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BOLERO SPADÒ

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Il 3 dicembre 1932 viene inaugurato a Parigi il nuovo<br />

spettacolo con due novità: il danzatore Spadolini e Joséphine<br />

Baker che balla sulla punta dei piedi! Assai superstizioso<br />

Henry Varna inventa anche per questa rivista<br />

un titolo di tredici lettere: “La joie de Paris”.<br />

“Per molti fu una rivelazione quando, come nuovo partner di<br />

Joséphine, apparve Spadolini.<br />

Partner? La parola non è esatta. E questo ancor più perché le<br />

sue danze, le migliori, sono quelle dove, ebbro di questa specie di<br />

genio che possiede, danza da solo…<br />

« Il fallait un danseur a Joséphine Baker, ce fut un peintre qu’elle choisit<br />

», J. Barois, Paris Midi 18.4.1933 (Coll. BNF)<br />

Le testimonianze di amici e parenti dell’artista italiano<br />

sostengono che l’amore fra Alberto e Joséphine sia stato<br />

messo in crisi da gelosie professionali.<br />

Donna straordinariamente generosa (durante la guerra<br />

lavorò nella Resistenza francese contro il nazismo, ed in<br />

seguito adottò bambini di ogni razza e religione dando<br />

esempio di fraternità universale), la Baker ha un tremendo<br />

carattere quando è in gioco la sua carriera artistica.<br />

Fra il 1932 ed il 1935 vengono pubblicati articoli in cui si<br />

parla sempre più di Spadolini e meno di lei. A Spadolini<br />

viene persino dedicata la musica “Bolero-Spadò”, che<br />

diventa il grande successo del Casinò de Paris.<br />

“Ballerino del Mondo e di se stesso. Ogni sera Spadolini ottiene,<br />

al Casinò de Paris un successo significativo. Si chiama Alberto<br />

Spadolini, che ne ‘Le Carnet de la Semaine’ io ho qualificato il<br />

‘Rodin vivente’.<br />

Senza che nulla abbia potuto farlo prevedere, ballerino completamente<br />

sconosciuto e senza alcuna propaganda preliminare che<br />

fanno diffidare gli amatori senza servire i veri artisti, un ballerino<br />

danza al Casinò di Parigi che continua ad essere giustamente<br />

chiamato ‘La Gioia di Parigi’. La gloria di Joséphine Baker non<br />

l’offusca affatto, come la sua non potrebbe essere offuscata…”<br />

Legrand-Chabrier ‘L’Intransigeant’, 1933 (Coll. B-S n. 51)<br />

Il felice sodalizio precipita dopo uno spettacolo presentato<br />

da Joséphine e da Alberto al ‘Prince Edward Theatre’<br />

di Londra. Lei è fischiata mentre il danzatore italiano<br />

è a lungo acclamato. Di questo avvenimento ci resta un<br />

articolo apparso su un quotidiano francese dal titolo “Jalousie”,<br />

nel quale si narra anche la scenata fatta dalla cantante<br />

di “J’ai deux amours” ad un impresario americano<br />

reo di volerla in uno spettacolo insieme a Spadolini. Lei<br />

minaccia asserendo che piuttosto che esibirsi con Alberto<br />

… preferisce andare a giocare al Casinò!<br />

Racconta Alex Wolfson:<br />

“Ricordo molto bene quella notte del 1935. Alberto rientrò a casa<br />

come una furia e si rinchiuse nel suo studio. Preoccupato udii<br />

rumori di vetri infranti e di oggetti scaraventati contro la parete.<br />

Quando riuscii ad entrare nella stanza questa pareva un campo<br />

di battaglia: dischi fracassati, libri strappati, portafotografie in<br />

frantumi. Il dipinto di Spadò, raffigurante ‘La Venere nera’ con<br />

la preziosa cornice dorata, era distrutto!<br />

In mezzo a quel cataclisma Spadolini sedeva intento a tagliuzzare<br />

un pacco di fotografie… Riuscii a salvare una sola immagine,<br />

quella in cui Alberto e Joséphine danzano ‘Hawai’ al Casinò<br />

de Paris. Dopo aver sforbiciato la testa della Baker lui me la<br />

diede in ricordo …”<br />

Intervista ad Alex Wolfson, Archivio C. G. Jung, 1986<br />

Al termine dell’intervista il signor Wolfson mi ha fatto<br />

dono della fotografia ‘ghigliottinata’ da Spadolini in quella<br />

terribile notte.<br />

Solo spaghetti per Joséphine!<br />

“Alla fine del 1932 mio figlio Alberto mi chiede di andarlo a<br />

trovare a Parigi per farmi conoscere una persona molto speciale.<br />

Dopo mille acrobazie per ottenere il passaporto, ed un estenuante<br />

viaggio in treno, giungo a Parigi. Alberto lavora al Casinò de<br />

Paris con Joséphine Baker che presto incontro in casa sua. Io mi<br />

meraviglio nel vedere quella giovane di colore che sembra più un<br />

ragazzo che una donna. I capelli scuri e cortissimi, il corpo di una<br />

adolescente, una voce dolcissima ed un sorriso pieno di simpatia<br />

ed affetto. Mi racconta, chiamandomi subito chère maman, che<br />

la sua vita è iniziata come quella di mio figlio Alberto. Partita<br />

giovanissima da un paese dell’America è venuta a Parigi con<br />

la speranza di raggiungere il successo che non ha avuto nel suo<br />

paese. Dopo i primi momenti di incertezza e timore, si è fatta<br />

notare per la novità che porta nel modo di presentarsi al pubblico<br />

parigino, un modo nuovo di fare spettacolo, come ha fatto anche<br />

mio figlio Alberto. Oltre a parlare con voce dolcissima, canta in<br />

maniera da mandare in visibilio il teatro…<br />

Ciò che Joséphine apprezza più di ogni altra cosa sono gli spaghetti.<br />

E così, per tutto il tempo che mi fermo a Parigi, cucino<br />

‘spaghetti alla bolognese’!”<br />

Dal racconto della mamma Ida Romagnoli alle figlie Bice, Giorgia e<br />

Maria (Archivio C. G. Jung)<br />

A pag. 48: Spadolini e Joséphine Baker danzano “Hawaii” al Casinò de Paris nel 1933. Foto ‘ghigliottinata’ da Spadolini nel 1935 (Coll. B-S n. 9)<br />

A pag. 49: Spartito “Bolero-Spadò”, Editions Smyth, 1933 (Coll. B-S n. 412)<br />

A destra: Brochure « La Joie de Paris » con Joséphine Baker e Spadolini, disegno Paul Colin 1932 (Coll. B-S n. 119)<br />

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