Gennaio - Febbraio - Marzo 2007 - Ordine dei Giornalisti
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LIBRERIA DI TABLOID<br />
Giorgio Dell’Arti,<br />
Massimo Parrini<br />
Catalogo <strong>dei</strong> viventi <strong>2007</strong>.<br />
5062 italiani notevoli<br />
Lucia Bellaspiga<br />
e Pino Ciociola<br />
Rivincite<br />
di Emilio Pozzi<br />
Gli autori mettono, nella prima<br />
pagina, le mani avanti. E<br />
fanno bene. Perché quando<br />
ci si avventura nell'impresa<br />
di compilare dizionari selettivi<br />
ci può sempre essere<br />
qualche involontaria dimenticanza.<br />
O mascherata come<br />
tale. Oppure la fonte, se non<br />
è diretta o controllata, può<br />
trasmettere qualche imprecisione<br />
o errore. Nella breve<br />
avvertenza iniziale Giorgio<br />
Dell'Arti e Massimo Parrini ,<br />
scrivono: “Gli autori, essendo<br />
umani, possono non aver<br />
notato qualcuno che andava<br />
notato. Di questo chiedono<br />
scusa. Gli autori sanno inoltre<br />
che la massa di informazioni<br />
contenute nel libro è<br />
troppo imponente perché<br />
non vi sia neanche uno sbaglio.<br />
Chiedono scusa anche<br />
di questo e pregano i lettori<br />
consapevoli di mandare correzioni,<br />
integrazioni, rettifiche<br />
e ulteriori informazioni<br />
all’indirizzo di posta elettronica”.<br />
I personaggi citati (5062 ‘italiani<br />
notevoli’, presi in considerazione<br />
alla data del 30<br />
settembre 2006) se sono superstiziosi,<br />
le mani le avranno<br />
messe da qualche altra<br />
parte, leggendo le prime righe<br />
dell’avvertenza “Fanno<br />
parte del seguente elenco<br />
gli italiani ancora in vita al 30<br />
settembre 2006, che sono<br />
stati notati dagli autori”. È<br />
quell’ “ancora in vita” che<br />
può aver indotto qualcuno a<br />
qualche scongiuro. Qualche<br />
nome, infatti non lo si ritroverà<br />
più nella prossima edizione<br />
come quelli di Mario<br />
Merola, Bruno Lauzi, Ondina<br />
Valla, Gillo Pontecorvo,<br />
Emilio Vedova, Pietro Rava,<br />
scomparsi tra ottobre e dicembre.<br />
Erano invece ancora in vita<br />
al 30 settembre, ma il loro<br />
nome non figura, come tanti<br />
altri che, a mio avviso,<br />
avrebbero meritato di essere<br />
inclusi don Lorenzo Bedeschi,<br />
Achille Millo, Flo<br />
Sandon’s, Giacinto Facchetti,<br />
Riccardo Pazzaglia (per<br />
citare quelli, per me ‘notevoli’<br />
di cui ho notato l’assenza).<br />
Comunque l’impresa alla<br />
quale si sono accinti Dell’arti<br />
e Parrini, oltre che affaticante,<br />
(e che può prestarsi al<br />
gioco salottiero della caccia<br />
al ‘chi non c’è’, sperimentato<br />
con successo nella trasmissione<br />
televisiva di Giuliano<br />
Ferrara e Ritanna Armeni su<br />
La7) è utile per una lettura<br />
decodificativa di costume.<br />
Occorrerebbe preliminarmente<br />
intendersi sul significato<br />
del vocabolo ‘notevole’:<br />
il mio dizionario di riferimento,<br />
il preziosissimo Battaglia,<br />
ne dà otto interpretazioni. La<br />
prima è questa: “Degno di<br />
essere notato, osservato,<br />
guardato, ammirato considerato,<br />
vagliato, studiato attentamente<br />
e profondamente,<br />
o di rivestire particolare<br />
importanza e rilievo in un<br />
determinato ambito o contesto<br />
e di essere ricordato a<br />
lungo; che attira l’attenzione<br />
ORDINE 1- 2- 3 <strong>2007</strong><br />
per l’originalità o per caratteristiche<br />
particolari; che susciti<br />
interesse, curiosità.” E<br />
fin qui ci siamo.<br />
I promossi sono molti. Però<br />
di fronte a qualche nome<br />
compreso nelle oltre 1800<br />
pagine del volume, resto<br />
perplesso. Ma poi il Battaglia<br />
mi toglie ogni dubbio: l’ottava<br />
definizione di ‘notevole’ è<br />
composta da una sola parola<br />
‘biasimevole’.<br />
E a motivarla c’è una citazione<br />
dal Convivio di padre<br />
Dante: “Però che virtuosissimo<br />
è ne la intenzione mostrare<br />
lo difetto e la malizia<br />
che lo accusatore, dirò, a<br />
confusione di coloro che accusano<br />
