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Gennaio - Febbraio - Marzo 2007 - Ordine dei Giornalisti

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La riforma pensionistica rende difficile<br />

per i giovani rimasti senza lavoro<br />

il ricorso all’indennità di disoccupazione<br />

materiali raccolti da Franco Abruzzo<br />

Milano, 21 gennaio <strong>2007</strong>. La riforma pensionistica<br />

dell’Inpgi - bloccata dal veto della Fieg - punisce i giovani<br />

giornalisti assunti a tempo determinato e rimasti<br />

poi privi di lavoro. Oggi chi lavora tre mesi può chiedere<br />

all’Istituto una indennità di disoccupazione di tre<br />

mesi. Quando la riforma diventerà operativa questa soluzione<br />

non sarà possibile. Per tutti i futuri iscritti il diritto<br />

di accesso all’indennità di disoccupazione scatterà<br />

dopo che sia stato maturato un biennio di iscrizione<br />

all’Istituto.<br />

La riforma prevede: a) per tutti i futuri iscritti il diritto<br />

di accesso all’indennità di disoccupazione dopo che<br />

sia stato maturato un biennio di iscrizione; b) il periodo<br />

di disoccupazione indennizzabile rapportato alle<br />

sole giornate contrattualizzate; c) l’introduzione di un<br />

termine per la richiesta <strong>dei</strong> ratei di disoccupazione.<br />

Va detto che l’Inpgi, come si potrà vedere qui sotto, incassa<br />

ogni anno dagli editori da 15 a 17 milioni di euro<br />

per far fronte alle spese per la indennità di disoccupazione<br />

e ne spende in media la metà. Come si giustifica<br />

allora la stretta<br />

NORMATIVA IN VIGORE OGGI - QUANDO SI HA DIRITTO<br />

Prospetto 7<br />

(in migliaia di euro)<br />

Il giornalista disoccupato ha diritto all’indennità<br />

quando abbia almeno 12 contributi<br />

mensili, per l’assicurazione contro la disoccupazione,<br />

accreditati (versati o dovuti) nel<br />

biennio precedente l’inizio del periodo di disoccupazione.<br />

Il diritto all’indennità si consegue anche nel<br />

caso in cui siano stati prestati almeno 3 mesi<br />

di attività lavorativa nel biennio precedente<br />

lo stato di disoccupazione, per i quali<br />

siano stati accreditati (versati o dovuti) i contributi.<br />

In questo caso però l’indennità sarà<br />

corrisposta per un numero di mesi pari alle<br />

mensilità di contribuzione accreditata. In<br />

questa seconda ipotesi si parla di ammissione<br />

al trattamento con requisito ridotto.<br />

I contributi accreditati durante il periodo di lavoro<br />

a termine stipulato ai sensi del decreto<br />

Treu (con la defiscalizzazione) o similari, non<br />

danno diritto all’indennità di disoccupazione.<br />

(da: www.inpgi.it/prestazioni/inpgi_prestazioni-obbligatorie-disoccupazione.htm)<br />

Le altre prestazioni erogate dall’Inpgi<br />

(dalla relazione della Corte <strong>dei</strong> Conti ai bilanci 2004 e 2005)<br />

