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IDEE contro la discriminazione - Save the Children Italia Onlus

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La nazionalità è <strong>la</strong> risposta che raccoglie <strong>la</strong> percentuale più alta di risposte positive (63%),<br />

è discriminatorio escludere qualcuno perché ha una nazionalità diversa dal<strong>la</strong> propria. A<br />

questa prima caratteristica segue l’aspetto fisico (46,3%) e, con una differenza di 10 punti<br />

percentuali, l’espressione delle proprie idee (36,4%), a cui si affianca, con un valore di poco<br />

inferiore, l’abbigliamento. In altri termini sono proprio gli stranieri i soggetti maggiormente<br />

a rischio di subire comportamenti discriminanti. È più probabile che si escluda<br />

uno straniero piuttosto che qualcuno che abbia un aspetto fisico strano, o che si vesta<br />

in maniera partico<strong>la</strong>re o che esprima liberamente le proprie idee. Se poi si è stranieri, con<br />

un tratto fisico partico<strong>la</strong>re, con <strong>la</strong> tendenza ad esprimere idee diverse dagli altri e ci si veste<br />

anche in maniera ritenuta partico<strong>la</strong>re, è altamente probabile essere una vittima predestinata.<br />

Nel<strong>la</strong> domanda è anche data <strong>la</strong> possibilità di aggiungere altre risposte oltre a quelle<br />

presenti nel<strong>la</strong> lista precostituita, nel<strong>la</strong> voce “altro” sono state scritte una serie di caratteristiche,<br />

tra le quali si evidenziano (anche se con valori percentuali molto distanti da quelli<br />

indicati in precedenza): il colore del<strong>la</strong> pelle, <strong>la</strong> religione e l’omosessualità.<br />

Confrontando questa domanda del questionario con quel<strong>la</strong> ad essa specu<strong>la</strong>re presente nell’intervista<br />

si registrano posizioni tra loro assolutamente coerenti. Di seguito si riportano<br />

brani di interviste che corroborano i risultati forniti dai numeri dei questionari, esplicitando<br />

in maniera più chiara le motivazioni che sono dietro e dentro i dati statistici e<strong>la</strong>borati.<br />

Si osservi come i ragazzi spiegano che un buon motivo per discriminare è il colore<br />

del<strong>la</strong> pelle, l’essere stranieri.<br />

I: “Secondo te <strong>la</strong> persona viene discriminata in base a cosa?”<br />

R: “Dal colore del<strong>la</strong> pelle, come si veste, da dove viene” (int. 204)<br />

I: “Secondo te <strong>la</strong> persona viene discriminata in base a cosa?”<br />

R: “Dal colore, dal<strong>la</strong> lingua, da alcuni atteggiamenti. Oppure dal<strong>la</strong> timidezza, da<br />

come si pone” (int. 205)<br />

I: “Secondo te chi sono le persone che vengono discriminate maggiormente e perché?”<br />

R: “Le persone, gli stranieri, gli extracomunitari che arrivano qua in <strong>Italia</strong> e vogliono<br />

imparare una lingua, trovare un <strong>la</strong>voro oppure perché vengono da un Paese dove<br />

c’è una guerra e invece qua trovano qualcuno che li discrimina e li fa chiudere<br />

dentro loro stessi” (int. 257)<br />

Interessante <strong>la</strong> risposta di un intervistato di Prato che ordina le comunità di stranieri a<br />

rischio di <strong>discriminazione</strong> in base al<strong>la</strong> loro presenza numerica, quindi al<strong>la</strong> paura (di<br />

invasione? Di contaminazione?) che suscita.<br />

I: “Secondo te le persone di quale Paese sono le più discriminate?”<br />

R: “Nel<strong>la</strong> città di Prato i cinesi, in ordine, gli albanesi, i rumeni e i marocchini e<br />

forse, ultimamente i senegalesi”<br />

I: “Secondo te per quale motivo?”<br />

R: “Secondo me l’ordine dipende dal<strong>la</strong> dimensione e grandezza del<strong>la</strong> comunità, <strong>la</strong><br />

comunità cinese è quel<strong>la</strong> più grande e forse quel<strong>la</strong> che spaventa di più” (int. 142)<br />

Così come per le risposte del questionario, anche nelle interviste emerge, come motivazione<br />

del<strong>la</strong> <strong>discriminazione</strong>, l’abbigliamento, l’essere o meno al<strong>la</strong> moda.<br />

I: “Ci potresti raccontare cosa è successo, in che modo, dove e quando?”<br />

R: “Non parlo di <strong>discriminazione</strong> razziale, ma comunque si vede tutti i giorni che<br />

esistono ragazze che non sono così addette al<strong>la</strong> moda che vengono prese in giro<br />

da altre ragazze o ragazze comunque che non hanno una vita sociale come si<br />

pensa normale e vengono prese in giro. Sono situazioni che vivi quotidianamente”<br />

I: “È più di un caso?”<br />

R: “Sì” (int. 51)<br />

Un’ulteriore informazione ricavata dai questionari è data dal<strong>la</strong> scomposizione del dato in base<br />

a tre variabili: Provincia di studio, genere e nazionalità.<br />

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