la italica loquela,<br />
perché a ciò fare si muovono;<br />
e di ciò farò al presente<br />
speziale capitolo, perché più<br />
notevole sia la loro infamia”<br />
Anche in questo caso ci si<br />
potrebbe esercitare a spulciare<br />
l’elenco <strong>dei</strong> biasimevoli<br />
a cominciare da Totò Riina e<br />
Bernardo Provenzano.<br />
Quanti tra i ‘notevoli’ sono i<br />
‘biasimevoli’<br />
Ecco un modesto suggerimento<br />
per gli autori: aggiungere<br />
al nome <strong>dei</strong> personaggi<br />
anche l’appartenenza a una<br />
categoria (che so ‘i fuochi di<br />
paglia’, gli ‘onnipresenti’, gli<br />
‘insopportabili’, gli ‘intramontabili’).<br />
Le persone veramente ‘notevoli’<br />
si sentirebbero così<br />
tutelate.<br />
In effetti la grande marmellata<br />
degli oltre cinquemila nomi,<br />
rischia di avere un sapore<br />
indefinito. E comunque<br />
non molto gradevole: se<br />
questo è lo specchio della<br />
società in cui viviamo, dobbiamo<br />
prendere atto che<br />
troppo è basata sull’effimero.<br />
Dell’Arti e Parrini sono<br />
però stati molto abili.<br />
Costretti a prendere atto della<br />
notorietà di alcuni (categoria<br />
Lecciso, per intenderci,<br />
hanno ripescato da giornali,<br />
riviste e libri, brani di interviste,<br />
giudizi di critici, descrizioni<br />
colorite, che danno<br />
la dimensione del soggetto<br />
citato. E così, partono frecce<br />
al curaro, firmate da altri. Ma<br />
evidentemente sottoscritte.<br />
Tre piccole annotazioni finali,<br />
molto marginali: 1) nonostante<br />
l’accuratezza degli<br />
estensori, qualche personaggio<br />
è riuscito a sottrarsi<br />
alla curiosità di conoscere la<br />
data di nascita (ad esempio<br />
il siculo Cristiano Malgioglio,<br />
sempre molto prodigo di autoreferenzialità);<br />
2) l’asciuttezza<br />
di alcune voci (solo tre<br />
righe) che non fanno onore<br />
al soggetto citato, in contrasto<br />
con il dilagare di colonne<br />
per nomi francamente ridimensionabili;<br />
3) l’inserimento<br />
del volume, del peso,<br />
controllato, di un chilo e seicentoquaranta<br />
grammi, nella<br />
collana ‘Tascabili’. Una<br />
candidatura nel Guinness<br />
<strong>dei</strong> primati<br />
Giorgio Dell’Arti,<br />
Massimo Parrini,<br />
Catalogo <strong>dei</strong> viventi. 5062<br />
italiani notevoli,<br />
Marsilio,Venezia 2006,<br />
pagine 1806, euro 34,00<br />
Pubblichiamo la presentazione<br />
di Antonio Maria<br />
Costa direttore dell’Ufficio<br />
delle Nazioni Unite contro<br />
la Droga e il Crimine<br />
In ogni essere umano la<br />
speranza è qualcosa che resiste<br />
a tutte le evidenze, è la<br />
forza che spinge avanti imprese<br />
ritenute irrealizzabili,<br />
ma che invece spesso segnano<br />
svolte epocali nella<br />
storia dell’umanità.<br />
Eppure, per molte persone<br />
è difficile sperare che la moltitudine<br />
di uomini e di donne<br />
che vivono ai margini della<br />
società possano riconquista<br />
re un destino diverso.<br />
Quando in strada ci si imbatte<br />
nel giovane tossicodipendente<br />
che cerca di racimolare<br />
soldi, quanti di noi<br />
scommetterebbero sulla<br />
possibilità che lo stesso ragazzo<br />
ci appaia tempo dopo<br />
in un parco mentre gioca sereno<br />
con i suoi figli<br />
Ogni uomo ha la forza della<br />
speranza dentro di sé, ma fa<br />
fatica a riconoscerla negli altri.<br />
Per chi decide o deciderà<br />
di lottare per guadagnare un<br />
destino diverso dalla sofferenza<br />
e dall’emarginazione,<br />
lo sguardo compassionevole<br />
o sprezzante ma comunque<br />
scettico delle persone<br />
cosiddette normali, che faticano<br />
anche solo a pensare<br />
a questa possibilità, equivale<br />
a una condanna.<br />
Ecco: il pregio principale di<br />
questo libro è quello di restituire<br />
la speranza a tutti noi,<br />
facendo piazza pulita degli<br />
stereotipi o preconcetti che<br />
limitano il nostro pensiero.<br />
Questo libro dà un volto a<br />
milioni di persone che camminano<br />
