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i migranti irregolari ed in particolare le nigeriane le quali vengono<br />
picchiate, violentate e soggiogate con modalità che possono essere<br />
definite vere e proprie torture, (minori a cui viene tolto lo<br />
scalpo, donne con segni di bruciature di sigarette o da ferro da<br />
stiro ecc.), ed ancora rumene, albanesi , sudamericane, marocchine<br />
e cinesi.<br />
Poiché per migrare i debiti arrivano fino a 70.000 euro, queste<br />
donna dovranno guadagnare offrendo il proprio corpo a tutte le<br />
ore del giorno e della notte, tanto di quel denaro che a volte non<br />
basta una vita. Lo sfruttamento a fini sessuali sembra essere la<br />
forma di tratta degli esseri umani maggiormente presenta in Italia,<br />
seguito dal traffico per motivi di lavoro. Per tali casi la pena può<br />
scorrere da un minimo di anni 5, o 10 nei casi aggravati, e comportando<br />
altresì l’introduzione del sequestro e della confisca degli<br />
strumenti, ma soprattutto dei proventi della tratta e dei reati ad<br />
essa connessi. È addirittura prevista la confisca per equivalente.<br />
Il dramma delle spose bambine comincia a risvegliare le coscienze,<br />
succede in Afganistan dove le donne vengono promesse<br />
in sposa già da piccole e non possono ribellarsi.<br />
Di fatto il 52% delle mogli afgane sono bambine. E più il marito è<br />
anziano più l’età delle spose si abbassa. A tale dovere di prestazione<br />
sessuale si affianca il divieto imposto alle donne di uscire,<br />
cercare lavoro e andare dal medico senza il permesso del marito.<br />
L’ultima concessione degli organi del governo era stato l’innalzamento<br />
dell’età minima per il matrimonio da 9 a 16 anni. Lo stesso<br />
profeta Maometto sposò Aishia quando aveva 9 anni. Spesso<br />
sono l’ottava, la nona o la decima moglie, e poi costrette a parti<br />
precoci.<br />
Un’altra novità normativa sempre nel paese afgano è che la violenza<br />
del marito non sono considerate un crimine ed ora una<br />
nuova legge vieterà alle mogli di denunciare coniugi e parenti. Infatti<br />
in Afganistan la violenza sulle donne è un diritto.<br />
Quest’ultima legge già approvata dal Parlamento locale, non<br />
permetterà neppure alle donne di testimoniare contro mariti e<br />
parenti, né sorelle e figlie potranno più denunciare i familiari<br />
che le torturano. E ciò in omaggio alle leggi dei potentissimi talebani.<br />
Secondo l’osservatorio delle N.U. Womens e Right sono<br />
127 i paesi al mondo che non condannano la violenza sulle<br />
mogli, tra cui Cina, India Pakistan, Afganistan, Arabia Saudita,<br />
ma anche nei paesi quali la Russia o l’Ungheria.<br />
In quest’ultimo paese il maltrattamento in famiglia è reato dal luglio<br />
2013.<br />
Si parla ogni giorno di violenza contro le donne. Come viene<br />
affrontato giuridicamente<br />
Ogni storia è diversa dall’altra e affrontata in modo analitico.<br />
Nel 2007, un soggetto italiano venne condannato dal Tribunale<br />
di Buckenburg in Germania alla pena di reclusione per sei anni,<br />
per avere stuprato e seviziato la propria fidanzata, immigrata e<br />
di origine lituana. Ma il giudice tedesco sottolineò le origini<br />
sarde del giovane migrato per motivi di lavoro ed ha ritenuto di<br />
concedergli una diminuzione di pena in considerazione di “particolari<br />
impronte culturali ed etniche che avrebbero influenzato<br />
la sua condotta, avendo agito in un eccesso di gelosia”.<br />
O ancora, il caso di un immigrato pachistano condannato dal<br />
Tribunale di Brescia per l’omicidio della figlia Hina. Il movente<br />
dell’omicidio sarebbe stato l’intento di ristabilire l’onore della famiglia<br />
che Hina aveva infangato scegliendo uno stile di vita occidentale,<br />
rinnegando le proprie origini culturali e trasgredendo<br />
i precetti della religione islamica. Il giudice aveva riconosciuto<br />
la responsabilità del padre con l’aggravante di avere agito per<br />
motivi abietti e futili e gli ha inflitto una pena elevatissima a trent’anni<br />
di reclusione in sede di giudizio abbreviato, con le aggravanti<br />
della premeditazione e dei motivi abietti e futili. In<br />
questo caso si sono ritenuti violati beni giuridici ritenuti fondamentali<br />
irrinunciabili imprescindibili come la vita, integrità fisica<br />
e la libertà individuale, ritenendo non compatibile il rapporto tra<br />
multiculturalismo e teoria dei diritti fondamentali<br />
Un altro caso che risale al 1977 in Germania, riguardava un<br />
giovane italiano di 22 anni che aveva ucciso a colpi di pistola<br />
l’ex fidanzata che aveva deciso di interrompere la loro relazione,<br />
nonché ucciso altri tre amici che si trovavano con lei al<br />
momento dell’omicidio. La condanna era stata per omicidio<br />
semplice e non per omicidio aggravato poiché il giudice aveva<br />
ritenuto che il giovane si trovasse in una fase di adattamento<br />
culturale nella quale non si era ancora del tutto affrancato dalla<br />
mentalità siciliana e quindi non si era reso conto del carattere<br />
particolarmente abietto del motivo della sua condotta.<br />
Esistono diversi tipi di violenza, tra le quali la violenza psicologica.<br />
Il 25 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata contro<br />
la Violenza sulle Donne. Quali sono i report<br />
Dai dati riportati dall’Istat sugli abusi e sui maltrattamenti che<br />
subiscono le donne, infatti, emerge una situazione scoraggiante:<br />
si scopre che in Italia, una donna su tre tra i 16 e i 70<br />
anni, è stata vittima almeno una volta nella vita dell'aggressività<br />
di un uomo, il più delle volte, il 93%, dal proprio partner. Per<br />
quanto riguarda la violenza psicologica, le forme più diffuse<br />
sono l'isolamento o il tentativo di isolamento (46,7%), il controllo<br />
(40,7%), la violenza economica (30,7%), la svalorizzazione<br />
della persona (23,8%) e le intimidazioni (7,8%). Il lento<br />
insinuarsi di tali atteggiamenti,spesso finisce per essere accolto<br />
dalla donna.<br />
Contemporaneamente, il maltrattamento procura sofferenza e<br />
corrode, influenzando l’autostima della vittima, manipolandone<br />
lo stato psichico, restringendone la libertà d’azione. Secondo<br />
uno studio norvegese, inoltre, la violenza psicologica è strettamente<br />
correlate a quella fisica.<br />
7aprile2014 asud’europa 43