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IDEE contro la discriminazione - Save the Children Italia Onlus

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I: “E le persone che discriminavano cosa facevano?”<br />

R: “Si difendevano”<br />

I: “No, quelle che discriminavano”<br />

R: “Ah, prendevano in giro, ridevano”<br />

I: “E le persone presenti, che assistevano al<strong>la</strong> scena?”<br />

R: “Facevano finta di niente, o al massimo si divertivano” (int. 10)<br />

I: “Come hanno reagito le persone che erano presenti?”<br />

R: “Nada. Non hanno fatto niente” (int. 17)<br />

R: “Un ragazzino è stato preso in giro da altri ragazzi per il suo aspetto fisico,<br />

perché è ciccione”<br />

I: “Da parte di chi?”<br />

R: “Eh, non si può dire è anonimo”<br />

I: “Dove e quando?”<br />

R: “A scuo<strong>la</strong> durante <strong>la</strong> ricreazione”<br />

I: “Come mai è successo secondo te?”<br />

R: “Perché questa persona è molto timida e non riesce a reagire”<br />

I: “Come hanno reagito le persone presenti?”<br />

R: “Sono rimaste indifferenti” (int. 175)<br />

I: “Come ti sei sentito?”<br />

R: “Non me ne fregava un c.... (ride)”<br />

I: “Come hai reagito?”<br />

R: “Cioè normalmente, cioè. Una volta che non te ne frega niente, non senti<br />

neanche <strong>la</strong> necessità di reagire” (int. 1)<br />

I: “Ti è mai capitato di vedere qualcuno che è stato discriminato? Magari a scuo<strong>la</strong>...”<br />

R: “Sì”<br />

I: “Hai voglia di raccontarci cosa è successo?”<br />

R: “Sì, che una volta un ragazzo, visto che era di una nazionalità diversa, lo<br />

prendevano in giro”<br />

I: “Te hai reagito? Hai fatto qualcosa?”<br />

R: “No”<br />

I: “Come mai?”<br />

R: “Perché non lo conoscevo e non me ne fregava niente” (int. 21)<br />

I: “Allora, ti è mai capitato di vedere qualcuno discriminato a scuo<strong>la</strong>?”<br />

R: “Sì, alcune volte, durante alcune lezioni”<br />

I: “E tu cosa hai fatto?”<br />

R: “Eh, mi sono fatto i c.... miei”<br />

I: “Ehm... però come ti sentivi guardando sto fatto?”<br />

R: “Eh, all’inizio mi veniva da ridere, però ripensandoci ho pensato che fosse una<br />

cosa sbagliata” (int. 30)<br />

Ma si apre anche una parentesi di ottimismo considerando le affermazioni di chi, nelle<br />

sue risposte, dichiara di avere avuto una reazione di conso<strong>la</strong>zione e aiuto verso <strong>la</strong> vittima<br />

del<strong>la</strong> <strong>discriminazione</strong>. In questo caso il senso di empatia e di vicinanza è <strong>la</strong> forza motrice<br />

di una reazione che si avvicina all’altro comprendendone il dolore e <strong>la</strong> sofferenza per<br />

l’esclusione, <strong>la</strong> presa in giro, le forme di violenza subite.<br />

I: “Mi racconti anche come hanno reagito le persone presenti?”<br />

R: “A questa <strong>discriminazione</strong>?”<br />

I: “Sì”<br />

R: “La ragazza di colore ha iniziato a piangere perché non sapeva come sfogare <strong>la</strong><br />

propria rabbia, il proprio dolore insomma. L’altra ragazza invece ha avuto un<br />

atteggiamento di indifferenza però internamente si vedeva <strong>la</strong> sua sofferenza. I<br />

presenti non hanno fatto altro che reagire, rispondere, far notare <strong>la</strong> stupidità di<br />

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