al nostro fianco seguendo<br />
un percorso parallelo,<br />
ma che ciascuno di noi<br />
dovrebbe condividere.<br />
La nostra umanità gioca<br />
sempre più con modelli virtuali,<br />
oggi ci si appassiona<br />
per ogni aspetto della vita di<br />
un attore, spesso si guarda<br />
senza spirito critico al vip<br />
cocainomane, mentre i più<br />
giovani spesso vorrebbero<br />
emularlo. L’immagine dell’eroe<br />
che l’antichità ci ha consegnato<br />
è quella di un uomo<br />
che sfida un destino ineluttabile,<br />
che supera ostacoli<br />
insormontabili per salvare<br />
se stesso, o il suo popolo.<br />
periodico ufficiale del Consiglio dell’<strong>Ordine</strong><br />
<strong>dei</strong> giornalisti della Lombardia<br />
Le pagine di questo libro<br />
non ci portano in un passato<br />
di guerre tra ciclopi, ma ci<br />
accompagnano nelle stanze<br />
degli ospedali, nelle carceri,<br />
nelle case, per farci incontrare<br />
persone come noi eppure<br />
diverse. Persone che<br />
hanno attraversato gli abissi<br />
della disperazione, per ritrovare<br />
– anche per noi – qualcosa<br />
dell’essenza di ciò che<br />
rende eroiche le azioni di un<br />
uomo. Queste brevissime<br />
storie descrivono, con un’incredibile<br />
intensità, la parabola<br />
di tante meteoriti luminose.<br />
Le pagine del libro restituiscono<br />
al nostro essere<br />
umani una reale grandezza,<br />
poiché sono la testimonianza<br />
di chi si è lasciato alle<br />
spalle un destino ineluttabile<br />
o di chi ha fatto sì che una<br />
condanna si trasformasse in<br />
una possibilità. Di chi ha dimostrato<br />
che la forza di un<br />
essere umano supera limiti<br />
considerati evidenti e non<br />
aggirabili.<br />
Se ci si chiede a cosa associare<br />
l’immagine di un vincente,<br />
credo che in pochi risponderebbero<br />
a un ex detenuto<br />
che ha realizzato i<br />
suoi sogni, abbandonando<br />
la strada del crimine. O a<br />
una persona affetta da un<br />
handicap, che ha realizzato<br />
capolavori. Ai più verrebbero<br />
in mente i volti sorridenti,<br />
perfetti e tutti uguali che<br />
guizzano sugli schermi televisivi.<br />
Ma ci sono anche i "guardiani<br />
<strong>dei</strong> sogni", quelle migliaia<br />
di persone che lungo i<br />
corridoi <strong>dei</strong> centri di riabilitazione,<br />
negli ospedali, nelle<br />
scuole, in strada, coltivano<br />
la speranza che ogni uomo<br />
– anche chi sembra condannato<br />
– possa realizzare<br />
grandi imprese, imprese<br />
reali. Anche grazie a loro,<br />
medici, cuochi, educatori...,<br />
oggi leggiamo le storie di<br />
questo libro.<br />
Queste storie ci raccontano<br />
con leggerezza e con un infinito<br />
amore per la vita, che i<br />
vinti siamo noi quando abbandoniamo<br />
la speranza.<br />
Questo libro racconta anche<br />
di persone che non ce l’hanno<br />
fatta, e qui sentiamo che<br />
la loro sconfitta è anche un<br />
nostro fallimento.<br />
Oggi ripenso a La fortezza<br />
vuota, non entro nel merito<br />
Poste Italiane SpA Sped.abb.post. Dl n. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004<br />
n. 46) art. 1 (comma 2). Filiale di Milano Anno XXXVII - Numero 1 - 2 - 3<br />
<strong>Gennaio</strong> - <strong>Febbraio</strong> - <strong>Marzo</strong> <strong>2007</strong><br />
Direttore responsabile FRANCO ABRUZZO<br />
Direzione, redazione, amministrazione: Via Antonio da Recanate, 1 -<br />
20124 Milano<br />
Centralino Tel. 02 67 71 371 Fax 02 66 71 61 94<br />
Consiglio dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> giornalisti della Lombardia<br />
Franco Abruzzo presidente;<br />
Cosma Damiano Nigro vicepresidente;<br />
Sergio D’Asnasch consigliere segretario;<br />
Alberto Comuzzi consigliere tesoriere.<br />
Consiglieri: Letizia Gonzales, Laura Mulassano, Paola Pastacaldi,<br />
Giuseppe Spatola, Brunello Tanzi<br />
<strong>Ordine</strong>/Tabloid<br />
della validità scientifica di<br />
questo testo di psicanalisi.<br />
Ciò che mi colpì quando lo<br />
