di Raffae<strong>la</strong> Mi<strong>la</strong>no Direttore Programmi <strong>Italia</strong>-Europa <strong>Save</strong> <strong>the</strong> <strong>Children</strong> <strong>Italia</strong> <strong>Onlus</strong> Nessuna distinzione può avere un peso quando si tratta di garantire i diritti di un minore, si tratti del<strong>la</strong> sua origine etnica o del colore del<strong>la</strong> pelle, del genere o del credo religioso, del<strong>la</strong> situazione economica familiare così come di ogni altra circostanza. È quello che stabilisce il principio di non <strong>discriminazione</strong>, uno dei pi<strong>la</strong>stri fondamentali del<strong>la</strong> Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza approvata dalle Nazioni Unite nel 1989. Si tratta di un principio se vogliamo molto semplice, nel<strong>la</strong> sua enunciazione. Tuttavia, l’attuazione pratica di questo principio di civiltà non può mai considerarsi acquisita una volta per tutte. Lo dimostrano anche le pagine che seguono e che ci consegnano un quadro, per certi versi al<strong>la</strong>rmante, delle situazioni di <strong>discriminazione</strong> che ragazzi e ragazze incontrano oggi nel rapporto con i coetanei e con il mondo degli adulti, originate da razzismo e omofobia, così come da altre forme di stigmatizzazione legate all’aspetto fisico, al modo di vestire, al<strong>la</strong> disabilità, e così via. I dati raccolti, per quanto limitati dal punto di vista quantitativo, offrono uno spaccato importante sulle “discriminazioni quotidiane” vissute da molti ragazzi in ambiente sco<strong>la</strong>stico. Le testimonianze sono ancora più significative perché frutto di un impegno diretto di giovani intervistatori che hanno realizzato il <strong>la</strong>voro di ricerca a contatto con i coetanei, in una re<strong>la</strong>zione dunque “tra pari”. Sono testimonianze che attraversano l’<strong>Italia</strong> dal nord al sud, mettendo a confronto le esperienze vissute da adolescenti in contesti anche molto diversi tra loro. La re<strong>la</strong>zione tra pari, <strong>la</strong> partecipazione attiva dei ragazzi nel<strong>la</strong> lotta <strong>contro</strong> ogni forma di <strong>discriminazione</strong> è una delle strategie chiave di <strong>Save</strong> <strong>the</strong> <strong>Children</strong>. Questa è stata anche <strong>la</strong> cifra del progetto “<strong>IDEE</strong> <strong>contro</strong> <strong>la</strong> <strong>discriminazione</strong>”: aprire spazi e occasioni di riflessione e di confronto affinché siano proprio i più giovani i primi interpreti dei diritti e dei conseguenti doveri di cittadinanza. Un ringraziamento per questo <strong>la</strong>voro va innanzitutto ai ragazzi e alle ragazze che hanno curato <strong>la</strong> realizzazione del<strong>la</strong> ricerca qui presentata, che hanno par<strong>la</strong>to con i loro coetanei raccogliendone il punto di vista e <strong>la</strong> testimonianza. Un ringraziamento sentito va ai loro insegnanti che hanno accompagnato con passione e professionalità questo processo e, naturalmente, al Ministero dell’Interno che ha creduto nel progetto e lo ha finanziato con i fondi FEI e ai nostri partner di progetto, <strong>la</strong> Unione delle Province <strong>Italia</strong>ne e TECLA. L’impegno di <strong>Save</strong> <strong>the</strong> <strong>Children</strong> è oggi volto a tenere vive le re<strong>la</strong>zioni che si sono stabilite tra le realtà territoriali coinvolte, anche molto diverse tra loro, affinché si possa proseguire e diffondere l’esperienza avviata puntando proprio sul<strong>la</strong> crescita e lo sviluppo del <strong>la</strong>voro di rete. Perché si diffonda in <strong>Italia</strong> <strong>la</strong> consapevolezza che – per dirlo con le parole di uno dei ragazzi intervistati - “al<strong>la</strong> fine <strong>la</strong> <strong>discriminazione</strong> è solo una forma per esorcizzare <strong>la</strong> propria paura”. Mentre fare rete aiuta, appunto, a vincere le paure e ad aprirsi a chi è diverso da noi con rispetto e voglia di conoscersi. 5
IL PROGETTO Attività di gruppo (Provincia di Venezia) Attività delle sagome (Provincia di Venezia) I.P.S.S.A.R. Carol Woytj<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse III P (Provincia di Catania) 6