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BOLERO SPADÒ

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Pittore esoterico<br />

Nel settembre 1972, mi reco per la prima volta in vacanza<br />

a Parigi e naturalmente vado a trovare mio zio Alberto<br />

Spadolini nel suo appartamento sugli Champs-Elisées.<br />

All’epoca sono un ragazzo che pensa solo al divertimento<br />

e così lui mi fa una lunga ramanzina: “Devi visitare i<br />

musei, studiare i classici greci e latini, e soprattutto non perdere<br />

tempo in sciocchezze!”<br />

Alla sera mi insegna alcune frasi in ‘argot’, il dialetto parigino,<br />

fra cui un sibillino: “Fulcan tempiofiess” di cui non<br />

mi vuole spiegare il significato.<br />

Torno a Parigi nel 1974 con l’inseparabile compagno di<br />

viaggi Tony Aiuto. Insieme ci rechiamo a trovare Alex<br />

Wolfson, per tanti anni grande amico di Spadolini da<br />

poco scomparso.<br />

Egli ci racconta diverse avventure di Spadolini, di cui<br />

è stato testimone, fra cui la feroce telefonata del ministro<br />

Mandel, la distruzione delle fotografie di Joséphine<br />

Baker, il suo lavoro nello studio di un certo Jules Boucher…<br />

È solo nel 1978, a seguito della scoperta del suo archivio,<br />

che inizio ad interessarmi di arte, letteratura, danza,<br />

pittura, cinema, filosofia, e più tardi di simbolismo<br />

junghiano. E così, quando recentemente è giunta dalla<br />

Norvegia l’immagine fotografica del dipinto “Tau”, mi<br />

rendo conto immediatamente che l’eclettico artista è<br />

stato anche pittore esoterico.<br />

Approfondisco lo studio su Jules Boucher (1902 – 1955),<br />

uno dei massimi studiosi di simbologia esoterica, discepolo<br />

del celebre alchimista Fulcanelli.<br />

La lettura del volume “Il Mistero delle Cattedrali” di<br />

Fulcanelli, insieme all’insostituibile aiuto di Tony Bortolotti,<br />

mi permette di svelare il segreto di quella frase in<br />

argot, una specie di ‘koan’, come dicono gli orientali.<br />

“Fulcan tempiofiess” in realtà significa: “Fulcanelli fece<br />

(costruisce) il tempio”.<br />

“I dizionari definiscono la parola argot come ‘linguaggio particolare<br />

di tutti quegli individui che sono interessati a scambiarsi le<br />

proprie opinioni senza essere capiti dagli altri che stanno intor-<br />

no’. È quindi, una vera e propria cabala parlata. Gli argotieri,<br />

quelli che si servono d’un tale linguaggio, sono i discendenti ermetici<br />

degli argonauti, i quali andavano sulla nave Argo, parlavano<br />

la lingua argotica - la nostra lingua verde - navigando<br />

verso le fortunate rive della Colchide per conquistare il famoso<br />

Vello d’Oro…<br />

Tutti gl’Iniziati si esprimevano in argot, anche i vagabondi della<br />

Corte dei Miracoli, - col poeta Villon alla loro testa, - ed anche<br />

i Frimasons, o frammassoni del medioevo, ‘che costruivano la<br />

casa di Dio’, ed edificavano i capolavori argotiques ancor oggi<br />

ammirati.”<br />

“Il Mistero delle cattedrali”, di Fulcanelli, Ed. Mediterranee, 2001<br />

Seguendo l’insegnamento di Jules Boucher e del suo<br />

maestro Fulcanelli, Spadolini ha nascosto il suo mondo<br />

più segreto in una serie di dipinti e disegni esoterici.<br />

Molti confondono il termine esoterico (dal greco ‘esoterikos’<br />

ossia interiore, nascosto) che esprime il desiderio<br />

di conoscenza e l’ampliamento della percezione del<br />

Sacro, con l’occultismo spesso ricercato dai soggetti che<br />

vogliono dominare gli uomini e l’intero universo attraverso<br />

la magia.<br />

L’esoterismo è un insegnamento riservato a pochi eletti<br />

e necessita di continuo apprendimento, forte volontà e<br />

desiderio di crescita interiore.<br />

Nella trilogia “Arco di Traiano con in lontananza San Ciriaco”<br />

(a pag. 79), “Fontana di Piazza San Pietro” (a pag. 89)<br />

e “Notre-Dame de Paris”, Spadolini ripercorre i momenti<br />

più importanti della sua esistenza: l’infanzia anconetana,<br />

la giovinezza romana, la maturità parigina.<br />

A legare le Cattedrali ci sono loro, i Fratelli di Heliopolis,<br />

raffigurati in procinto di varcare l’Arco di Traiano<br />

diretti alla Cattedrale di San Ciriaco, assetati di verità<br />

mentre si dirigono verso la Fontana di Piazza San Pietro,<br />

intenti ad ammirare quel meraviglioso tempio gotico<br />

che è Notre Dame de Paris.<br />

“Con l’abbondante fioritura della sua decorazione, con la varietà<br />

dei soggetti e delle scene che l’adornano, la cattedrale si presenta<br />

A destra: “Notre-Dame de Paris”, Spadolini anni ’40, olio su tela cm. 37 x 45 (Coll. B-S n. 138).<br />

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