Anno V n° 3 luglio - settembre 2005 - Studi Cassinati
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Un contributo sostanziale alla conoscenza<br />
del l’acropoli, e quindi almeno indirettamente,<br />
alla fase delle origini del cenobio<br />
cassinese, è offerto dal materiale<br />
frammentario, non abbonante ma tuttavia<br />
bastevole a fissare fin d’ora alcuni dati di<br />
enorme importanza. Nel già ricordato scavo<br />
per la sacrestia è stato ricuperato un<br />
grosso pezzo di cornicione in pietra che<br />
appartenne di certo a un edificio dell’arce<br />
(tutto il monte infatti è costituito da un cal -<br />
care adattissimo per ogni genere di lavori<br />
edilizi, sicché non vi fu mai bisogno di far<br />
salire pietre dal piano, al contrario dei<br />
marmi fatti venire da Roma al tempo dell’abate<br />
Desiderio, per non par lare di quelli<br />
tratti dalle rovine di “Casinum”), e un altro<br />
pezzo di cornice anch’esso in pietra,<br />
ma di tipo un po’ diverso perché privo di<br />
dentelli, fu trovato nelle fondamenta del<br />
muro di facciata della chiesa, e documenta<br />
a sua volta la trabeazione di un altro<br />
grande edificio. Abbiamo dunque quanto<br />
basta per poter affermare la presenza in<br />
epoca romana di costruzioni di un certo rilievo<br />
sulla cima di Montecassino, il che<br />
conferma la notizia offerta dal l’epigrafe<br />
murata nel basamento della torre abba -<br />
ziale, che parla di un tempio dedicato a<br />
Giove con annessi edifici e portico: “Aedem<br />
Iovis a solo et porticum cum aedificiis”.<br />
Troppi secoli sono pas sati, e troppi<br />
lavori sono stati eseguiti per i quali occorrevano<br />
ingenti quantità di, pietrame. Quindi<br />
non desta meraviglia se le membrature<br />
di questo complesso abbiano servito ripetutamente<br />
ad altre costruzioni, dopo una<br />
lavorazione che ne obliterò in varia misura<br />
l’aspetto originario.<br />
Altri ricuperi provenienti dall’area a<br />
settentrione della chiesa documentano una<br />
fase più antica dello sviluppo della civiltà<br />
sul monte sacro a Benedetto: un grande laterizio<br />
decorato ad ovuli; altri pezzi con<br />
motivi ornamentali fittili; e proprio sotto il<br />
Santuario, in un conglomerato di muratura<br />
2 , un pezzo di piede in terracotta di evidente<br />
modellatura etru sco-romana, come<br />
termine generico di riferimento. Esso più<br />
che un “ex-voto” mostra di essere un frammento<br />
di statua di grandezza non molto<br />
infe riore al vero, e insieme con gli altri<br />
frammenti fittili fa supporre l’esistenza di<br />
edifici contempora nei alle mura poligonali.<br />
Così, a mano a mano che il lavoro prosegue,<br />
le tradizioni multisecolari affidate<br />
sovente al fraseg giare generico di vecchie<br />
cronache, vengono enu cleate e precisate;<br />
il passato comincia a presentarsi con contorni<br />
meno incerti; e si puó intravedere con<br />
lineamenti meno vaghi l’ambiente ove s.<br />
Bene detto pose la sua definitiva dimora.<br />
Ambiente unico nel suo genere, di una<br />
grandiosità difficilmente su perabile: la duplice<br />
cinta dell’arce, assai più alta e completa<br />
di quanto oggi si veda; almeno un<br />
tem pio con un portico e altri edifici nei<br />
quali, con opportuni adattamenti, si rifugiarono<br />
i monaci; e un’ara, dove oggi riposano<br />
da quattordici secoli le spoglie del<br />
Patriarca, sulla cima battuta dai venti e<br />
spesso percossa dai fulmini 3 .<br />
È augurabile che i successivi lavori rimettano<br />
in luce altri documenti e forniscano<br />
una traccia sicura per la conoscenza<br />
del cenobio nella prima fase della sua esistenza,<br />
quando le sue propaggini non si<br />
erano ancora dilatate per l’Europa a infonderle<br />
con la fede di Cristo nuovo vigore di<br />
vita e civiltà.<br />
CDSC - STUDI CASSINATI - 3/<strong>2005</strong>