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il lavoro di 5 anni il lavoro di 5 anni - Agricoltura - Regione Lazio

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ubblicaz<br />

Il Pane<br />

del <strong>Lazio</strong><br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

62<br />

Un libro sul pane che ha <strong>il</strong> valore <strong>di</strong> una<br />

preziosa guida per i consumatori per<br />

ripercorrere i numerosi luoghi del<br />

<strong>Lazio</strong> dove la coltivazione del grano e la<br />

tra<strong>di</strong>zione del pane si fa più antica.<br />

Il pane <strong>di</strong> Genzano IGP, quello <strong>di</strong> Lariano, la<br />

ciriola romana, la notissima pizza bianca. Sono<br />

soltanto alcune delle numerosissime varietà <strong>di</strong><br />

pane del <strong>Lazio</strong>, regione da sempre vocata alla<br />

produzione <strong>di</strong> frumenti. Basti pensare che<br />

nella sola provincia <strong>di</strong> Roma esistono un<strong>di</strong>ci<br />

tipologie <strong>di</strong> pani <strong>di</strong>verse, cui si aggiungono<br />

quelle della Sabina (sciapo o salato) o della<br />

Tuscia. Vocazione che risale ai tempi antichi:<br />

nella Roma <strong>di</strong> Augusto ad esempio erano attivi<br />

ben 400 forni. E oggi <strong>il</strong> pane rimane, oltre che<br />

una costante dell’alimentazione <strong>di</strong> ognuno <strong>di</strong><br />

noi, un simbolo della tra<strong>di</strong>zione che si ripete e<br />

si rinnova, garantendoci quoti<strong>di</strong>anamente un<br />

sapore autentico, genuino eppur <strong>di</strong>fferente, a<br />

seconda del tipo prescelto. Un sapore gra<strong>di</strong>to<br />

ai palati dei gran<strong>di</strong> e dei bambini che stanno<br />

riscoprendo <strong>il</strong> gusto <strong>di</strong> una sana fetta <strong>di</strong> pane<br />

a merenda, magari accompagnata da un po’<br />

<strong>di</strong> olio extravergine d’oliva, oppure da qualche<br />

buon pomodorino o un po’ <strong>di</strong> ricotta fresca.<br />

Tutto questo è raccontato nel libro “Il pane del<br />

<strong>Lazio</strong>. Luoghi e cultura della f<strong>il</strong>iera granofarina-pane”<br />

realizzato dall’Associazione Roma<br />

Comunicazione con <strong>il</strong> sostegno degli<br />

assessorati all’<strong>Agricoltura</strong> e alla Piccola e<br />

Me<strong>di</strong>a Impresa della <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>.<br />

Circa 100 pagine per <strong>il</strong>lustrare tutti i pani delle<br />

cinque province del <strong>Lazio</strong> seguendone<br />

metodo <strong>di</strong> lavorazione, levitazione e le loro<br />

principali caratteristiche quali crosta, mollica,<br />

alveolatura. Una lettura per (ri)scoprire <strong>il</strong> gusto<br />

e la genuinità <strong>di</strong> una sana fetta <strong>di</strong> pane!<br />

“A tavola con<br />

i formaggi<br />

del <strong>Lazio</strong>”<br />

L’ARTE DI ABBINARE<br />

I SAPORI DEL TERRITORIO<br />

Il patrimonio lattiero caseario del <strong>Lazio</strong>, i suoi molteplici<br />

abbinamenti sulle nostre tavole, la storia della grande<br />

varietà dei formaggi della regione, la loro promozione sul<br />

territorio, l’attenzione verso i consumatori, siano essi soggetti<br />

privati o <strong>il</strong> mondo della ristorazione. Questi gli ingre<strong>di</strong>enti base<br />

<strong>di</strong> “A tavola con i formaggi del <strong>Lazio</strong>”, la pubblicazione a cura<br />

<strong>di</strong> Stefano Polacchi, e<strong>di</strong>to dall’assessorato all’<strong>Agricoltura</strong> della<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong> per <strong>di</strong>vulgare al grande pubblico i pregi le virtù<br />

e gli abbinamenti dell’eterogeneo mondo dei formaggi laziali,<br />

sud<strong>di</strong>visi per provincia e tra<strong>di</strong>zioni: si va dalla burrata <strong>di</strong> bufala<br />

alla ricotta <strong>di</strong> pecora della Tuscia, alla caciotta e pecorino della<br />

Sabina, al formaggio <strong>di</strong> capra, cacio ricotta e marzolina della<br />

Ciociaria, alla mozzarella <strong>di</strong> bufala dell’agro pontino.

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