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infrastrutture / porto&<strong>diporto</strong><br />
Monfalcone<br />
non solo navi da crociera<br />
Nel mondo dello shipping<br />
Monfalcone è conosciuta<br />
per essere la sede del<br />
maggior cantiere navale<br />
del Mediterraneo, oggi facente parte<br />
del gruppo Fincantieri. Negli ultimi<br />
vent’anni da questo stabilimento sono<br />
uscite le navi da crociera più importanti<br />
realizzate dall’azienda triestina. Ad oggi<br />
sono 28 i cruise liners nati nello stabilimento<br />
isontino che nei suoi oltre cento<br />
anni di storia può vantare una lunga<br />
serie di navi passeggeri, mercantili e<br />
militari realizzate.<br />
Ma non tutti sanno che Monfalcone è<br />
anche il porto mercantile più a Nord del<br />
Mediterraneo e che può vantare una<br />
serie di vantaggi logistici che hanno origine<br />
ancora nel secolo scorso quando<br />
la città venne a trovarsi al centro del sistema<br />
viario dell’ex Litorale Austriaco.<br />
Da parecchi mesi il porto di Monfalcone<br />
è al centro di un’intricata vicenda<br />
che vede coinvolto il binomio Unicredit-Maersk<br />
e tutte le istituzioni italiane<br />
partendo dal Governo, per arrivare a<br />
Regione, Provincia e Comune. In ballo<br />
c’è il progetto per la realizzazione<br />
di un superporto che diventi una base<br />
strategica dell’operatore mondiale numero<br />
uno del trasporto dei containers<br />
via mare, cioè della danese A.P. Moller<br />
– Maersk Group.<br />
Il progetto presentato da Unicredit<br />
alla fine del 20<strong>10</strong> prevedeva la realizzazione<br />
di una banchina da 1.750 metri<br />
con fondale di 16,5 metri con la capacità<br />
di ospitare contemporaneamente 4<br />
portacontainer da 8.000 Teu lunghe circa<br />
340 metri, oppure 3 portacontainer<br />
da 13.000 Teu lunghe quasi 400 metri.<br />
Inoltre il piano prevedeva la realizzazione<br />
di un’area per lo stoccaggio dei<br />
containers di oltre 166 ettari. Si prevedeva<br />
che la prima parte del nuovo terminal<br />
sarebbe entrata in funzione nel<br />
2016 con la capacità di movimentare<br />
350.000 Teu all’anno che sarebbero<br />
dovuti diventare un milione nel 2020<br />
alla fine della seconda fase dei lavori.<br />
Le previsioni futuristiche prevedevano<br />
poi che il porto di Monfalcone avrebbe<br />
movimentato 2 milioni di Teu nel 2025<br />
fino a raggiungere i 3,2 milioni entro il<br />
2033.<br />
L’investimento complessivo previsto<br />
era di 1.029 milioni di euro ai quali si<br />
sarebbero aggiunti 119 milioni per il<br />
miglioramento delle infrastrutture al<br />
di fuori dell’area portuale. L’impegno<br />
finanziario diretto di Unicredit era previsto<br />
in 435 milioni per la prima fase e<br />
340 milioni per la seconda, quindi un<br />
esborso totale di 775 milioni di euro.<br />
Ovviamente il completamento delle<br />
opere previste per la realizzazione del<br />
cosiddetto “Corridoio 5” Lisbona-Kiev<br />
diventa strategico: la realizzazione<br />
della linea ferroviaria ad alta velocità<br />
sarà fondamentale per smistare questa<br />
enorme mole di containers. Ma anche<br />
la realizzazione della terza corsia<br />
38 - <strong>ottobre</strong> 2011