lessi era il modo in cui descriveva<br />
l’annichilimento del<br />
desiderio di vivere in un essere<br />
umano. Il libro vedeva<br />
l’autismo infantile come una<br />
condizione di assoluta chiusura<br />
al mondo, determinata<br />
dall’impossibilità di superare<br />
la convinzione che comunque<br />
sia non ci sono vie d’uscita.<br />
Una condizione paragonata<br />
a quella <strong>dei</strong> prigionieri <strong>dei</strong><br />
lager. Nei campi di sterminio<br />
innumerevoli persone - sfinite<br />
dalla sofferenza - avevano<br />
rinunciato alla speranza<br />
di superare l’orrore, ma vi<br />
era anche chi non abbandonava<br />
la fede nella possibilià<br />
di un futuro diverso. Una<br />
speranza che dava a questi<br />
ultimi la forza e la determinazione<br />
di andare con la<br />
mente oltre il filo spinato, di<br />
non abbandonarsi alla morte,<br />
di sopravvivere per a-<br />
spettare.<br />
Oggi nel ripensare alla fortezza<br />
vuota, credo che questa<br />
immagine valga anche<br />
per chi, pur avendo una vita<br />
"normale", al riparo dai crolli,<br />
si riduce a "non sentire" la<br />
vera energia che scaturisce<br />
dagli esseri umani. La fortezza<br />
vuota può essere metafora<br />
anche di chi - pur non<br />
avendo per sua fortuna una<br />
reale cognizione del dolore -<br />
vive ad occhi chiusi. Per<br />
molti infatti, la vita è soltanto<br />
conquista di una posizione<br />
sociale, di un lavoro ben remunerato,<br />
e troppo spesso<br />
questi traguardi sono assunti<br />
in modo passivo, introiettando<br />
modelli "obbligatori",<br />
che non danno misura<br />
della libertà di ciascun essere<br />
umano.<br />
In questo libro ritroviamo un<br />
po’ di questa libertà. Si comincia<br />
dalla voce di donne e<br />
uomini che, a partire dalla<br />
distruzione di ogni simulacro,<br />
hanno ripreso un cammino<br />
a partire da loro stessi.<br />
E di donne e uomini che<br />
hanno deciso di investire le<br />
loro energie per accompagnarli<br />
in questo viaggio.<br />
In questo libro si parla anche<br />
di malati terminali, per i<br />
quali nel tempo rimasto –<br />
breve o lungo che sia – si<br />
manifesta l’intensità di una<br />
vita. Ogni anno, quando presento<br />
i dati sul consumo di<br />
droga, provo a immaginare i<br />
volti che si nascondono dietro<br />
i numeri: un numero è un<br />
giovane che vaga cercando<br />
di racimolare i soldi per una<br />
dose, una famiglia che non<br />
sa più niente di lui. Tutte le<br />
volte ritrovo invece nei giovani<br />
<strong>dei</strong> centri di recupero<br />
dalle tossicodipendenze la<br />
gioia. Una gioia che nasce<br />
mentre si strappa terreno alla<br />
devastazione. È difficile<br />
riuscire anche solo a immaginare<br />
la sofferenza mentale<br />
e fisica di questi ragazzi,<br />
eppure attaverso di loro si<br />
avverte la grandezza di ogni<br />
essere umano che sceglie<br />
di essere libero.<br />
Questo libro ci offre la libertà<br />
di andare oltre l’ottusità<br />
di un determinismo che<br />
pretende di tracciare in modo<br />
definitivo la parabola della<br />
vita di ciascuno di noi, ci<br />
restituisce un po’ della bellezza,<br />
della dignità e della<br />
poesia del nostro essere<br />
uomini.<br />
Lucia Bellaspiga<br />
e Pino Ciociola,<br />
Rivincite,<br />
La Caravella,Viterbo<br />
2006, pagine 172, euro 12<br />
I diritti di questo libro vengono<br />
interamente devoluti dagli<br />
autori alla Casa Famiglia<br />
“Solidarietà e speranza” di<br />
Suor Paola a Roma e alla<br />
“Casa di Archimede” a<br />
Caprarola (Viterbo).<br />
Collegio <strong>dei</strong> revisori <strong>dei</strong> conti Giacinto Sarubbi (presidente),<br />
Ezio Chiodini e Marco Ventimiglia<br />
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Segretaria di redazione Teresa Risé<br />
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La tiratura di questo numero è di 25.052 copie. Chiuso in redazione<br />
il 21 febbraio <strong>2007</strong><br />
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