numero 1 anno 2011 - CCIAA di Catanzaro - Camera di Commercio
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lature notarili rintracciate nell’Archivio <strong>di</strong> Stato<br />
catanzarese. Con altrettanto rigore vengono riportati<br />
alla luce i fitti rapporti commerciali che legavano<br />
l’Arte della seta al Regno napoletano e, quin<strong>di</strong>,<br />
al mercato europeo, oltre che l’interazione <strong>di</strong><br />
una committenza esigente, economicamente rampante,<br />
che impone all’impren<strong>di</strong>toria tessile citta<strong>di</strong>na<br />
prodotti <strong>di</strong> prima qualità, competitivi stilisticamente<br />
oltre che sul piano tecnico. Un utilissimo<br />
regesto documentale fa da corredo allo scritto, puntualizzando<br />
con acribia il fitto <strong>di</strong>spiegarsi delle attività<br />
economiche ufficializzate mercè l’attività<br />
rogatoria dei notai citta<strong>di</strong>ni. Su questa meticolosa<br />
“or<strong>di</strong>tura” storica creata da Garcea, Oreste Sergi<br />
ricostruisce attraverso il commento scientifico ai testi<br />
cinquecenteschi una sintetica ma fitta serie <strong>di</strong><br />
collegamenti tra l’evidenza documentale e il prodotto<br />
finito. Tipologie tessili, regole e or<strong>di</strong>namenti<br />
che ne determinano la creazione vengono esplicati<br />
contemporaneamente sul piano tecnico-esecutivo e<br />
su quello visivo grazie ad un ricco apparato fotografico.<br />
La trascrizione commentata delle norme<br />
costitutive, arricchita da note esplicative e dal glossario<br />
faticosamente compilato sulla scorta <strong>di</strong> testi<br />
rari, prospetta così con facilità e schiacciante evidenza<br />
la qualità e il prestigio del patrimonio tessile<br />
catanzarese, affiancato necessariamente da <strong>anno</strong>tazioni<br />
sulla vita civile e religiosa, nonché sulle tra<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> <strong>Catanzaro</strong>. Anche le curiosità rintracciate<br />
lungo il <strong>di</strong>fficile cammino <strong>di</strong> rilettura e<br />
comprensione del testo <strong>di</strong>ventano uno spunto per<br />
riconsiderare la compagine produttiva della seta e<br />
inquadrarla nella storia citta<strong>di</strong>na come una pagina<br />
viva e imprescin<strong>di</strong>bile del patrimonio comune.<br />
Curiosità che sottolineano il sentire religioso e la<br />
pietà cristiana, come l’intestazione degli Statuti<br />
de<strong>di</strong>cati al Protettore della Città San Vitaliano o la<br />
fondazione in Cattedrale della Cappella della Maestranza,<br />
riconoscimento ufficiale del ruolo dei setaioli.<br />
Curiosità intrise <strong>di</strong> quoti<strong>di</strong>anità e vita vissuta<br />
che ben si esplicano nell’uso dell’italiano<br />
volgare e <strong>di</strong> citazioni vernacolari che designano<br />
termini tecnici altrimenti intraducibili («ligaturi,<br />
dubretto, dubletta, galla»). Curiosità scientificamente<br />
importanti che arricchiscono la conoscenza<br />
del tessuto catanzarese oltre che nelle varianti locali<br />
anche nel riconoscimento delle sue specifiche qualità,<br />
per meglio <strong>di</strong>re, delle eccellenze che lo resero celebre<br />
e ricercato sul mercato dell’Europa per più secoli».<br />
Non è un caso, quin<strong>di</strong>, se il nome della<br />
città, in qualsiasi epoca, fu sempre accomunato<br />
a quella avita attitu<strong>di</strong>ne dei suoi abitanti che, anche<br />
quando l’arte si ridusse ormai al lumicino,<br />
riuscirono a fare «grande industria <strong>di</strong> seta, e con<br />
essa f<strong>anno</strong> moltissimi lavori a telaro, dé quali n’è<br />
grande lo spaccio» 2 . Un’Arte antica per la quale è<br />
possibile tracciare un rapido accenno storico attraverso<br />
le parole del Grimal<strong>di</strong> il quale, nel pieno<br />
declino <strong>di</strong> questa “industria”, così scrive: «Non<br />
mi resta ora che accennare quanto riguarda le manifatture<br />
<strong>di</strong> seta, che trovansi in <strong>Catanzaro</strong> alquanto<br />
estese principalmente a causa della naturale<br />
inclinazione e della felice attitu<strong>di</strong>ne che per esse<br />
h<strong>anno</strong> i suoi abitanti i quali in tutto o almeno in<br />
parte la debbono alla remota epoca in che l’arte<br />
della seta fu in tale città conosciuta. Di fatti era<br />
ignota all’Europa che tributaria dell’Oriente pagava<br />
a caro prezzo le stoffe che da esso provenivano<br />
quando Roberto Guiscardo duca <strong>di</strong> Calabria nella<br />
metà del XI secolo ivi la introdusse 3 . Tal fatto è contestato<br />
non solo dalle antiche memorie che qui conservansi,<br />
ma benanche da molti storici fra i quali il<br />
dotto Prideaux in una nota della sua storia degli<br />
Ebrei ne fa particolar cenno. Detta introduzione<br />
però fu molto facilitata da alcuni Orientali pratici<br />
del mestiere che nella città trovavansi o si fecero venire,<br />
e da varii Ebrei che in essa stabilitisi nel 1073<br />
influivano moltissimo allo smercio dé tessuti <strong>di</strong><br />
seta, de’ quali si faceva anche gran ven<strong>di</strong>ta con significante<br />
guadagno in una fiera 4 del la durata <strong>di</strong><br />
quin<strong>di</strong>ci giorni che annualmente tenevasi e che richiamava<br />
il concorso <strong>di</strong> parecchi commercianti si<br />
regnicoli che esteri» 5 . Questo dato è molto importante<br />
se si pensa che dall’un<strong>di</strong>cesimo al do<strong>di</strong>cesimo<br />
secolo l’Europa fu interessata da una fiorente<br />
rinascita commerciale che abbracciò anche il<br />
meri<strong>di</strong>one d’Italia e, in modo particolare, Ca-<br />
6 - Obiettivo Calabria