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Notiziario anno 2010 - CAI Sezione Varallo Sesia

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Vita di alpeggi<br />

15 agosto 1951:<br />

alpe Rateis alta Moanda val Sermenza (Rima San Giuseppe) alle<br />

pendici del Tagliaferro.<br />

Il piccolo pastorello è Ivo Festa Bianchet di Borgosesia,<br />

dietro di me, con le mani in tasca, è Giuseppe Ravelli<br />

testo di Ivo Festa Bianchet<br />

Finita la guerra la gente si stava<br />

riorganizzando. Si riprendeva la<br />

scuola, il lavoro, la vita quotidiana<br />

delle famiglie povere e<br />

numerose. Tutti cercavano di<br />

rifarsi una vita.<br />

Riaprivano le fabbriche e ce<br />

n’erano molte, si cercava di<br />

sopravvivere provando a riparare<br />

tutto quello che era stato<br />

distrutto dalla guerra, e anche<br />

gli alpeggi per poter accedervi<br />

durante l’estate con gli armenti.<br />

Vi voglio raccontare l’esperienza<br />

di un piccolo fanciullo un po’<br />

“birichin” come me e altri. Era<br />

l’autunno del 1950 quando un<br />

signore si presentava a casa mia<br />

in frazione Marasco (Borgosesia).<br />

Era un parente di mio padre Giovanni<br />

e si chiamava Renato Facchinetti<br />

di frazione Ca’ di Zelle<br />

di Rimasco.<br />

Io non lo conoscevo. Mio papà sì. Dopo uno scambio<br />

di convenevoli disse a mio papà: “Ho bisogno di tuo<br />

figlio per mandarlo in alpeggio a fare il garzone”.<br />

Papà era titubante e non sapeva che pesci pigliare.<br />

Allora presi io la decisione: “Papà, vado io a<br />

guadagnarmi il pane e tu non dirmi nulla, la scelta<br />

è mia; prometto che l’<strong>anno</strong> prossimo (pur non<br />

sapendo dove andavo) vado a lavorare”.<br />

Il 27 aprile 1951 io e papà, con la corriera, siamo<br />

arrivati a Rima San Giuseppe all’albergo Nonay, il<br />

cui proprietario era il buon Cleto. Abbiamo pernottato<br />

lì una notte; diluviava. Al mattino era bel<br />

tempo e a piedi ci siamo portati a Ca’ di Zelle dove<br />

ci aspettava la famiglia Facchinetti al completo:<br />

Giovanni che già conoscevo, Enrichetta, Benvenuto,<br />

Renato mio accompagnatore.<br />

La famiglia, che non avevo mai conosciuto, mi<br />

trattò meglio di un figlio e quindi rimasi da loro.<br />

Qui incomincia la mia avventura di garzone che<br />

consisteva in: 1) pulire le stalle; 2) condurre le<br />

capre al pascolo e mungerle; 3) accudire ai maiali<br />

per prepararli alla transumanza verso gli alti<br />

alpeggi, da Rima San Giuseppe alla valle Nonay<br />

(alpeggio al Tetto). Verso la metà di luglio seconda<br />

transumanza: dal Nonay all’alpe Moanda e alpe<br />

Rateis, dov’era la nostra residenza estiva.<br />

Con altri pastori - Attilio e Otto Boffa, Modesto<br />

Festa Bianchet di Barbato (Trivero) e le loro famiglie<br />

- si incominciava presto a pulire le stalle, mungere,<br />

dar da mangiare a vitelli e maiali, poi si andava<br />

al pascolo verso le 10, con una fetta di polenta e<br />

formaggio in tasca e così si passava la giornata.<br />

A fine settimana i quattro pastori portavano i loro<br />

prodotti a valle con i muli e tornavano con i viveri<br />

per tutta la settimana impiegando circa due giorni.<br />

In questo modo scorreva la nostra vita senza radio<br />

e tv. Solo il silenzio della notte, il suono dei<br />

campanacci e tube al collo delle bestie, il breve<br />

fruscio dei ruscelli, aspettando l’alba e il sole che<br />

ci sorgeva di fronte all’alpe Campo di Rimasco.<br />

Tra il bel tempo, il brutto tempo e il nebbioso,<br />

l’estate che passava, si vedeva qualche escursionista.<br />

Due erano le messe: a ricordo dell’escursionista<br />

Ilmar Cerutti caduto nel 1949 sulla via del Tagliaferro<br />

e di Luigi Ravelli alla bocchetta della Moanda.<br />

Tanti giorni passati ed ecco di nuovo la transumanza<br />

a fine settembre, per il ritorno a Ca’ di Zelle<br />

di tutta la famiglia. Ai primi di ottobre da Ca’ di<br />

Zelle di Rimasco si cominciava la transumanza del<br />

ritorno per arrivare al podere di regione Tamarone,<br />

dietro la ex Samit a Borgosesia, dove si arrivava<br />

dopo qualche giorno, tutto sempre a piedi.<br />

NOTIZIARIO C.A.I. VARALLO<br />

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