IDEE contro la discriminazione - Save the Children Italia Onlus
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CONTRO LA<br />
idee DISCRIMINAZIONE<br />
quelle affermazioni al ragazzo che le aveva fatte, diciamo o alle persone che<br />
pensavano questo del<strong>la</strong> ragazza col velo, diciamo che non c’è stato nessuno che<br />
ha appoggiato, sostenuto le affermazioni di questo ragazzo” (int. 164)<br />
I: “Come reagirebbe ad una esperienza di razzista nei tuoi confronti?”<br />
R: “Io sono credente e quindi anche di fronte ad un’esperienza di razzismo,<br />
chiamiamolo così, cercherei di capire, se è possibile, e di dialogare con questa<br />
persona, se possibile, anche se l’episodio di razzismo è un episodio un po’ forte e<br />
non so come reagirei, però ecco razionalmente cercherei di dialogare”<br />
I: “Di dialogare, di andare in<strong>contro</strong> al<strong>la</strong> persona”<br />
R: “È l’unico modo diciamo” (int. 153)<br />
I: “Come hai reagito?”<br />
R: “Per prima cosa vedo se è grave, se è uno scherzo non faccio niente, se si<br />
accaniscono cerco di fermarli, sì, sì cerco di fermarli” (int. 162)<br />
L’ultima domanda del questionario costruisce <strong>la</strong> graduatoria degli intervistati su chi,<br />
secondo loro, dovrebbe intervenire per contrastare <strong>la</strong> <strong>discriminazione</strong>.<br />
TABELLA 7. AGENZIA DI CAMBIAMENTO:<br />
GRADUATORIA DEGLI INTERVISTATI<br />
Agenzia di cambiamento<br />
Famiglia<br />
Stato<br />
Scuole<br />
Amici<br />
Adulti di riferimento<br />
Mass media<br />
Social network<br />
Graduatoria<br />
I<br />
II<br />
III<br />
IV<br />
V<br />
VI<br />
VII<br />
La prima agenzia di cambiamento dei comportamenti discriminatori è <strong>la</strong> famiglia, seguita<br />
dallo Stato e dalle scuole. Molto importanti anche gli amici che, se pure si pongono al<br />
quarto posto, di fatto occupano il terzo insieme al<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>. Il gruppo dei pari è indicato<br />
ancora una volta come uno “strumento” fondamentale nell’intervento educativo/formativo<br />
per gli adolescenti.<br />
Nelle interviste <strong>la</strong> domanda posta era più aperta e chiedeva a ragazzi e ragazze di indicare<br />
quali potessero essere delle soluzioni da mettere in atto per contrastare <strong>la</strong> <strong>discriminazione</strong>.<br />
Quindi si stimo<strong>la</strong>va un ragionamento più ampio, che andava oltre l’indicazione<br />
dei soggetti responsabili di agire, e abbracciava una prospettiva di intervento più<br />
generale. Per questo nelle parole degli alunni si ritrovano ragionamenti complessi che contengono<br />
anche il riferimento, per esempio, al<strong>la</strong> famiglia, allo Stato, al<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> o al<strong>la</strong> televisione,<br />
ma indicandone anche il contesto e i perché del<strong>la</strong> loro azione.<br />
I: “Cosa faresti <strong>contro</strong> <strong>la</strong> <strong>discriminazione</strong> a scuo<strong>la</strong>?”<br />
R: “Ah. Beh, prima di tutto, <strong>la</strong> causa principale di questa <strong>discriminazione</strong> è data<br />
dal<strong>la</strong> famiglia e per questo <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> può solo contrapporsi ma non può sostituir<strong>la</strong>,<br />
comunque non ci dovrebbero essere impiegati appunto che mostrano queste<br />
idee, questa <strong>discriminazione</strong> in modo da non dare un esempio agli studenti. Il fatto<br />
di vivere otto o comunque sei ore di scuo<strong>la</strong> insieme ad un altro ragazzo che si<br />
considera diverso dovrebbe aiutare appunto a non avere questo blocco mentale<br />
del<strong>la</strong> diversità e quindi del<strong>la</strong> paura, che al<strong>la</strong> fine <strong>la</strong> <strong>discriminazione</strong> è solo una<br />
forma per esorcizzare <strong>la</strong> propria paura e riguardo a questo l’individuo dovrebbe<br />
essere tranquillizzato”<br />
I: “Grazie per l’intervista” (int. 164)<br />
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