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Anno V n° 3 luglio - settembre 2005 - Studi Cassinati

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Nel crepuscolo del Regno delle Due Sicilie, si distinse nella difesa della fortezza di<br />

Civitella del Tronto, coadiuvando dall’esterno la guarnigione borbonica che capitolerà<br />

solamente il 20 marzo 1861, tre giorni dopo la proclamazione del Regno d’Italia.<br />

Venne arrestato a Roma dalla Gendarmeria francese, consegnato al Governo italiano<br />

e processato a Cassino, dove con sentenza del 20 ottobre 1865 fu assolto insieme ad altri<br />

suoi compagni.<br />

L’incursione di Centrillo dell’11 gennaio 1861 in Castellone è citata in molte opere<br />

che trattano del fenomeno del brigantaggio. Quanto segue è la trascrizione di una relazione<br />

il cui originale 3 è stato rinvenuto alcuni anni orsono a Castellone 4 tra le carte di<br />

famiglia del Sig. Alessandro Marzullo, il cui antenato Luigi Marzullo, estensore della<br />

relazione, venne coinvolto suo malgrado nell’avvenimento di cui fa il racconto in terza<br />

persona.<br />

“Fatto istorico dell’avvenimento del brigandaggio della comittiva di Domenico Coja<br />

alias<br />

Centrillo di Castelnuovo avvenuta la sera del<br />

11 Gennaio 1861 in Castellone”<br />

“Verso le ore 22 5 e mezzo, mentre Don Luigi Marzullo stava raccogliendo le olive in<br />

un suo fondo, luogo detto “Le Rie”, intese tre colpi di fucili verso la strada che conduce<br />

a Castelnuovo, lo stesso argomentò che i 70 garibaldini 6 e Guardie Nazionali 7 che<br />

erano andati ad arrestare la comittiva avendo riusciti a prenderli facevano feste, per<br />

3 Il documento è ben conservato. Solo la parte inferiore è leggermente danneggiata ma le poche parole<br />

che risultano incomplete in quel punto, sono comunque interpretabili correttamente.<br />

4 Castellone al Volturno, posto ai piedi del versante molisano della catena delle Mainarde, già comune<br />

autonomo a capo dell’omonimo mandamento, divenne Castel San Vincenzo (IS) nel 1928 in seguito<br />

all’unione con il limitrofo Comune di San Vincenzo al Volturno.<br />

5 Ancora oggi, localmente, con l’espressione: “vendun ora” si indica il momento della giornata collegato<br />

col calar del sole, in cui si dava termine al lavoro nei campi. Per cui, considerato il periodo in<br />

cui si svolgono i fatti, le ore 22 e mezzo, indicate dal Marzullo, corrispondono, verosimilmente, alle<br />

ore 17/18.<br />

6 A. Pagano, a pag. 151 nella sua opera Due Sicilie 1830/1880, Capone Editore, cita l’avvenimento<br />

precisando che i Garibaldini presenti a Castellone appartenevano alla formazione “Cacciatori del<br />

Vesuvio”, a proposito dei quali F. Colitto in Patriottismo e reazione nel Molise durante l’epoca garibaldina,<br />

“Almanacco del Molise” 1984 pag. 103 Ed. Enne, riporta: “I Cacciatori il cui cappellano<br />

era il Canonico La Ricca, erano male armati, ma pieni di entusiasmo e di amor di Patria e tanto<br />

bastava”.<br />

7 Guardie Nazionali: erano milizie costituite in prevalenza da paesani volontari, o in difetto di questi,<br />

da paesani idonei reclutati d’autorità, con obbligo della ferma di due anni. Gli ufficiali erano di nomina<br />

regia. Le condizioni di armamento, come la disciplina, erano spesso scadenti. Interessanti sono<br />

le numerose istanze conservate presso l’archivio comunale di Castel San Vincenzo, con le quali<br />

paesani appartenenti alla Guardia Nazionale, con argomentazioni quasi sempre inconsistenti, chiedevano<br />

di essere esentati dal servizio.<br />

CDSC - STUDI CASSINATI - 3/<strong>2005</strong>

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