Oltre alle pensioni Ivs, che costituiscono la<br />

parte preponderante dell’attività istituzionale,<br />

la Gestione principale eroga, come già ricordato,<br />

una serie di altre prestazioni di carattere<br />

obbligatorio, quali indicate, con i corrispondenti<br />

costi annui, nel prospetto n. 6.<br />

Gli altri contributi obbligatori (esclusi cioè<br />

Prospetto 6<br />

(in migliaia di euro)<br />

LA RIFORMA DEL 1° LUGLIO 2005 (ancora<br />

non operativa).<br />

Trattamento di disoccupazione - Sono<br />

confermati i trattamenti che all’Inpgi sono di<br />

gran lunga superiori rispetto all’Inps. Sono<br />

state introdotte, inoltre, più favorevoli misure<br />

di sostegno per i dipendenti di aziende in crisi,<br />

fallite o in liquidazione, che perdano il lavoro<br />

in età variante tra i 40 e i 55 anni. In questi<br />

casi sarà accordato un accredito aggiuntivo<br />

di contributi figurativi variabile tra i 6 e i 12<br />

mesi. La riforma prevede inoltre: a) per tutti i<br />

futuri iscritti il diritto di accesso all’indennità di<br />

disoccupazione dopo che sia stato maturato<br />

un biennio di iscrizione; b) il periodo di disoccupazione<br />

indennizzabile rapportato alle sole<br />

giornate contrattualizzate; c) l’introduzione di<br />

un termine per la richiesta <strong>dei</strong> ratei di disoccupazione.<br />

(da:www.inpgi.it/circolari/2005/inpgi_cir<br />

colari-2005-ratifica-riforma-previdenziale.htm)<br />

quelli per Ivs) ed il rispettivo gettito annuo sono<br />

evidenziati nell’ulteriore prospetto (n. 7),<br />

dal quale risulta che il loro ammontare complessivo<br />

nel 2005 è aumentato del 13,1% rispetto<br />

al 2003, per effetto di incrementi che,<br />

seppur in varia misura, hanno interessato tutte<br />

le tipologie di contribuzione.<br />

ALTRE PRESTAZIONI OBBLIGATORIE 2003 2004 2005<br />

Liquidazione in capitale 14 6 53<br />

Pensioni non contributive 158 165 170<br />

Assegni familiari 155 190 209<br />

Trattamenti disoccupazione 8.183 7.738 8.029<br />

Gestione infortuni* 1.554 2.153 2.222<br />

Fondo garanzia trattamento fine rapporto 696 568 1.097<br />

Assegni per cassa integrazione 590 359 501<br />

Indennità cassa integrazione 104 0 0<br />

contr. solidarietà<br />

Indennità di mobilità 8 0 0<br />

Totale 11.462 11.179 12.281<br />

*Nel 2005 tra i costi figura anche l’accantonamento al Fondo infortuni dell’avanzo economico<br />

della<br />

Gestione, pari a mgl 737 di euro, accantonamento previsto dall’art. 6 della convenzione con la<br />

Fnsi<br />

ALTRI CONTRIBUTI OBBLIGATORI 2003 2004 2005<br />

Contributi Disoccupazione 15.947 17.029 17.629<br />

Contributi TBC anni precedenti* 38 32 15<br />

Contributi assegni familiari 487 516 534<br />

Contributi assicurazione infortuni 1.424 2.069 2.157<br />

Contributi mobilità 1.982 2.087 2.150<br />

Contributi fondo garanzia indennità anzianità 2.896 3.084 3.197<br />

Contributi di solidarietà 3.309 3.696 3.812<br />

Totale 26.083 28.513 29.494<br />

* Il contributo dello 0,05% per la TBC è stato soppresso dall’1/1/2000 (art. 3 della L. 448/1998)<br />

