IDEE contro la discriminazione - Save the Children Italia Onlus
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I: “Hai mai discriminato?”<br />
R: “Sì”<br />
I: “Come ti sei sentito dopo?”<br />
R: “Bene perché è <strong>la</strong> mia idea”<br />
I: “Credi che si possa fare qualcosa per combattere il pensiero e l’atteggiamento di chi<br />
discrimina?”<br />
R: “No, perché io cioè non lo trovo sbagliato” (int. 252)<br />
Quest’ampia panoramica di episodi di <strong>discriminazione</strong>, oltre che sottolineare <strong>la</strong> normalità,<br />
gravità e diffusione del fenomeno all’interno del mondo scuo<strong>la</strong>, quindi di una<br />
realtà che dovrebbe essere luogo protetto e di crescita, porta a individuare alcuni contenuti<br />
specifici del<strong>la</strong> <strong>discriminazione</strong> stessa. Alcuni di questi si sono già visti (per esempio i<br />
motivi del<strong>la</strong> <strong>discriminazione</strong>) altri si vedranno in seguito (per esempio <strong>la</strong> reazione dei presenti).<br />
Altri ancora compaiono ora e sono contingenti all’evento discriminatorio, come il<br />
suo essere anche una presa in giro “alle spalle”: non si discrimina solo di fronte al<strong>la</strong> vittima,<br />
ma <strong>la</strong> sua esclusione prosegue anche nello spar<strong>la</strong>re in sua assenza. Altri elementi ancora<br />
sembrano essere estemporanei come “l’amico Cim” che arriva con il cavalletto a sistemare<br />
<strong>la</strong> questione <strong>discriminazione</strong>, una sorta di giustiziere che non dovrebbe trovarsi nel<strong>la</strong><br />
condizione di essere tale, e che nel<strong>la</strong> sua azione sicuramente non può e non deve diventare<br />
esempio di soluzione possibile del problema.<br />
Si riprendono i dati del<strong>la</strong> Tabel<strong>la</strong> 6 risultante dalle e<strong>la</strong>borazioni dei questionari e, anche<br />
in questo caso, si scompongono le informazioni in base al<strong>la</strong> Provincia di studio e al genere,<br />
considerando solo le risposte che indicano una forte presenza di comportamenti discriminatori<br />
(in molti momenti e sempre). La prima osservazione è che il genere non incide<br />
nel<strong>la</strong> visione/percezione di una <strong>discriminazione</strong>, le percentuali delle ragazze e dei ragazzi<br />
si equivalgono. Invece se si legge il dato in base al<strong>la</strong> città si ottiene una gerarchia ben definita,<br />
che va dal quasi 37% di Mi<strong>la</strong>no e Roma al 26,5% di Napoli. È interessante notare<br />
che, a parte l’eccezione di Catania, nel caso delle altre Province, questa gerarchia come<br />
tendenza rispecchia quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> percentuale di stranieri presenti tra gli intervistati.<br />
GRAFICO 11. PERCEZIONE DELLA PRESENZA DI FENOMENI<br />
DI DISCRIMINAZIONE A SCUOLA: COMPARAZIONE DEI VALORI PERCENTUALI DISTINTI<br />
PER PROVINCE (ANNO SCOLASTICO 2011-2012)<br />
35<br />
diSCriminazione a SCuo<strong>la</strong><br />
30<br />
25<br />
20<br />
15<br />
10<br />
5<br />
0<br />
36,9% 36,9% 35,3%<br />
33,1%<br />
32%<br />
28,8% 28,3%<br />
26,5%<br />
mi<strong>la</strong>no roma Catania prato Brescia pisa venezia napoli<br />
La successiva domanda chiedeva agli intervistati che tipo di reazione avessero avuto nel vedere<br />
qualcuno discriminato, e potevano scegliere tra una lista di possibili comportamenti. Da notare,<br />
nel grafico riepilogativo, che <strong>la</strong> domanda prevedeva <strong>la</strong> possibilità di fornire più di una risposta,<br />
considerando che in situazioni diverse si potevano mettere in atto reazioni differenti.<br />
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