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La puttana e la santa<br />

Franco La Magna<br />

Ida (2013) di Pawel Pawlikowski. Torna in scena la religiosissima<br />

Polonia con un film scritto “ad majorem gloriam dei”, “Ida”<br />

(2014) di Pawel Pawlikowski (rientrato in patria, dopo gli impegni<br />

internazionali) garbato scontro di due opposte weltanschauung:<br />

quella atea e comunista (disperata e perdente) e quella<br />

religiosa, vista come consapevole scelta “d’abbandono” del<br />

mondo, inferno di fallace precarietà privo delle siderali e granitiche<br />

certezze della fede nella trascendenza e nell’esistenza di Dio. In<br />

campo due donne antitetiche: Wanda, detta “la sanguinaria”, ex<br />

spietato procuratore dell’oppressivo regime comunista polacco<br />

(che ha mandato a morte gli oppositori controrivoluzionari della<br />

“dittatura del proletariato”) - ora alcolizzata e consacratasi ad<br />

amori occasionali (autodefinitasi “puttana”) - e la dolce e giovane<br />

Anna (nipote di costei, la “santa”), monacanda cresciuta in un’abbazia,<br />

del tutto ignara dei piaceri (e dei dolori del mondo). Anna,<br />

che scoprirà di chiamarsi Ida, prima di prendere i voti viene spedita<br />

dall’accorta madre superiora dall’unica zia (sorella della<br />

madre) affinché scopra la realtà fuori dal guscio conventuale e conosca<br />

(aiutata dalla zia) i segreti del suo passato. Scoprirà d’essere<br />

un’ebrea i cui genitori sono stati barbaramente massacrati<br />

da contadini polacchi durante l’occupazione nazista, al fine d’impadronirsi<br />

della casa e della terra, mentre lei ancora innocua neonata<br />

è stata “pietosamente” risparmiata.<br />

Pawlikowski fotografa opportunamente la cupa e miserabile Polonia<br />

degli anni ’60 (il film è ambientato nel 1962) con un essenziale<br />

bianco e nero che ne enfatizza il disarmante squallore, in contrapposizione<br />

alla sublime musica di Mozart (ripetutamente ascoltata<br />

da Wanda e riproposta, anche nella secca sequenza del<br />

suicidio della dissoluta “sanguinaria”, ormai priva d’ogni ideale e<br />

ragione di vita e probabilmente “pentita”), insieme ad una macchina<br />

da presa generalmente fissa (solo sporadicamente mobile),<br />

una sceneggiatura ed un montaggio essenziali, necessari alla durezza<br />

e al rigore di un’opera freddamente antispettacolare. Riproposte<br />

anche alcune hit italiane degli anni ’60 (“Guarda che luna”,<br />

24 mila baci”, “Portofino”) dalla piccola formazione musicale che<br />

si esibisce nell’albergo dove alloggiano le due donne e dove il giovane<br />

sassofonista - con il quale Anna avrà una fugace relazione<br />

in ossequio al suggerimento della zia (“Se non sei stata con un<br />

uomo, non sai cosa perdi”) prima di scegliere il definitivo ritorno in<br />

convento dove prenderà i voti - esegue brani di John Coltrane con<br />

l’inseparabile sax soprano. Viene in mente l’ultimo Antonioni (“Al<br />

di la delle nuvole”, 1995), con l’aggiunta d’una notte d’amore<br />

(“E dopo” continua a ripetere Ida all’occasionale compagno<br />

(peraltro già innamoratissimo), dopo aver “tentato” un’impossibile<br />

plagio della peccaminosa vita di Wanda), che conferma alla<br />

“santa” il suo incrollabile proponimento di votarsi a sposa di Dio.<br />

Presentato in anteprima durante l’ultima edizione del Torino<br />

Film Festival. Perfetta la scelta e l’interpretazione delle due protagoniste.<br />

Interpreti: Agata Kulesza - Agata Trzebuchowska<br />

- Joanna Kulig - Dawid Ogrodnik - Adam Szyszkowski - Jerzy<br />

Trela - Halina Skoczynska<br />

“Shadows”, web serie horror siciliana vince 5 premi a Los Angeles<br />

La web serie siciliana girata a Palermo, Shadows Of The Plague,<br />

si aggiudica 5 premi al Los Angeles Web Festival, uno<br />

dei premi più importanti del settore. La kermesse, conclusasi<br />

ieri a Los Angeles, dopo quattro giorni di visioni e premiazioni,<br />

ha visto la vittoria italiana di una web serie “infernale”.<br />

Firmata dai due registi Rosalia Le Calze ed Alessio Messina, è<br />

stata selezionata a LAweb Fest, e ha conquistato i premi quali miglior<br />

montaggio (Rosalia Le Calze), migliori effetti speciali (Alessio<br />

Messina, Daniele Trapani e Fabio bellavista), miglior attore protagonista<br />

(Vincenzo Favet) miglior sceneggiatura (Alessio Messina<br />

e Rosalia le calze) e miglior web serie horror di stile cinematografico.<br />

“Shadows” è la prima web serie del genere horror in Sicilia. Un<br />

“vero trionfo”, come dichiarano i responsabili del progetto, in<br />

quanto ha surclassato web series provenienti da ogni parte del<br />

mondo e finanziate con centinaia di migliaia di euro. La trama<br />

è in parte ambientata all’inferno: “Ecco perché – spiegano i due<br />

registi Rosalia Le Calze e Alessio Messina – facciamo uso di effetti<br />

speciali, cosa molto rara nella panoramica del cinema italiano<br />

indipendente, e abbiamo trasformato Palermo in un luogo<br />

surreale, sfruttando le suggestive location post guerra tipiche<br />

del luogo”.<br />

7aprile2014 asud’europa 49

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