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p&st2011 / porto&<strong>diporto</strong><br />
La tecnologia<br />
per ridurre i consumi<br />
di energia delle navi<br />
sistemi e nuovi<br />
prodotti per incrementare<br />
“Tecnologie,<br />
l’efficienza energetica del<br />
trasporto maritimo; propulsione navale<br />
a Gas Naturale Liquefatto (GNL) e<br />
sistemi di abbattimento delle emissioni<br />
solforose compatibili con l’uso di combustibile<br />
ad alto tenore di zolfo”: saranno<br />
questi i principali temi affrontati<br />
dal convegno Green Shipping Summit<br />
del <strong>10</strong> novembre 2011, in programma<br />
a Port&ShippingTech, organizzato da<br />
ClickUtility in collaborazione con Confitarma<br />
e Ecbaproject.eu. Particolare<br />
attenzione verrà dedicata alla recente<br />
approvazione, da parte dell’IMO, del primo<br />
regolamento globale che fissa valori<br />
minimi di efficienza energetica per le<br />
navi di nuova costruzione e che fornisce<br />
un benchmark anche per la riduzione<br />
dei costi energetici delle flotte esistenti.<br />
Il tema, complesso e articolato, verrà<br />
introdotto dall’analisi di Andrea Molocchi<br />
(www.Ecbaproject.eu) che parlerà<br />
dell’accordo IMO sull’efficienza energetica<br />
delle navi: il primo accordo globale<br />
per la riduzione delle emissioni di gas<br />
serra. Al termine del 62imo meeting del<br />
MEPC-IMO (Comitato per la Protezione<br />
dell’Ambiente Marino dell’International<br />
Maritime Organization), tenutosi a Londra<br />
dall’11 al 15 luglio scorso, è stato<br />
raggiunto un accordo di portata storica:<br />
di fatto, è stata varata la prima legislazione<br />
di portata globale riguardante la<br />
riduzione delle emissioni di CO2, il principale<br />
gas ad effetto serra. Un accordo<br />
importante soprattutto alla luce dello<br />
stallo del negoziato globale sul clima,<br />
caratterizzato dall’opposizione fra Stati<br />
sviluppati e quelli annoverati dal protocollo<br />
di Kyoto come Stati “in via di sviluppo”<br />
(fra questi ultimi anche Cina e<br />
Brasile). Molti commentatori ritengono<br />
che questa legislazione possa sbloccare<br />
la situazione, avviando una nuova<br />
stagione di accordi internazionali, basati<br />
non solo su obiettivi di riduzione delle<br />
emissioni per i paesi più sviluppati, ma<br />
anche sul coinvolgimento dei principali<br />
paesi emergenti su precisi impegni di<br />
efficienza energetica e di contenimento<br />
delle emissioni di gas serra.<br />
L’accordo raggiunto dall’IMO riguarda<br />
un nuovo regolamento Marpol finalizzato<br />
al miglioramento dell’efficienza<br />
energetica delle navi di nuova costruzione,<br />
con un programma che va fino<br />
al 2025. Per il momento non tutte le<br />
categorie di navi sono coinvolte (ad es.<br />
sono per il momento esclusi i traghetti<br />
e le navi passeggeri); inoltre, il nuovo<br />
regolamento contiene alcuni passaggi<br />
che potrebbero ostacolarne la piena efficacia<br />
per qualche anno; ciononostante<br />
si ritiene che esso sarà gradualmente<br />
esteso a tutte le categorie di navi,<br />
consentendo sostanziali riduzioni delle<br />
emissioni delle navi nuove, con effetti di<br />
mercato indiretti anche sulle flotte esistenti.<br />
Quali le novità per il settore? A<br />
partire dal 2013 sarà innanzitutto obbligatorio<br />
per le navi nuove il calcolo preciso<br />
e certificato dell’indice di efficienza<br />
energetica del design della nave (EEDI-<br />
Energy Efficiency Design Index), che<br />
in realtà misura le emissioni di CO2 in<br />
rapporto alle tonnellate-km di capacità<br />
della nave. Inoltre, il regolamento prevede<br />
un programma di graduale riduzione<br />
dei consumi specifici delle nuove<br />
navi, con riduzioni progressive già dal<br />
2015 e fino al 30% dal 2025. I nuovi<br />
limiti di consumo specifico varieranno a<br />
seconda delle categorie di navi, della<br />
loro classe dimensionale e del periodo<br />
di costruzione, e sono calcolati mediante<br />
percentuali di riduzione rispetto al<br />
benchmark di riferimento determinato<br />
dall’IMO sulla base dei consumi medi<br />
delle diverse categorie di navi nello<br />
scorso decennio (costruite tra il 1999 e<br />
il 2009). Va precisato che il regolamento<br />
prevede una deroga di 6 anni e mezzo<br />
(fino a metà 2019) a favore dei registri<br />
dei Paesi in via di sviluppo (è questa<br />
la concessione che ha sbloccato l’accordo).<br />
Anche se, apparentemente, in<br />
un mercato pienamente globalizzato<br />
questa deroga rischia di scatenare una<br />
nuova fase di delocalizzazioni verso<br />
registri di convenienza (ad es. verso<br />
Panama), si ritiene improbabile l’effettivo<br />
ricorso a questo espediente per<br />
aggirare la normativa. L’approvazione<br />
della nuova normativa è stata accolta<br />
con un mix di pareri, prevalentemente<br />
critici, anche se è a mio parere opportuno<br />
valutarne attentamente gli aspetti<br />
positivi, soprattutto in Europa, dove la<br />
profonda crisi dei cantieri aspetta da<br />
6 - <strong>ottobre</strong> 2011