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10_ottobre - Porto & diporto

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infrastrutture armamento / porto&<strong>diporto</strong><br />

I broker genovesi<br />

puntano sulla finanza<br />

Malgrado la crisi che attanaglia<br />

il settore, o forse proprio in<br />

ragione della crisi, che spinge<br />

a guardare a nuovi orizzonti, il mercato<br />

del brokeraggio marittimo genovese<br />

vive giorni di intenso dinamismo.<br />

Lorenzo Banchero, numero uno di<br />

banchero costa (le iniziali minuscole<br />

sono un vezzo scaramantico), uno dei<br />

maggiori gruppi italiani di settore, articolato<br />

in diverse branches a coprire un<br />

ampio ventaglio di servizi allo shipping,<br />

ha appena costituito un nuovo fondo<br />

di diritto lussemburghese denominato<br />

penola investo advisory (iniziali rigorosamente<br />

minuscole), il cui scopo e<br />

la cui strategia sono sintetizzabili in<br />

tre assiomi: investire in navi, cogliere<br />

le opportunità che si presenteranno<br />

sul mercato nei prossimi anni, partire<br />

approfittando del timing attuale con la<br />

consapevolezza che lo shipping è ciclico<br />

e le fasi di crescita storicamente<br />

sono sempre state più lunghe delle<br />

congiunture negative.<br />

“L’obiettivo di raccolta è di 200 milioni<br />

di dollari e gli ambiti nei quali il fondo<br />

andrà a investire sono le navi cisterniere,<br />

le rinfusiere e le portacontainer,<br />

mentre gasiere e chimichiere non sono<br />

compatibili con le strategie di un fondo<br />

che mira ad operare su mercati liquidi<br />

e aperti, dove sia più ampio il novero<br />

degli attori con cui interagire, vendendo<br />

e comprando” spiega il presidente<br />

di banchero costa, precisando che “la<br />

‘campagna promozionale’ di questo<br />

progetto è appena cominciata: il target<br />

è costituito da aziende, investitori istituzionali<br />

e fondi di private equity, mentre<br />

la durata del fondo è stata fissata in<br />

7 anni, con possibilità di aggiungerne<br />

altri 2+2. In questo arco di tempo miriamo<br />

a portare penola in borsa, con<br />

la probabile quotazione su una piazza<br />

internazionale”.<br />

Banchero non ha comunque fretta,<br />

anche perché nell’immediato si aspetta<br />

ancora correzioni al ribasso sia per<br />

i prezzi delle nuove costruzioni che per<br />

la compravendita: “Il timing per partire<br />

con questo fondo sembra ideale, considerando<br />

che molti sperano in una ripresa<br />

del mercato già dal 2013. Nel lanciare<br />

questa nuova iniziativa abbiamo studiato<br />

con attenzione i trend storici dei<br />

prezzi e dei noli nel dry bulk e nel liquid<br />

bulk, osservando che negli ultimi quarant’anni<br />

i cicli di crescita sono sempre<br />

stati notevolmente più lunghi rispetto a<br />

quelli di decrescita, con un record di 70<br />

mesi fra il 2003 e il 2008 per i prezzi<br />

delle Aframax di 5 anni. Pur rimanendo<br />

valide queste considerazioni, sembra<br />

che oggi qualcosa sia cambiato rispetto<br />

al passato e gli aggiustamenti di<br />

mercato avvengono più in fretta”.<br />

A chi gli fa notare che la finanza e i<br />

listini borsistici sembrano non apprezzare<br />

particolarmente gli armatori, Banchero<br />

risponde invitando a guardare le<br />

performances storiche delle 20 shipping<br />

companies più importanti quotate<br />

in Borsa, per comprendere come molte<br />

abbiano fatto registrare tassi di crescita<br />

molto interessanti. “In questo momento<br />

i fondi e la finanza dimostrano di guardare<br />

con interesse alle possibilità di investimento<br />

in navi, potendo approfittare<br />

di prezzi di mercato indubbiamente<br />

depressi rispetto a qualche anno fa”.<br />

In ogni caso l’esperto broker non<br />

