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BOLERO SPADÒ

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Crea le sue danze in poltrona<br />

“… Non ha mai ballato ma si lancia improvvisamente colpito<br />

da non si sa che cosa, per eseguire una scena meglio di chiunque<br />

altro. Crea composizioni pittoriche strane e sontuose dopo<br />

lunghe meditazioni in una poltrona e allo stesso tempo la sua<br />

mente viaggia verso le sue coreografie … tutto sembra conferirgli<br />

un’aurea magica.”<br />

Tratto dal manoscritto “Alberto Spadolini”<br />

di Jean-François Crance, 2007<br />

Spadolini crea non solo nuove scenografie, ma anche<br />

nuove coreografie, sedendosi su di una poltrona. In un<br />

articolo leggiamo:<br />

“Per preparare il suo prossimo recital, Alberto non è mai uscito<br />

di casa per delle settimane. I suoi attrezzi da lavoro sono una<br />

poltrona o un divano, un grammofono, dei dischi e delle partiture.<br />

Instancabilmente, egli ascolta la ‘Fuga in re minore di<br />

Bach’, la ‘Danza del fuoco’ di Manuel de Falla o il ‘Minuetto’<br />

di Lulli. E sulla partitura musicale che egli studia a fondo, poco<br />

a poco disegna la sua futura interpretazione coreografica. Non<br />

fa un gesto finché non è completamente impregnato dell’opera.<br />

Spadolini si rifiuta d’essere un ballerino. E’ anzitutto un eccellente<br />

musicista, un appassionato della musica. Quando prepara<br />

il suo repertorio non ripete la danza, non ascolta la partitura;<br />

egli la studia, la decompone, l’analizza nota per nota delle ore<br />

intere. Quando la ‘possiede’ infine, è pronto a ballare.”<br />

“La Semaine”, Parigi 4.11.43 (Archivio BNF)<br />

Alex Wolfson ricorda che Spadolini ha appreso alcune<br />

tecniche d’autoipnosi quando era aiuto scenografo al<br />

Teatro degli Indipendenti di Roma. E’ infatti documentato<br />

che alla fine degli anni ’20 Bragaglia organizza la<br />

conferenza del prof. Gabrielli che delizia il pubblico con<br />

una serie di esperimenti d’ipnosi e di lettura del pensiero<br />

a distanza.<br />

Spadolini si allena quotidianamente, ad occhi chiusi in<br />

poltrona, a far affiorare dal proprio inconscio particolari<br />

visioni che dipingerà sulla tela, versi poetici che scriverà<br />

su di un foglio di carta, nuove coreografie che rappresenterà<br />

nel corso dei suoi spettacoli.<br />

Sopra: Spadolini si prepara alla “Danse grecque”, foto Joe Pasen, Palais de Chaillot Parigi anni ’40 (Coll. B-S n. 36)<br />

A destra: Spadolini indossa i panni del “Casanova” , anni ’30 (Coll. B-S n. 23)<br />

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