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BOLERO SPADÒ

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Un marchigiano alla corte<br />

di Joséphine Baker<br />

“Una notte a casa di Joséphine Baker: …A tavola, davanti a<br />

bicchieri di cristallo riempiti di champagne si parla ancora di<br />

lavoro, questa volta con gravità, quasi con rispetto; una risata<br />

riparte subito. Joséphine ha immaginato qualche scherzo. Nella<br />

polvere d’oro luminoso che sfugge dal giardino d’inverno, da un<br />

boschetto di palme è apparso un uomo: egli danza, atletico, sportivo.<br />

E i suoi muscoli disegnano, prolungandoli, dei movimenti<br />

che fanno evocare la vita degli stadi, i giochi degli antichi.<br />

‘Era un pittore-decoratore’ lei dice. ‘Abitava a Nizza. I tempi<br />

sono difficili e lui si è dato alla danza. Debutterà al Casinò …’<br />

E Joséphine lo applaude con frenesia. ‘Bravo Spadolini!<br />

Bis!’…”<br />

“Una notte a casa di Joséphine Baker”<br />

André Rivollet, l’Intransigeant, 13.11.1932 (Coll. BNF)<br />

“La Vigilia di Natale, fui invitato nel Vésinet, per il Cenone<br />

…Tutto era bianco a casa di Joséphine. Un tappeto d’ovatta ai<br />

piedi di un abete imbiancato mi accolse all’ingresso. Sotto i rami<br />

ricoperti di fili d’argento, un grammofono riversava l’ultimo ritornello<br />

di ‘Zouzou’ ( film della Baker). C’era un gruppo di<br />

amici: i compagni del Casinò de Paris, il danzatore nudo Spadolini,<br />

per la circostanza vestito!”<br />

“Une vie de toutes les couleurs : memorie di J. Baker<br />

raccolte da A. Rivollet”, Ed. Arthaud, 1935 (Coll. B-S n. 277)<br />

Non è un caso se nel corso delle sue visite a casa di Joséphine<br />

Baker nel novembre 1932, e nel dicembre 1934,<br />

lo scrittore André Rivollet trovi sempre Spadolini. I due<br />

ballerini sono insieme nel lavoro come nella vita, nello<br />

spettacolo ‘La joie de Paris’ al Casinò de Paris, come nelle<br />

tournée in Europa e in America.<br />

Anche in una serie di articoli dell’epoca è possibile ammirare<br />

le immagini dei due artisti avvinghiati in una<br />

danza al Casinò de Paris e, ancora insieme, all’aeroporto<br />

di Parigi.<br />

“Parigi si ricorda ancora di quella notte in cui ha scoperto Spadolini.<br />

Era in una rivista di Joséphine Baker. Sulla musica del<br />

“Matrimonio Segreto” di Cimarosa, nella scenografa di stile cinese<br />

uscì, sembrò da una tela del XVIII° secolo, Spadolini con<br />

Joséphine Baker vestita da marchesa creola. Visione meravigliosa<br />

che provocò l’entusiasmo di Parigi.”<br />

Articolo pubblicato a Parigi negli anni ’30<br />

(Coll. B-S n. 192)<br />

Eppure per 70 anni il nome di Spadolini non viene mai<br />

citato negli innumerevoli volumi scritti sulla Baker.<br />

Come afferma Jo Bouillon, ultimo marito della Baker e<br />

curatore delle memorie ufficiali pubblicate postume:<br />

“Joséphine è sempre stata così: metteva nel dimenticatoio ciò che<br />

non costituiva per lei o su di lei stessa una vittoria.”<br />

“Memorie di J. Baker” a cura di J. Bouillon, 1975<br />

(Coll. B-S n. 483)<br />

Alcuni documenti ritrovati recentemente avvalorano<br />

l’ipotesi che fra il 1932 e il 1935 i due artisti abbiano vissuto<br />

una grande amicizia e poi una segreta storia amore.<br />

Il giornale fiammingo ‘De Dag’ in un lungo articolo ricostruisce<br />

il primo incontro di Alberto e Joséphine avvenuto<br />

nell’estate del 1932.<br />

Il cameriere giunge trafelato nel camerino del danzatore<br />

per informarlo: “In mezzo al pubblico c’è Henry Varna, il direttore<br />

del Casino de Paris. Sembra sia venuto apposta per te!”<br />

Spadò sale sul palcoscenico avvolto in un lenzuolo, non<br />

senza un certo nervosismo.<br />

“Mi dicevo: ‘Mio Dio, adesso o mai più! Questa è la grande<br />

occasione della mia vita!”<br />

Il cuore dell’artista batte all’impazzata preso dall’emozione<br />

e dall’incedere della musica che egli danza ancor<br />

più selvaggiamente. Solo al termine dello spettacolo<br />

Spadolini scopre che ad applaudirlo con Varna c’è anche<br />

Joséphine Baker, la regina dei music-hall parigini.<br />

Conclude Spadolini: “Era incredibile: pur non avendo studiato<br />

danza, tutti e due ebbero grande considerazione per il mio<br />

spettacolo. Fui assunto al Casinò de Paris!”<br />

A destra: Spadolini e Joséphine Baker in un disegno di Pierre Payen, Casinò de Paris, 1933 (Coll. B-S n. 52)<br />

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