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Nuovi orientamenti per le sfide del futuro<br />

Nel ripensare l’antimafia occorre certamente sfidare il fututo<br />

ed edificare basi solide per nuovi orientamenti che scardinano<br />

alcuni capisaldi del passato e che coinvolgono differenti<br />

sfere della macchina sociale e istituzionale. A dibattere sugli<br />

“orientamenti politico-istituzionali”, nel corso del convegno “Ripensare<br />

l’antimafia” che si è tenuto a Palermo a Palazzo Sterinella<br />

tavola rotonda, moderata da Nino Amadore, giornalista de ‘Il<br />

Sole 24 Ore’- sono stati il presidente della commissione parlamentare<br />

antimafia Rosy Bindi, il vice ministro dell'Interno Filippo<br />

Bubbico, il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, il sottosegretario<br />

allo Sviluppo Economico Simona Vicari e Raffaele<br />

Cantone, da poco nominato presidente dell'Autorità anticorruzione.<br />

"Riguardo all'agenzia nazionale dei beni confiscati – ha<br />

detto Filippo Bubbico viceministro dell'Interno - c'è un problema di<br />

natura gestionale. Quando le responsabilità non sono chiare e definite<br />

accade che ciascuno assuma delle soluzioni senza avere la<br />

responsabilità di ciò che accade". "La situazione incerta e confusa<br />

che viviamo é figlia di un quadro normativo che si é sviluppato per<br />

approssimazioni successive - ha aggiunto Bubbico - La fase del<br />

sequestro, che é anche quella più critica per l'azienda, deve essere<br />

fortemente presidiata dalla magistratura, ma la gestione deve<br />

essere affidata a mani sicure perché il valore patrimoniale possa<br />

essere conservato e anzi accresciuto".<br />

Il vice ministro ha spiegato che per lo Stato non si tratta di 'fare<br />

cassa' sui beni confiscati, ma di utilizzare correttamente le risorse<br />

sottratte alle mafie per coniugare il valore sociale della confisca a<br />

quello economico. Occorre allora ricostruire un clima di maggiore<br />

serenità e rispetto per le funzioni che ciascuno degli organi dello<br />

Stato deve esercitare.<br />

"Al Nord le mafie si muovono sotto traccia - ha detto il procuratore<br />

nazionale Franco Roberti- ma fanno affari sfruttando la corruzione,<br />

che del metodo mafioso fa parte perché consente le infiltrazioni<br />

nel mondo degli appalti e più in generale dell'economia". Roberti<br />

si è anche espresso sul riciclaggio che "avviene prevalentemente<br />

laddove é minore la pressione investigativa e dunque nei paesi<br />

stranieri fuori dall'Unione Europea; ciò richiede una più serrata<br />

cooperazione internazionale di cui purtroppo non si vedono<br />

esempi". Ampliando i confini e dunque gli orizzonti geo-politicoeconomici,<br />

gli scambi si ampliano certamente. "La globalizzazione<br />

dei mercati - ha concluso Roberti - ha moltiplicato le opportunità di<br />

espansione offerte alle organizzazioni criminali". Il procuratore nazionale<br />

antimafia, nel corso del suo intervento ha asserito anche<br />

che la diminuzione degli omicidi é un segnale confortante che attesta<br />

il buon funzionamento della repressione penale. L'omicidio<br />

di mafia, nell'ottica del mafioso, é la soluzione di un problema. L'intervento<br />

repressivo degli ultimi 20 anni, inoltre, ha determinato la<br />

riduzione degli omicidi e ha tolto dalla circolazione tanti mafiosi. Se<br />

si considera però la previsione di Giovanni Falcone sulla fine del<br />

fenomeno mafioso, in quanto fatto umano, non é ancora stata realizzata.<br />

Simona Vicari, Sottosegretario allo Sviluppo Economico,<br />

intervenendo al dibattito ha ribadito che accanto agli strumenti<br />

estremi del sequestro e della confisca vanno ricercate misure che<br />

consentano una difesa delle imprese nella fase iniziale in cui comincia<br />

a manifestarsi l'interesse della criminalità. "La reimmissione<br />

dei beni sequestrati nel mercato -ha detto il sottosegretario- deve<br />

essere perseguita con decisione, con tutte le cautele del caso, ma<br />

in questo un ruolo rilevante può essere assunto dal Ministero dello<br />

Sviluppo Economico". La Vicari ha poi affrontato il tema della<br />

difficoltà di accesso al credito per le imprese confiscate. "Mi<br />

piace dire- ha detto- che l'antimafia non ha prezzo, ma tutto ciò<br />

ha un costo. Esistono delle misure che possono essere proposte,<br />

evitando di creare una nuova forma di economia assistita”.<br />

Occorre utilizzare forme di sostegno operativo per le imprese,<br />

ad esempio istituendo uno sportello al quale possano rivolgersi<br />

gli amministratori delle aziende per acquisire fondi pubblici nazionali,<br />

come quelli del Fondo di garanzia, o europei. Una volta<br />

conclusa questa fase di incubazione assistita, sarebbe agevolata<br />

la vitalità economica delle imprese. Il ministero dello sviluppo<br />

economico è pronto a istituire questi 'front office’.<br />

L’intervento conclusivo della tavola rotonda è stato affidato al<br />

ministro della giustizia venuto per la prima volta in Sicilia e che,<br />

giunto a Palermo, ha visitato il carcere minorile Malaspina. Il<br />

suo obiettivo è proprio quello di riportare l'attenzione sul sistema<br />

penitenziario del Paese. Poiché spesso si è focalizzata<br />

l'attenzione sulle realtà che non funzionano, pensa sia giunto il<br />

momento di focalizzarsi anche su quelle che invece funzionano<br />

bene come la giustizia minorile che rappresenta un punto di eccellenza.<br />

"Mi auguro - ha detto Andrea Orlando - che la riforma<br />

del 416 ter sia approvata prima delle prossime elezioni. Mi sembra<br />

che ci siano tutti i presupposti politici perché questo avvenga".<br />

Pensa che non ci sia neppure bisogno di fare un<br />

decreto. “Mi sembra possibile- ha continuato- che il testo approvato<br />

alla Camera possa passare rapidamente al Senato altrimenti<br />

vedremo quali sono le strade per dare corso al<br />

cambiamento prima della prossima campagna elettorale". Il ministro<br />

della giustizia ha asserito che in Italia vige un sistema di<br />

contrasto alla criminalità organizzata molto evoluto. Ci sono tuttavia<br />

alcune lacune che vanno colmate. In primis quella dell'introduzione<br />

del reato di autoriciclaggio che costituisce uno<br />

strumento molto importante per contrastare quella criminalità<br />

che sta a cavallo tra economia e crimine in senso stretto. Quella<br />

zona grigia dove spesso si sono espanse le organizzazioni criminali<br />

nel corso di questi anni. "Sull'agenzia dei beni confiscati<br />

- ha concluso il ministro - bisogna sfruttare l'analisi fatta dai due<br />

gruppi di lavoro istituti dal ministero della Giustizia per ridare<br />

vitalità e slancio a questa struttura. Dopo decideremo con quali<br />

strutture sarà più utile proseguire. Bisogna intanto affrontare la<br />

crisi di identità che l'agenzia ha avuto".<br />

M.F.<br />

7aprile2014 asud’europa 17

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