben si coniuga con la filosofia<br />

di Tritone. L’idea della centrale elettrica<br />

galleggiante si inserisce nel contesto<br />

dell’elettrificazione delle banchine<br />

per la fornitura di energia verde per le<br />

grandi navi che attraccano a Genova”.<br />

Navi che potranno così ‘spegnere’ i generatori<br />

elettrici di bordo, mantenuti in<br />

rotazione da motori che, progettati per<br />

la propulsione in navigazione, hanno<br />

emissioni regolate dall’IMO (International<br />

Maritime Organization) con parametri<br />

superiori rispetto a quelli fissati<br />

per le emissioni delle centrali elettriche,<br />

ai quali si attiene invece la centrale<br />

elettrica galleggiante Tritone.<br />

Il gruppo di progettazione è stato<br />

guidato dall’architetto Aldo Cichero,<br />

coadiuvato dall’ingegner Aldo Ferrari<br />

e dal professor Giordano Franceschini<br />

dell’Università di Perugia: “Da una<br />

parte si propone l’impiego della barge<br />

Tritone in acque aperte, ovvero in una<br />

situazione tipica dei paesi in via di sviluppo<br />

che non sempre dispongono di<br />

adeguate infrastrutture marittime, e<br />

con caratteristiche tali da sostenere<br />

con danni minimi eventuali minacce di<br />

attentati. A queste esigenze si risponde<br />

con la possibilità di assetto variabile,<br />

che consente di ridurre al minimo la<br />

parte emersa esposta ai marosi con il<br />

particolare profilo delle fiancate e con<br />

il doppio scafo. Dall’altra parte Tritone<br />

può essere impiegata nelle acque portuali<br />

dei paesi industrializzati, dove si<br />

deve fare ridotto uso di spazi già congestionati<br />

e dove si deve ridurre l’impatto<br />

ambientale anche visivo: da qui<br />

l’estrema compattezza del mezzo”.<br />

Aspetti questi ultimi sottolineati anche<br />

da Beppe Costa, amministratore<br />

delegato della genovese Saar Depositi<br />

Portuali, candidata, se il progetto<br />

avrà un prosieguo, al ruolo di fornitore<br />

Aldo Cichero<br />

del carburante per la centrale: “I circa<br />

3.000 metri quadrati di specchio acqueo<br />

necessari sono una superficie<br />

considerevolmente inferiore rispetto<br />

agli oltre 50.000 mq indispensabili per<br />

un impianto terrestre convenzionale.<br />

È stato ipotizzato di ormeggiare la<br />

piattaforma alla diga foranea, a Levante<br />

del cosiddetto dente in ingresso al<br />

canale di calata Bettolo, in modo che<br />

sia collegata con condotte sottomarine<br />

al deposito oli vegetali Saar per l’approvvigionamento<br />

del bio fuel. Inoltre<br />

l’impatto ambientale per la logistica di<br />

approvvigionamento del bio fuel sarà<br />

contenuto: l’ultimo miglio dal deposito<br />

costiero del bio fuel alla centrale galleggiante<br />

si effettua infatti con pipeline<br />

o bettolina”.<br />

Ma Saar non è l’unica azienda genovese<br />

che potrebbe beneficiare del<br />

progetto. Secondo quanto esposto da<br />

Adriano Biancardi, responsabile del<br />

programma Energie Rinnovabili di Europam,<br />

infatti, l’eventuale costruzione<br />

della centrale sarebbe assegnata ad un<br />

cantiere italiano, “ligure con tutta pro-<br />

Continua a pag. 62<br />

Andrea Moizo<br />

<strong>10</strong> - <strong>ottobre</strong> 2011

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