perde d’occhio la congiuntura globale,<br />

che potrebbe influenzare l’andamento<br />

dell’operazione: “A livello macroeconomico<br />

bisogna attendere una maggiore<br />

stabilità sui fronti bancario, finanziario<br />

e monetario. Per capire cosa potremo<br />

fare con 200 milioni di dollari bisognerà<br />

vedere anche come si comporteranno<br />

le banche in quel dato periodo e quanto<br />

ci metteranno a disposizione. Ad ogni<br />

modo penola investo è interessata a<br />

portare a termine investimenti almeno<br />

con il 50% dell’azionariato in mano,<br />

ancora meglio se con la maggioranza<br />

azionaria”. Negli stessi giorni altri due<br />

primari broker genovesi, Genoa Sea<br />

Brokers e Bravo Group (attraverso le<br />

controllate Mercury Shipbrokers e Bravo<br />

Tankers), hanno creato la newco<br />

Northia Srl, con l’esplicito obiettivo di<br />

assistere gli armatori in momento di<br />

mercato particolarmente delicato, offrendo<br />

a chi ne abbia necessità (per<br />

ristrutturazione, diversificazione o e-<br />

spansione) capitali di rischio provenienti<br />

da investitori istituzionali.<br />

“In un periodo come questo, in cui<br />

è sempre più difficile reperire capitale<br />

di credito dalle banche, ci proponiamo<br />

come intermediari tra il mondo armatoriale<br />

e i fondi di private equity, che<br />

raramente investono nello shipping per<br />

via delle elevate asimmetrie informative,<br />

ma che invece possono trovare nel<br />

settore una valida assetclass con cui<br />

diversificare i loro investimenti” spiega<br />

il general manager di Northia, Adelfio<br />

Ronci. L’intervento dei fondi potrebbe<br />

concretizzarsi nell’acquisizione di una<br />

partecipazione nella società armatoria-<br />

le oppure nella creazione di una società<br />

ad hoc (single purposevehicle) per<br />

un determinato investimento. “Lo schema<br />

classico prevede la cessione della<br />

nave, che viene poi ‘girata’ nuovamente<br />

in time charter o in bare boat charter per<br />

alcuni anni allo stesso armatore che l’ha<br />

venduta” prosegue Ronci, sottolineando<br />

che l’ambito di attività di Northia non<br />

si limita all’armamento in senso stretto<br />

e che gli stessi schemi d’investimento<br />

si possono applicare anche a società di<br />

logistica, terminalistiche e altre aziende<br />

attive nel settore.<br />

La tempistica dell’iniziativa tiene anche<br />

in questo caso conto del particolare<br />

momento attraversato dallo shipping,<br />

con prezzi delle navi in drastico<br />

calo e disponibilità crescenti per i fondi<br />

di private equity attivi in Italia. “I tassi<br />

d’interesse del capitale di rischio costano<br />

oggi all’armatore tra il 14 e il 20%,<br />

a fronte del 5% che in media viene a<br />

costare il finanziamento bancario tradizionale.<br />

Ecco allora che l’intervento di<br />

un fondo e il relativo apporto finanziario<br />

possono integrare un finanziamento<br />

tradizionale. Investimenti simili portati a<br />

termine all’estero con gli schemi norvegesi<br />

ad esempio delle K/S (Kommanditselskap)<br />

con vendita e seguente bare<br />

boat charter al venditore o time charter<br />

back) garantiscono ritorni annuali sul<br />

capitale investito compresi fra il 20 e il<br />

25%, a fronte di un costo che si aggira<br />

intorno al 15%” conclude Ronci, senza<br />

celare la speranza che l’iniziativa aiuti<br />

a diffondere anche in Italia nuovi strumenti<br />

finanziari simili alle KG tedesche<br />

(Kommanditgesellschaft), che garantiscono<br />

importanti vantaggi fiscali agli<br />

investitori alimentando le opportunità<br />

d’investimento in asset navali.<br />

Andrea Moizo<br />

24 - <strong>ottobre</strong> 2011

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