IDEE contro la discriminazione - Save the Children Italia Onlus
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“Per <strong>la</strong> prima volta siamo stati noi<br />
a scendere in campo”<br />
Il protagonismo dei ragazzi e delle ragazze durante <strong>la</strong> fase di ricerca ha portato ad una serie di<br />
risultati che qui si vogliono sinteticamente delineare. L’esperienza ha sistematizzato e arricchito<br />
quanto sviluppato nel primo modulo formativo, offrendo agli intervistatori <strong>la</strong> possibilità<br />
di “ascoltare le opinioni e conoscere le storie degli altri”. L’approfondimento tematico è stato<br />
inoltre accompagnato da un “esercizio di empatia” che ha portato all’in<strong>contro</strong> con l’altro:<br />
“perché ho imparato a rapportarmi meglio con gli altri, ma anche ad ascoltare”, “perché se non sei<br />
mai stato discriminato facendo le interviste capisci come ci si sente”. Infine, <strong>la</strong> ricerca ha permesso<br />
di sensibilizzare altri adolescenti sulle tematiche del progetto: spesso l’intervista e il questionario<br />
sono stati, infatti, il pretesto per avviare un confronto sul fenomeno del<strong>la</strong> <strong>discriminazione</strong><br />
(“perché abbiamo fatto riflettere anche gli altri su ciò su cui avevamo <strong>la</strong>vorato”).<br />
Le sfide per promuovere l’inclusione sociale<br />
Le conclusioni sono<br />
state e<strong>la</strong>borate grazie<br />
agli spunti emersi<br />
dal<strong>la</strong> ricerca tra pari,<br />
dai questionari di<br />
valutazione e dalle<br />
riunioni di equipe/<br />
coordinamento. Sono<br />
riportate in corsivo le<br />
citazioni degli<br />
studenti e dei<br />
docenti.<br />
Al<strong>la</strong> domanda “Consiglieresti ad un’altra c<strong>la</strong>sse di partecipare al progetto” una ragazza<br />
del<strong>la</strong> Provincia di Venezia ha così motivato <strong>la</strong> sua risposta: “lo consiglierei, per dire ancora<br />
una volta NO al<strong>la</strong> <strong>discriminazione</strong>!”. “<strong>IDEE</strong> <strong>contro</strong> <strong>la</strong> <strong>discriminazione</strong>” ci ha insegnato<br />
che questi “NO” possono essere pronunciati e mantenuti solo se supportati dalle seguenti<br />
raccomandazioni e buone prassi:<br />
• Approccio olistico: per promuovere l’inclusione dei minori di origine straniera è<br />
necessario sviluppare un <strong>la</strong>voro più ampio che - a partire dal coinvolgimento di tutto<br />
il gruppo dei pari e degli adulti di riferimento - possa incidere sull’humus valoriale e<br />
culturale delle comunità locali. Analizzando i dati del<strong>la</strong> ricerca tra pari, sorprende <strong>la</strong><br />
“normalità” con cui sono percepiti gli episodi di <strong>discriminazione</strong>. È necessario quindi<br />
<strong>la</strong>vorare trasversalmente sulle molteplici forme in cui <strong>la</strong> <strong>discriminazione</strong> si può manifestare,<br />
affinché <strong>la</strong> violenza verso il diverso (sia essa simbolica, psicologica o fisica) non<br />
sia più accettata.<br />
• Approccio integrato: il contrasto del<strong>la</strong> <strong>discriminazione</strong> necessita di un <strong>la</strong>voro di rete,<br />
che valorizzi le specificità delle singole agenzie all’interno di un quadro di intervento<br />
armonico. Avendo come punto di riferimento il contesto sco<strong>la</strong>stico, è quindi auspicabile<br />
sostenere percorsi integrati di accoglienza e di inclusione che agiscano su diversi<br />
livelli: da quello educativo nel gruppo c<strong>la</strong>sse e tra i pari, a quello re<strong>la</strong>zionale con le famiglie,<br />
a quello amministrativo e giuridico per assicurare l’accesso ai servizi e <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> dei<br />
diritti a ciascun allievo.<br />
• Partecipazione attiva: facendo tesoro dell’esperienza maturata all’interno del progetto,<br />
risulta di fondamentale importanza promuovere il principio di partecipazione,<br />
attraverso un significativo protagonismo degli adolescenti e degli adulti coinvolti. Nello<br />
specifico, una valutazione delle conoscenze/competenze dei ragazzi, un’analisi del contesto<br />
di intervento e un’individuazione di spazi di co-progettazione sono attenzioni rilevanti<br />
affinché sia possibile sostenere gli studenti nei loro percorsi di crescita e di autotute<strong>la</strong>.<br />
I dati del<strong>la</strong> ricerca e l’esperienza nei 26 istituti con cui abbiamo potuto col<strong>la</strong>borare<br />
mostrano come <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> sia un contesto a serio rischio di <strong>discriminazione</strong>. Allo stesso<br />
tempo, considerando il valore che <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> – in quanto agenzia educativa – riveste, riteniamo<br />
che da essa non si possa prescindere per promuovere il cambiamento sociale che<br />
noi tutti auspichiamo. È quindi proprio dai contesti di educazione formale e avendo ben<br />
presente le raccomandazioni sopra descritte che dobbiamo ripartire per rinnovare “i nostri<br />
NO al<strong>la</strong> <strong>discriminazione</strong>”.<br />
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