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10_ottobre - Porto & diporto

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infrastrutture / porto&<strong>diporto</strong><br />

Monfalcone<br />

non solo navi da crociera<br />

Nel mondo dello shipping<br />

Monfalcone è conosciuta<br />

per essere la sede del<br />

maggior cantiere navale<br />

del Mediterraneo, oggi facente parte<br />

del gruppo Fincantieri. Negli ultimi<br />

vent’anni da questo stabilimento sono<br />

uscite le navi da crociera più importanti<br />

realizzate dall’azienda triestina. Ad oggi<br />

sono 28 i cruise liners nati nello stabilimento<br />

isontino che nei suoi oltre cento<br />

anni di storia può vantare una lunga<br />

serie di navi passeggeri, mercantili e<br />

militari realizzate.<br />

Ma non tutti sanno che Monfalcone è<br />

anche il porto mercantile più a Nord del<br />

Mediterraneo e che può vantare una<br />

serie di vantaggi logistici che hanno origine<br />

ancora nel secolo scorso quando<br />

la città venne a trovarsi al centro del sistema<br />

viario dell’ex Litorale Austriaco.<br />

Da parecchi mesi il porto di Monfalcone<br />

è al centro di un’intricata vicenda<br />

che vede coinvolto il binomio Unicredit-Maersk<br />

e tutte le istituzioni italiane<br />

partendo dal Governo, per arrivare a<br />

Regione, Provincia e Comune. In ballo<br />

c’è il progetto per la realizzazione<br />

di un superporto che diventi una base<br />

strategica dell’operatore mondiale numero<br />

uno del trasporto dei containers<br />

via mare, cioè della danese A.P. Moller<br />

– Maersk Group.<br />

Il progetto presentato da Unicredit<br />

alla fine del 20<strong>10</strong> prevedeva la realizzazione<br />

di una banchina da 1.750 metri<br />

con fondale di 16,5 metri con la capacità<br />

di ospitare contemporaneamente 4<br />

portacontainer da 8.000 Teu lunghe circa<br />

340 metri, oppure 3 portacontainer<br />

da 13.000 Teu lunghe quasi 400 metri.<br />

Inoltre il piano prevedeva la realizzazione<br />

di un’area per lo stoccaggio dei<br />

containers di oltre 166 ettari. Si prevedeva<br />

che la prima parte del nuovo terminal<br />

sarebbe entrata in funzione nel<br />

2016 con la capacità di movimentare<br />

350.000 Teu all’anno che sarebbero<br />

dovuti diventare un milione nel 2020<br />

alla fine della seconda fase dei lavori.<br />

Le previsioni futuristiche prevedevano<br />

poi che il porto di Monfalcone avrebbe<br />

movimentato 2 milioni di Teu nel 2025<br />

fino a raggiungere i 3,2 milioni entro il<br />

2033.<br />

L’investimento complessivo previsto<br />

era di 1.029 milioni di euro ai quali si<br />

sarebbero aggiunti 119 milioni per il<br />

miglioramento delle infrastrutture al<br />

di fuori dell’area portuale. L’impegno<br />

finanziario diretto di Unicredit era previsto<br />

in 435 milioni per la prima fase e<br />

340 milioni per la seconda, quindi un<br />

esborso totale di 775 milioni di euro.<br />

Ovviamente il completamento delle<br />

opere previste per la realizzazione del<br />

cosiddetto “Corridoio 5” Lisbona-Kiev<br />

diventa strategico: la realizzazione<br />

della linea ferroviaria ad alta velocità<br />

sarà fondamentale per smistare questa<br />

enorme mole di containers. Ma anche<br />

la realizzazione della terza corsia<br />

38 - <strong>ottobre</strong> 2011

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