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IDEE contro la discriminazione - Save the Children Italia Onlus

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CONTRO LA<br />

idee DISCRIMINAZIONE<br />

PREFAZIONE<br />

di Silvia Pagnin<br />

Assessore Cultura,<br />

Cooperazione allo<br />

sviluppo, Intercultura<br />

e Integrazione<br />

Provincia di Pisa<br />

Presidente Istituzione<br />

Centro Nord-Sud<br />

Le culture non sono folklore e<br />

il pluralismo non è <strong>la</strong> tolleranza<br />

degli altri in quanto più o meno<br />

esotici (...); è il riconoscimento<br />

dell’incommensurabilità<br />

fondamentale ed essenziale<br />

delle diverse forme di cultura,<br />

di religione e di modi di vivere<br />

(Raimon Panikkar)<br />

e incisivo fenomeno delle migrazioni che negli ultimi decenni hanno interessato<br />

molti paesi europei e l'<strong>Italia</strong> in partico<strong>la</strong>re, ha modificato non solo l’andamento<br />

e <strong>la</strong> composizione demografica del nostro Paese, ma <strong>la</strong> stessa percezione<br />

L’intenso<br />

delle re<strong>la</strong>zioni sociali, del<strong>la</strong> cultura civile e politica italiana. Lo stesso concetto di “intercultura”<br />

fatica a trovare spazio nel nostro modo di pensare, anche se oggi si è delineata <strong>la</strong><br />

consapevolezza dell'ineluttabilità di un percorso di ristrutturazione del nostro essere italiani.<br />

Una consapevolezza che sta maturando solo in parte attraverso una decisa apertura<br />

all'integrazione. Secondo i dati del Dossier Caritas 2011, infatti, rispetto ad un'<strong>Italia</strong> multiculturale<br />

il 12,2% degli italiani mostra un certo timore, il 16,2% <strong>la</strong> guarda con sospetto,<br />

il 35% <strong>la</strong> ritiene inevitabile mentre è il 29,7% ad attender<strong>la</strong> con fiducia. L’<strong>Italia</strong><br />

è a tutti gli effetti un Paese multietnico e multiculturale, lo si percepisce camminando<br />

nelle città, nei negozi, nei luoghi di <strong>la</strong>voro, negli ospedali, ma lo si vede<br />

soprattutto a scuo<strong>la</strong>. Nelle scuole italiane è ormai <strong>la</strong> normalità <strong>la</strong> presenza di studenti<br />

di origine straniera. Questa presenza è <strong>la</strong> conseguenza naturale all’evoluzione<br />

di una società inserita in un mondo globalizzato nel<strong>la</strong> quale <strong>la</strong> migrazione è un<br />

fenomeno normale e costitutivo. Gli “immigrati”, una categoria con <strong>la</strong> quale si<br />

tenta di ridurre ad unità <strong>la</strong> molteplicità di persone e culture, sono una presenza<br />

plurale, strutturata e radicata, di 5 milioni di persone che rappresentano il 7,5%<br />

del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione italiana. Questa nuova composizione sociale porta con sé inevitabilmente<br />

un atteggiamento di paura, diffidenza e di rigetto, che, lungi dall'essere<br />

sottovalutato, deve invece essere affrontato, conosciuto e superato. Ancora qualche<br />

anno fa, <strong>la</strong> cronaca italiana ha informato fin troppo frequentemente di casi di<br />

razzismo e <strong>discriminazione</strong> nelle scuole (si vedano ad esempio le polemiche riguardanti<br />

l'uso del velo), oggi sembra invece maturo il tempo per una società non solo multiculturale<br />

ma propriamente interculturale.<br />

Il volume documenta il progetto “<strong>IDEE</strong> <strong>contro</strong> <strong>la</strong> <strong>discriminazione</strong>”, finanziato dall'Unione<br />

Europea e promosso dall'Unione delle Province <strong>Italia</strong>ne; si tratta di un'accurata indagine<br />

sulle discriminazioni reali e del<strong>la</strong> conseguente proposta di una strategia forte e incisiva<br />

di integrazione e inclusione.<br />

Le azioni positive messe in campo attraverso i <strong>la</strong>boratori svolti direttamente nelle c<strong>la</strong>ssi<br />

hanno destrutturato, ridotto ai minimi termini, annul<strong>la</strong>to molti pregiudizi e hanno spinto<br />

ad un atteggiamento col<strong>la</strong>borativo e di conoscenza reciproca.<br />

La produzione di guide informative sui servizi per i giovani che le istituzioni, e fra queste<br />

in primo piano le Province, completa il percorso. Certo il cammino è ancora lungo, e<br />

molte e unanimi sono state le voci che richiedono una prosecuzione del <strong>la</strong>voro e una più<br />

ampia copertura territoriale. Una sfida impegantiva al<strong>la</strong> quale le istituzioni sapranno certo<br />

far fronte.<br />

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