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BOLERO SPADÒ

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Allievo di<br />

Bragaglia<br />

Alberto nasce il 19 dicembre 1907 nel quartiere Piano<br />

di San Lazzaro ad Ancona. Le sorelle ce lo descrivono<br />

come un bambino intelligente, amante dello sport e di<br />

ogni forma d’arte. Ricorda della sua infanzia la grande<br />

amica Margherita Golinelli:<br />

“Amarlo era facile: era molto buono e affettuoso. L’unico difetto,<br />

se si può chiamarlo tale, era la sua vivacità, una cosa incredibile.<br />

Egli non stava mai fermo. Scattante come una molla, voleva<br />

rendersi utile in tutto e per tutto. Amava la natura, la campagna.<br />

Dato che lo zio Luigi possedeva un orto, Alberto gli era sempre<br />

vicino per aiutarlo ma purtroppo, mancando di pratica, era più<br />

il danno che l’utile. Alberto dialogava con tutti, non faceva distinzione<br />

fra giovani e anziani, proteggeva i più deboli con tanta<br />

generosità.”<br />

“Alberto Spadolini” ‘Quaderni’ Centro Jung 1986<br />

La sua mente è sempre in fermento: fantastica luoghi<br />

leggendari, eroiche imprese che mette in scena con i<br />

suoi amici. Con qualche asse di legno ed un telo strappato<br />

è in grado di allestire un palcoscenico dove si esibisce<br />

in piccoli spettacoli teatrali. E c’è sempre qualcuno<br />

disposto a fermarsi per ascoltare le gesta di Giulio Cesare<br />

o di Sandokan.<br />

Spadolini è ancora un bambino quando apprende dal<br />

maestro anconetano Baldinelli i primi rudimenti della<br />

pittura.<br />

All’inizio degli anni ’20 Alberto approda a Roma al<br />

Teatro degli Indipendenti di Anton Giulio Bragaglia<br />

(Frosinone 1890 - Roma 1960) di cui diventa allievo ed<br />

amico.<br />

Bragaglia accomuna l’interesse per molteplici discipline<br />

come archeologia, cinematografia, fotografia, scenografia,<br />

musica e danza moderna, grafica, pittura, scultura,<br />

senza disdegnare l’esoterismo.<br />

‘Talpa Anton Giulio’, come scherzosamente lo chia-<br />

mano i suoi amici, scavando nel sottosuolo di palazzo<br />

Tittoni a Roma trova nuove gallerie e da esse ricava gli<br />

spazi per aprire il Teatro Sperimentale degli Indipendenti.<br />

Qui porta in scena opere di Campanile, Pirandello,<br />

George Bernard Show, Orio Vergani ed allestisce<br />

ben cinque Gallerie d’Arte.<br />

A proposito di Spadolini scrive lo storico dell’arte Stefano<br />

Papetti:<br />

“…l’amicizia con Anton Giulio Bragaglia, che lo conobbe e<br />

sostenne nei primi anni romani, si manifesta nel cinetismo delle<br />

figure che discende da una personale revisione del dinamismo<br />

caro ai futuristi. Negli anni della gioventù di Spadolini, le Marche<br />

avevano vissuto infatti una stagione artistica caratterizzata<br />

dal diffondersi fra gli artisti più giovani di un esasperato desiderio<br />

di rinnovamento: a Macerata, in particolare, pittori come<br />

Monachesi, Tulli e Pannaggi avevano raccolto il testimone di<br />

Boccioni dando vita ad una tarda stagione futurista in seno alla<br />

quale può iscriversi anche l’esordio di Spadolini.”<br />

Stefano Papetti, direttore Pinacoteca di Ascoli Piceno<br />

“Rassegna Bolero-Spadò”, Riccione 2005<br />

A pagina 15: Spadolini in una foto Fratelli Mammoli di Ancona, anni ‘20 (Coll. B-S n. 391)<br />

Sopra: Anton Giulio Bragaglia. Immagine tratta da una cartolina postale inviata nel 1951 dal celebre regista a Spadolini per informarlo dell’avvenuta<br />

pubblicazione del volume “Danze popolari italiane” con un capitolo a lui dedicato (Coll. B-S n. 395)<br />

A destra: Spadolini, foto Cayeb Bruxelles fine anni ‘30 (Coll. B-S n. 45)<br />

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