A fine biennio l’ammontare complessivo delle<br />

prestazioni elencate nel prospetto n. 6, è<br />

aumentato del 7,1% rispetto al 2003, con un<br />

tasso annuo di crescita più elevato nel 2005<br />

(9,8% contro il 7,5% dell’esercizio precedente)<br />

a causa, prevalentemente, delle variazioni<br />

della spesa per i trattamenti di disoccupazione<br />

e della lievitazione degli oneri per il trattamento<br />

di fine rapporto, mentre minor peso<br />

ha avuto l’aumento della spesa per la cassa<br />

integrazione guadagni straordinaria.<br />

Riguardo all’onere globale per le altre prestazioni<br />

obbligatorie è da evidenziare che esso<br />

è imputabile, in larga, ma decrescente, misura<br />

(dal 76,5% del 2003 al 69,4% del 2005),<br />

alla spesa complessivamente sostenuta per<br />

gli ammortizzatori sociali costituiti dal trattamento<br />

di disoccupazione e dalla Cigs, entrambi<br />

tornati a crescere nel 2005 dopo la<br />

flessione registrata nell’esercizio precedente.<br />

Riguardo all’onere globale per le altre prestazioni<br />

obbligatorie è da evidenziare che esso<br />

è imputabile, in larga, ma decrescente, misura<br />

(dal 76,5% del 2003 al 69,4% del 2005),<br />

alla spesa complessivamente sostenuta per<br />

Prospetto 8 (in migliaia di euro)<br />

gli ammortizzatori sociali costituiti dal trattamento<br />

di disoccupazione e dalla Cigs, entrambi<br />

tornati a crescere nel 2005 dopo la<br />

flessione registrata nell’esercizio precedente.<br />

Di questi solo il trattamento di disoccupazione<br />

è finanziato da entrate contributive (il contributo,<br />

la cui aliquota è pari all’1,61%, è versato<br />

dalle aziende a titolo di assicurazione di<br />

disoccupazione), mentre le indennità Cigs sono<br />

a totale carico dell’Inpgi, così come, per<br />

quanto riguarda i prepensionamenti ex L.<br />

416/1981, gli oneri derivanti dall’accredito di<br />

contributi figurativi (c.d. scivolo).<br />

Dal raffronto <strong>dei</strong> dati esposti nei prospetti n. 8<br />

e n. 9 risulta che, pur in presenza di un analogo<br />

andamento altalenante degli oneri sostenuti<br />

per i due ammortizzatori sociali, non<br />

sono variati nello stesso senso i rispettivi beneficiari.<br />

Tale divergenza trova spiegazione<br />

nel fatto che l’entità degli oneri è determinata<br />

non solo dal numero <strong>dei</strong> beneficiari, ma anche<br />

dall’ammontare <strong>dei</strong> trattamenti liquidati e<br />

dalla loro durata (sulla quale influiscono le interruzioni<br />

<strong>dei</strong> trattamenti per avvenuta rioccupazione<br />

<strong>dei</strong> beneficiari).<br />

TRATTAMENTO DISOCCUPAZIONE 2003 2004 2005<br />

numero beneficiari<br />

onere complessivo 1.354 1.415 1.475<br />

8.183 7.738 8.029<br />

Prospetto 9<br />

(in migliaia di euro)<br />

CIGS 2003 2004 2005<br />

numero beneficiari<br />

onere complessivo 92 105 98<br />

589 359 501<br />

Previsioni attuariali che restano<br />

a 15 anziché tararsi<br />

su 30 anni. E obblighi invariati<br />

- sempre con riserva<br />

tecnica pari a cinque annualità<br />

delle pensioni pagate<br />

nel 1994 - per l’Inpgi,<br />

l’Istituto di previdenza <strong>dei</strong><br />

giornalisti, esplicitamente<br />

escluso dal comma 763<br />

della Finanziaria <strong>2007</strong> che<br />

ha raddoppiato l’equilibrio<br />

<strong>dei</strong> conti nel lungo periodo<br />

e aumentato l’autonomia<br />

delle Casse privatizzate dal<br />

Dlgs 509/1994. Tutte tran-<br />

ORDINE 1- 2- 3 <strong>2007</strong><br />

<strong>Giornalisti</strong>: riordino fermo.<br />

Inpgi, con la Finanziaria<br />

l’orizzonte resta a 15 anni<br />

ne, appunto, l’Inpgi che il<br />

comma 763 (modificando<br />

l’articolo 3, comma 12, della<br />

legge 335/95) chiama<br />

fuori dalle nuove misure in<br />

quanto «previdenza sostitutiva<br />

dell’assicurazione<br />

generale obbligatoria».<br />

Ovvero, dell’Inps.<br />

«Una richiesta - ha spiegato<br />

Giovanni Battafarano,<br />

capo della segreteria<br />

tecnica del ministro<br />

del Lavoro, Cesare Damiano<br />

- espressa direttamente<br />

dall’Inpgi, in una<br />

logica opposta rispetto<br />

alle Casse professionali<br />

aderenti all’Adepp».<br />

Ma la principale partita dell’Inpgi<br />

resta l’approvazione,<br />

da parte del ministero, delle<br />

delibere di riforma delle<br />

pensioni ( n. 6/2005) e degli<br />

incentivi alle assunzioni<br />

(n. 62/2006). «Congelate -<br />

dice Battafarano - non per<br />

volontà del ministro, ma<br />

perché manca (in base all’articolo<br />

3, comma 2, del<br />

Dlgs 509/94 la volontà di<br />

ratifica da parte degli edito-<br />

ri», che, in cambio, chiedono<br />

di aumentare il proprio<br />

“peso” nella governance<br />

dell’Inpgi.<br />

Sul punto, venerdì è atteso<br />

un incontro tra Damiano,<br />

Fnsi, Inpgi e Fieg.«E se il<br />

veto dovesse proseguire -<br />

ha concluso Battafarano - il<br />

dicastero chiederà un parere<br />

al Consiglio di Stato<br />

per capire bene se e quali<br />

prerogative ha il ministero<br />

vigilante per uscire dall’impasse».<br />

L.Ca.<br />

Giancarlo Zingoni<br />

(Fieg)<br />

“Anche<br />

lo Statuto<br />

dell’impresa<br />

in costruzione<br />

a Palazzo<br />

Chigi<br />

aggraverà<br />

le relazioni<br />

con la Fnsi”<br />

Roma, 10 gennaio <strong>2007</strong>.<br />

“Anche lo Statuto dell’impresa<br />

in costruzione a<br />

Palazzo Chigi, nell’ambito<br />

della riforma dell’editoria,<br />

aggraverà le relazioni con<br />

la Fnsi”. Questo è il cuore<br />

dell’intervento dell’avvocato<br />

Giancarlo Zingoni, vicedirettore<br />

generale della<br />

Fieg e vicepresidente dell’Inpgi,<br />

all’assemblea generale<br />

dell’Istituto.<br />

Secondo Zingoni, l’iniziativa<br />

del Governo crea un<br />

quadro di incertezza sull’assetto<br />

delle imprese<br />

editoriali e finisce con<br />

“l’allontanare il rinnovo<br />

del contratto”. Lo Statuto<br />

punta a dividere gestione<br />

giornalistica delle testate<br />

e proprietà delle imprese<br />

editoriali, “creando un<br />

nuovo equilibrio <strong>dei</strong> poteri<br />

tra editori e giornalisti,<br />

prospettiva inaccettabile”.<br />

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