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Da ieri a oggi: le donne e la mafia<br />

Martina Di Bella<br />

Il 22 marzo si commemorano le numerose vittime morte per<br />

mano della mafia. In occasione di questa giornata così importante,<br />

noi studenti dell’ IPSSAR Paolo Borsellino, insieme a<br />

molti altri di Palermo e della Sicilia abbiamo partecipato ad una<br />

conferenza sul tema “Donne e Mafia” organizzata dal centro studi<br />

“Pio La Torre”.<br />

Il tema è stato affidato a tre donne, una giornalista, Bianca Stancalelli,<br />

una prof.ssa, Ombretta Ingrascì e un sindaco, Elisabetta<br />

Tripodi, prima cittadina di Rosarno.<br />

Tutti gli interventi sono stati interessanti, ma ciò che ci ha colpito<br />

è stata la testimonianza del sindaco, che ha saputo coinvolgere<br />

noi studenti, parlando della sua esperienza di donna che ogni<br />

giorno lotta contro il potere mafioso.<br />

Lei ha iniziato il suo discorso spiegando che ciò che l’ha portata ad<br />

impegnarsi in politica sono stati un forte desiderio di cambiamento<br />

e la speranza di poter far vivere i propri figli e i giovani di Rosarno<br />

in una città civile ed onesta. Non è stato facile, inizialmente, prendere<br />

questa decisione poiché era consapevole dei pericoli che<br />

avrebbe potuto affrontare, sia lei che la sua famiglia. Nonostante<br />

ciò, con l’appoggio del marito, ha continuato la sua azione, affrontando<br />

le difficoltà e i pericoli perché il potere mafioso della<br />

'ndrangheta è oscuro e vendicativo.<br />

Durante la conferenza abbiamo assistito alla proiezione di un filmato<br />

che ha mostrato immagini di donne che, stanche di temere<br />

la mafia, hanno smesso di stare in silenzio, hanno cominciato a<br />

ribellarsi e a denunciare le ingiustizie subite. Queste madri, mogli<br />

o sorelle chiedevano giustizia perchè i loro cari erano stati uccisi<br />

da un potere che sembra invincibile.<br />

Attraverso il video, ci siamo resi conto che parlare, soprattutto se<br />

sei una donna sottomessa, è un atto di coraggio grandissimo che<br />

porta però a restare isolati. La donna che parla, sfida i parenti e<br />

non viene capita anzi viene condannata dal proprio ambiente, di<br />

mentalità mafiosa, dove conta solo la assoluta prepotenza. Un<br />

esempio di coraggio e di presa di posizione nei confronti del potere<br />

mafioso che uccide senza pietà ci viene fornito dalla storia di<br />

Rita Atria, una ragazza della nostra età, che si è uccisa dopo la<br />

strage di via D'Amelio, in cui perse la vita il giudice P. Borsellino e<br />

la sua scorta. Questo episodio è terribile e drammatico perchè<br />

Rita, scoraggiata e disperata si uccide. La ragazza apparteneva<br />

ed era vissuta all’interno di una famiglia calata in un ambiente<br />

mafioso, ma riescì a portare giustizia agli omicidi del padre e del<br />

fratello, mafiosi e uccisi per regolamenti di conto, collaborando<br />

con la magistratura e col giudice Paolo Borsellino. Lei non<br />

aveva mai partecipato a nessun delitto ma con le sue rivelazioni,<br />

collaborò all’arresto di numerosi mafiosi provenienti da<br />

Partanna, Sciacca e Marsala. Quando il giudice Borsellino fu<br />

ucciso fu presa dalla disperazione e si suicidò. Il suo gesto,<br />

scegliere di essere un testimone di giustizia, fu davvero straordinario<br />

per il coraggio mostrato. Le cose però non cambiano<br />

facilmente: sua madre la rinnegò e prese a colpi di martello la<br />

tomba della ragazza.<br />

Da allora le cose sono migliorate ma non cambiate del tutto e<br />

la vicenda di Denise, che denuncia il padre, assassino della<br />

propria madre, Lea Garofalo, perchè aveva deciso di ribellarsi<br />

alla 'ndrengheta, è ancora un esempio di un atto coraggioso<br />

ma raro.<br />

Da queste persone, dalle loro vicende abbiamo capito che le<br />

donne hanno un ruolo importantissimo nella nostra società<br />

anche nella lotta alla criminalità.<br />

Il sindaco, una signora gentile, una mamma attenta con i figli,<br />

che con semplicità ci parlava di minacce ricevute e di una forte<br />

voglia di non lasciarsi fermare, ci ha fatto riflettere.<br />

Questo incontro è stato utile a farci aprire gli occhi e farci capire<br />

quanto sia importante lottare e ribellarsi, affinché la forza delle<br />

donne e degli uomini in generale possa sconfiggre la prepotenza,<br />

la disonestà, la violenza e tutti i poteri mafiosi.<br />

IV BT<br />

IPSSAR “ Paolo Borsellino”<br />

Palermo<br />

4 7aprile2014 asud’europajunior

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