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Anno V n° 3 luglio - settembre 2005 - Studi Cassinati

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169<br />

Un contributo sostanziale alla conoscenza<br />

del l’acropoli, e quindi almeno indirettamente,<br />

alla fase delle origini del cenobio<br />

cassinese, è offerto dal materiale<br />

frammentario, non abbonante ma tuttavia<br />

bastevole a fissare fin d’ora alcuni dati di<br />

enorme importanza. Nel già ricordato scavo<br />

per la sacrestia è stato ricuperato un<br />

grosso pezzo di cornicione in pietra che<br />

appartenne di certo a un edificio dell’arce<br />

(tutto il monte infatti è costituito da un cal -<br />

care adattissimo per ogni genere di lavori<br />

edilizi, sicché non vi fu mai bisogno di far<br />

salire pietre dal piano, al contrario dei<br />

marmi fatti venire da Roma al tempo dell’abate<br />

Desiderio, per non par lare di quelli<br />

tratti dalle rovine di “Casinum”), e un altro<br />

pezzo di cornice anch’esso in pietra,<br />

ma di tipo un po’ diverso perché privo di<br />

dentelli, fu trovato nelle fondamenta del<br />

muro di facciata della chiesa, e documenta<br />

a sua volta la trabeazione di un altro<br />

grande edificio. Abbiamo dunque quanto<br />

basta per poter affermare la presenza in<br />

epoca romana di costruzioni di un certo rilievo<br />

sulla cima di Montecassino, il che<br />

conferma la notizia offerta dal l’epigrafe<br />

murata nel basamento della torre abba -<br />

ziale, che parla di un tempio dedicato a<br />

Giove con annessi edifici e portico: “Aedem<br />

Iovis a solo et porticum cum aedificiis”.<br />

Troppi secoli sono pas sati, e troppi<br />

lavori sono stati eseguiti per i quali occorrevano<br />

ingenti quantità di, pietrame. Quindi<br />

non desta meraviglia se le membrature<br />

di questo complesso abbiano servito ripetutamente<br />

ad altre costruzioni, dopo una<br />

lavorazione che ne obliterò in varia misura<br />

l’aspetto originario.<br />

Altri ricuperi provenienti dall’area a<br />

settentrione della chiesa documentano una<br />

fase più antica dello sviluppo della civiltà<br />

sul monte sacro a Benedetto: un grande laterizio<br />

decorato ad ovuli; altri pezzi con<br />

motivi ornamentali fittili; e proprio sotto il<br />

Santuario, in un conglomerato di muratura<br />

2 , un pezzo di piede in terracotta di evidente<br />

modellatura etru sco-romana, come<br />

termine generico di riferimento. Esso più<br />

che un “ex-voto” mostra di essere un frammento<br />

di statua di grandezza non molto<br />

infe riore al vero, e insieme con gli altri<br />

frammenti fittili fa supporre l’esistenza di<br />

edifici contempora nei alle mura poligonali.<br />

Così, a mano a mano che il lavoro prosegue,<br />

le tradizioni multisecolari affidate<br />

sovente al fraseg giare generico di vecchie<br />

cronache, vengono enu cleate e precisate;<br />

il passato comincia a presentarsi con contorni<br />

meno incerti; e si puó intravedere con<br />

lineamenti meno vaghi l’ambiente ove s.<br />

Bene detto pose la sua definitiva dimora.<br />

Ambiente unico nel suo genere, di una<br />

grandiosità difficilmente su perabile: la duplice<br />

cinta dell’arce, assai più alta e completa<br />

di quanto oggi si veda; almeno un<br />

tem pio con un portico e altri edifici nei<br />

quali, con opportuni adattamenti, si rifugiarono<br />

i monaci; e un’ara, dove oggi riposano<br />

da quattordici secoli le spoglie del<br />

Patriarca, sulla cima battuta dai venti e<br />

spesso percossa dai fulmini 3 .<br />

È augurabile che i successivi lavori rimettano<br />

in luce altri documenti e forniscano<br />

una traccia sicura per la conoscenza<br />

del cenobio nella prima fase della sua esistenza,<br />

quando le sue propaggini non si<br />

erano ancora dilatate per l’Europa a infonderle<br />

con la fede di Cristo nuovo vigore di<br />

vita e civiltà.<br />

CDSC - STUDI CASSINATI - 3/<strong>2005</strong>

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