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In Francia da Paul Colin<br />
Alberto cerca fortuna in Francia, allora naturale approdo<br />
di tanti giovani artisti. Purtroppo anche in quel paese<br />
le restrizioni nei confronti dei nostri emigranti sono<br />
numerose e, poiché non ha un lavoro fisso, ne viene<br />
espulso.<br />
Come abbiamo visto Spadolini non si arrende: si reca<br />
al Vittoriale a trovare Gabriele d’Annunzio e ritorna in<br />
Francia con le lettere di raccomandazione. Probabilmente<br />
è grazie a Maurice Rostand che ottiene un contratto<br />
come decoratore nell’atelier di Paul Colin (1892<br />
- 1985), a quell’epoca uno dei più apprezzati scenografi,<br />
autore fra l’altro dei manifesti pubblicitari per Joséphine<br />
Baker.<br />
I soldi sono pochi, racconta di quegli anni Spadolini, e<br />
bastano appena per pagare la mezza pensione e per mandare<br />
qualche cosa ogni mese alla madre.<br />
All’inizio del 1932 ritroviamo Alberto a Villefranchesur-mer,<br />
sporco di vernice e madido di sudore mentre<br />
dipinge insieme ad altri giovani le scenografie in una<br />
sala da ballo.<br />
Durante una pausa dell’allestimento scenico egli è come<br />
rapito dalla musica degli orchestrali che stanno provando<br />
una partitura.<br />
In un articolo si ricorda l’episodio:<br />
“L’orchestra attaccò le prime note della seconda Rapsodia di<br />
Liszt… Spadolini, in pantaloni bianchi e maglietta, si mise<br />
a ballare… presto, dal brusio si passò ad un silenzio religioso.<br />
Fu un trionfo. All’impresario che voleva immediatamente ingaggiarlo,<br />
Alberto rispose divertito: ‘Ma non ho mai appreso a<br />
ballare!’<br />
‘Che importa, voi farete ciò che vorrete, non dovete occuparvi<br />
d’altro!’ … Non aveva né partitura, né costume, così che debuttò<br />
vestito d’un lenzuolo. Interpretò una danza antica e tutta la<br />
poesia greca si materializzò nella sala in delirio”.<br />
Jenny Josane “Vedettes”, Parigi 1941 (Coll. B-S n. 71)<br />
Il magico momento è ricordato anche da Bragaglia:<br />
“…in una esibizione davanti ad amici danzò selvaggiamente,<br />
esprimendo al di là dei canoni scolastici, che gli erano ignoti, un<br />
lirismo coreico sgorgante primitivo e prepotente, dal suo istinto<br />
di complesso artista plastico. Per fortuna quella volta, fu visto<br />
dall’impresario lirico del Casinò. Egli lo scritturò, come un fenomeno<br />
artistico, inserendolo nei suoi spettacoli.”<br />
“Spadolini danzatore d’istinto”<br />
di A. G. Bragaglia (Coll. B-S n. 264).<br />
In una intervista Spadolini ricorda il suo debutto all’Eldorado<br />
di Nizza il 9 aprile 1932.<br />
Poco dopo danza in uno spettacolo allo Stadio di Antibes,<br />
di cui rimane una fotografia con sullo sfondo “l’antico<br />
Fort Carré”. Nel giugno 1932 il danzatore trionfa<br />
al ‘Boeuf sur le Toit’ e all’Empire di Parigi dove riceve<br />
la visita di Varna e di Joséphine Baker che lo scritturano,<br />
per l’intera stagione, al Casinò de Paris.<br />
Per rispettare alcuni contratti che ha firmato in precedenza<br />
il 5 agosto 1932 l’artista deve tornare sulla Costa<br />
Azzurra. Partecipa alla serata di gala “Les nuits olympiques”<br />
al Casinò de Montecarlo Beach.<br />
Tornato a Parigi Spadolini è il misterioso ospite notturno<br />
di una imbarazzata Joséphine Baker.<br />
Il 3 dicembre 1932 egli debutta a fianco di Joséphine al<br />
Casinò de Paris, mitico locale frequentato da divi, intellettuali,<br />
principi e re, trampolino di lancio verso il<br />
Metropolitan e lo Ziegfield’s Follies di New York.<br />
Le cronache dell’epoca narrano che Paul Colin si sorprende<br />
assai quando ritrova Alberto senza tavolozza e<br />
senza pennelli in mano fra le sue scenografie al Casinò<br />
de Paris. Alla domanda perché abbia lasciato il suo lavoro<br />
a Villefranche e soprattutto che ‘diavolo’ ci faccia a<br />
Parigi, Spadolini risponde candidamente che ha bisogno<br />
di muovere non solo le mani ma anche i piedi!<br />
A pag. 25: Spadolini “Apollo danzante”, foto Maurice Seymour, Chicago anni ’30 (Coll. B-S n. 13).<br />
A destra: Spadolini in stile futurista, foto Studio Piaz, Parigi anni ’30 (coll. B-S n. 2).<br />
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