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10_ottobre - Porto & diporto

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p&st2011 / porto&<strong>diporto</strong><br />

La tecnologia<br />

per ridurre i consumi<br />

di energia delle navi<br />

sistemi e nuovi<br />

prodotti per incrementare<br />

“Tecnologie,<br />

l’efficienza energetica del<br />

trasporto maritimo; propulsione navale<br />

a Gas Naturale Liquefatto (GNL) e<br />

sistemi di abbattimento delle emissioni<br />

solforose compatibili con l’uso di combustibile<br />

ad alto tenore di zolfo”: saranno<br />

questi i principali temi affrontati<br />

dal convegno Green Shipping Summit<br />

del <strong>10</strong> novembre 2011, in programma<br />

a Port&ShippingTech, organizzato da<br />

ClickUtility in collaborazione con Confitarma<br />

e Ecbaproject.eu. Particolare<br />

attenzione verrà dedicata alla recente<br />

approvazione, da parte dell’IMO, del primo<br />

regolamento globale che fissa valori<br />

minimi di efficienza energetica per le<br />

navi di nuova costruzione e che fornisce<br />

un benchmark anche per la riduzione<br />

dei costi energetici delle flotte esistenti.<br />

Il tema, complesso e articolato, verrà<br />

introdotto dall’analisi di Andrea Molocchi<br />

(www.Ecbaproject.eu) che parlerà<br />

dell’accordo IMO sull’efficienza energetica<br />

delle navi: il primo accordo globale<br />

per la riduzione delle emissioni di gas<br />

serra. Al termine del 62imo meeting del<br />

MEPC-IMO (Comitato per la Protezione<br />

dell’Ambiente Marino dell’International<br />

Maritime Organization), tenutosi a Londra<br />

dall’11 al 15 luglio scorso, è stato<br />

raggiunto un accordo di portata storica:<br />

di fatto, è stata varata la prima legislazione<br />

di portata globale riguardante la<br />

riduzione delle emissioni di CO2, il principale<br />

gas ad effetto serra. Un accordo<br />

importante soprattutto alla luce dello<br />

stallo del negoziato globale sul clima,<br />

caratterizzato dall’opposizione fra Stati<br />

sviluppati e quelli annoverati dal protocollo<br />

di Kyoto come Stati “in via di sviluppo”<br />

(fra questi ultimi anche Cina e<br />

Brasile). Molti commentatori ritengono<br />

che questa legislazione possa sbloccare<br />

la situazione, avviando una nuova<br />

stagione di accordi internazionali, basati<br />

non solo su obiettivi di riduzione delle<br />

emissioni per i paesi più sviluppati, ma<br />

anche sul coinvolgimento dei principali<br />

paesi emergenti su precisi impegni di<br />

efficienza energetica e di contenimento<br />

delle emissioni di gas serra.<br />

L’accordo raggiunto dall’IMO riguarda<br />

un nuovo regolamento Marpol finalizzato<br />

al miglioramento dell’efficienza<br />

energetica delle navi di nuova costruzione,<br />

con un programma che va fino<br />

al 2025. Per il momento non tutte le<br />

categorie di navi sono coinvolte (ad es.<br />

sono per il momento esclusi i traghetti<br />

e le navi passeggeri); inoltre, il nuovo<br />

regolamento contiene alcuni passaggi<br />

che potrebbero ostacolarne la piena efficacia<br />

per qualche anno; ciononostante<br />

si ritiene che esso sarà gradualmente<br />

esteso a tutte le categorie di navi,<br />

consentendo sostanziali riduzioni delle<br />

emissioni delle navi nuove, con effetti di<br />

mercato indiretti anche sulle flotte esistenti.<br />

Quali le novità per il settore? A<br />

partire dal 2013 sarà innanzitutto obbligatorio<br />

per le navi nuove il calcolo preciso<br />

e certificato dell’indice di efficienza<br />

energetica del design della nave (EEDI-<br />

Energy Efficiency Design Index), che<br />

in realtà misura le emissioni di CO2 in<br />

rapporto alle tonnellate-km di capacità<br />

della nave. Inoltre, il regolamento prevede<br />

un programma di graduale riduzione<br />

dei consumi specifici delle nuove<br />

navi, con riduzioni progressive già dal<br />

2015 e fino al 30% dal 2025. I nuovi<br />

limiti di consumo specifico varieranno a<br />

seconda delle categorie di navi, della<br />

loro classe dimensionale e del periodo<br />

di costruzione, e sono calcolati mediante<br />

percentuali di riduzione rispetto al<br />

benchmark di riferimento determinato<br />

dall’IMO sulla base dei consumi medi<br />

delle diverse categorie di navi nello<br />

scorso decennio (costruite tra il 1999 e<br />

il 2009). Va precisato che il regolamento<br />

prevede una deroga di 6 anni e mezzo<br />

(fino a metà 2019) a favore dei registri<br />

dei Paesi in via di sviluppo (è questa<br />

la concessione che ha sbloccato l’accordo).<br />

Anche se, apparentemente, in<br />

un mercato pienamente globalizzato<br />

questa deroga rischia di scatenare una<br />

nuova fase di delocalizzazioni verso<br />

registri di convenienza (ad es. verso<br />

Panama), si ritiene improbabile l’effettivo<br />

ricorso a questo espediente per<br />

aggirare la normativa. L’approvazione<br />

della nuova normativa è stata accolta<br />

con un mix di pareri, prevalentemente<br />

critici, anche se è a mio parere opportuno<br />

valutarne attentamente gli aspetti<br />

positivi, soprattutto in Europa, dove la<br />

profonda crisi dei cantieri aspetta da<br />

6 - <strong>ottobre</strong> 2011

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