Anno V n° 3 luglio - settembre 2005 - Studi Cassinati
Anno V n° 3 luglio - settembre 2005 - Studi Cassinati
Anno V n° 3 luglio - settembre 2005 - Studi Cassinati
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
184<br />
Gli alleati: ma di chi<br />
Emilio Pistilli<br />
Nel trattare dello scontro immane tra le opposte forze in Italia nella seconda guerra<br />
mondiale si usa spesso l’espressione “gli alleati”. Nel pensare comune di noi italiani è<br />
quasi inevitabile che per alleati ci si riferisca ai “nostri” alleati angloamericani. È stato<br />
così per gran parte del dopoguerra; solo di recente da più parti ci si comincia a chiedere:<br />
ma gli angloamericani, visto ciò che hanno fatto sul suolo italiano, si sono comportati<br />
proprio come nostri alleati È evidente che si comincia a prendere coscienza dei danni<br />
irreparabili che i loro bombardamenti aerei e i loro incessanti cannoneggiamenti hanno<br />
causato alle popolazioni e al patrimonio nazionale, abitativo, storico ed artistico. Solo<br />
per restare nel nostro ambito, lungo la Linea Gustav, la distruzione totale di tanti paesi<br />
– e non solo Cassino e Montecassino – e la perdita di oltre diecimila civili, solo in<br />
parte sono da addebitarsi ai tedeschi; che dire poi degli stupri dei nord africani<br />
C’è da aggiungere – sperando di non essere tacciato di filonazismo: ai nazisti resta<br />
tutta intera la responsabilità della guerra che ha sconvolto il mondo –, che i soldati germanici<br />
nelle nostre contrade hanno avuto con la popolazione civile un rapporto, in linea<br />
di massima, di sufficiente reciproco rispetto, salvo casi particolari di ferocia gratuita, da<br />
addebitarsi alle famigerate “SS”: sono le innumerevoli testimonianze di sopravvissuti<br />
ad attestarlo. Questi stessi ricordano con sdegno che per nove lunghi mesi hanno atteso,<br />
in condizioni di estremo disagio e sotto incessanti bombardamenti aerei, i “liberatori”,<br />
che sono arrivati, sì, a metà maggio, ma preceduti dalle orde marocchine, che hanno<br />
lasciato ferite indelebili nel corpo e soprattutto nello spirito in tutta la popolazione<br />
civile.<br />
Mi sto limitando a riferire ciò che ormai è documentazione inopinabile e, pertanto,<br />
storica.<br />
Dunque, a fronte di tali considerazioni, la gente qui ancora si chiede: ma sono stati realmente<br />
nostri alleati gli angloamericani<br />
A dare una risposta a tale domanda ci soccorre il prof. Elio Lodolini, che in una nota indirizzata<br />
al sottoscritto, dice: “Credo che mai nessuno abbia inteso dire che gli angloamericani<br />
ed i sovietici fossero nostri alleati: anche nel periodo della “cobelligeranza” da<br />
parte del “Regno del Sud”, dopo l’8 <strong>settembre</strong> 1943, per “alleati” si è sempre inteso indicare,<br />
appunto, angloamericani e sovietici (anzi, spesso soltanto gli angloamericani),<br />
ma come alleati fra loro. Giuridicamente, sino alla stipulazione del “trattato” (in realtà<br />
diktat non negoziabile) di pace del 1947, rispetto all’Italia gli alleati rimasero “nemici”,<br />
con la strana situazione del Regno del Sud che cobelligerava a fianco dei nemici; ed il<br />
termine “cobelligeranza” fu inventato in quella occasione proprio per non comprendere<br />
il Regno d’Italia fra gli alleati”.<br />
Dunque, alleati sì, ma “fra loro”!<br />
CDSC - STUDI CASSINATI - 3/<strong>2005</strong>