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p&st2011 / porto&<strong>diporto</strong><br />
Un Tritone per illuminare Genova<br />
con energia pulita<br />
Michele Costantino<br />
di ridurre le emissioni<br />
causate dalle navi ancorate<br />
L’esigenza<br />
nei porti è sempre più impellente<br />
negli scali italiani e da tempo l’Autorità<br />
Portuale di Genova si è attivata<br />
per cercare soluzione al problema.<br />
Pochi giorni fa, proprio a Genova, è<br />
stato presentato alle istituzioni e all’opinione<br />
pubblica da Europam, società<br />
controllata da Black Oils SpA (holding<br />
della famiglia di imprenditori genovesi<br />
Costantino) e partecipata da Total Erg,<br />
fra i primi operatori privati italiani nella<br />
commercializzazione al consumo e<br />
all’ingrosso di prodotti petroliferi raffinati,<br />
un progetto che potrebbe soddisfare<br />
questa ed altre necessità, non solo nel<br />
capoluogo ligure.<br />
“Tritone”, questo il nome del progetto,<br />
è una nuova generazione di centrali<br />
elettriche galleggianti per la produzione<br />
di energia elettrica e termica da biofuel,<br />
ricavato da coltivazioni no-food.<br />
La struttura è costruita su una barge<br />
(chiatta) e può essere posizionata a<br />
qualche miglio dal litorale, nella foce<br />
dei fiumi o, come proposto per Genova,<br />
anche in ambito portuale grazie al<br />
ridotto impatto visivo, rendendo possibile<br />
soddisfare i bisogni primari di energia<br />
elettrica della città.<br />
“Abbiamo scelto di presentare il progetto<br />
a Genova – ha spiegato Michele<br />
Costantino, amministratore delegato di<br />
Europam – perché in questa città, candidata<br />
al ruolo di ‘Smart City’ (progetto<br />
sostenuto dal Comune, ndr), l’Autorità<br />
Portuale ha avviato l’iniziativa ‘Green<br />
Port’, che ben si coniuga con la filosofia<br />
di Tritone. L’idea della centrale elettrica<br />
galleggiante si inserisce nel contesto<br />
dell’elettrificazione delle banchine<br />
per la fornitura di energia verde per le<br />
grandi navi che attraccano a Genova”.<br />
Navi che potranno così ‘spegnere’ i generatori<br />
elettrici di bordo, mantenuti in<br />
rotazione da motori che, progettati per<br />
la propulsione in navigazione, hanno<br />
emissioni regolate dall’IMO (International<br />
Maritime Organization) con parametri<br />
superiori rispetto a quelli fissati<br />
per le emissioni delle centrali elettriche,<br />
ai quali si attiene invece la centrale<br />
elettrica galleggiante Tritone.<br />
Il gruppo di progettazione è stato<br />
guidato dall’architetto Aldo Cichero,<br />
coadiuvato dall’ingegner Aldo Ferrari<br />
e dal professor Giordano Franceschini<br />
dell’Università di Perugia: “Da una<br />
parte si propone l’impiego della barge<br />
Tritone in acque aperte, ovvero in una<br />
situazione tipica dei paesi in via di sviluppo<br />
che non sempre dispongono di<br />
adeguate infrastrutture marittime, e<br />
con caratteristiche tali da sostenere<br />
con danni minimi eventuali minacce di<br />
attentati. A queste esigenze si risponde<br />
con la possibilità di assetto variabile,<br />
che consente di ridurre al minimo la<br />
parte emersa esposta ai marosi con il<br />
particolare profilo delle fiancate e con<br />
il doppio scafo. Dall’altra parte Tritone<br />
può essere impiegata nelle acque portuali<br />
dei paesi industrializzati, dove si<br />
deve fare ridotto uso di spazi già congestionati<br />
e dove si deve ridurre l’impatto<br />
ambientale anche visivo: da qui<br />
l’estrema compattezza del mezzo”.<br />
Aspetti questi ultimi sottolineati anche<br />
da Beppe Costa, amministratore<br />
delegato della genovese Saar Depositi<br />
Portuali, candidata, se il progetto<br />
avrà un prosieguo, al ruolo di fornitore<br />
Aldo Cichero<br />
del carburante per la centrale: “I circa<br />
3.000 metri quadrati di specchio acqueo<br />
necessari sono una superficie<br />
considerevolmente inferiore rispetto<br />
agli oltre 50.000 mq indispensabili per<br />
un impianto terrestre convenzionale.<br />
È stato ipotizzato di ormeggiare la<br />
piattaforma alla diga foranea, a Levante<br />
del cosiddetto dente in ingresso al<br />
canale di calata Bettolo, in modo che<br />
sia collegata con condotte sottomarine<br />
al deposito oli vegetali Saar per l’approvvigionamento<br />
del bio fuel. Inoltre<br />
l’impatto ambientale per la logistica di<br />
approvvigionamento del bio fuel sarà<br />
contenuto: l’ultimo miglio dal deposito<br />
costiero del bio fuel alla centrale galleggiante<br />
si effettua infatti con pipeline<br />
o bettolina”.<br />
Ma Saar non è l’unica azienda genovese<br />
che potrebbe beneficiare del<br />
progetto. Secondo quanto esposto da<br />
Adriano Biancardi, responsabile del<br />
programma Energie Rinnovabili di Europam,<br />
infatti, l’eventuale costruzione<br />
della centrale sarebbe assegnata ad un<br />
cantiere italiano, “ligure con tutta pro-<br />
Continua a pag. 62<br />
Andrea Moizo<br />
<strong>10</strong> - <strong>ottobre</strong> 2011