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Notiziario anno 2010 - CAI Sezione Varallo Sesia

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Nell’alveo intanto appaiono altre specie che si<br />

espandono rapidamente. Tra gli indigeni salici,<br />

pioppi neri, epilobi di Dodeneus e numerose erbacee<br />

annuali, si vede una pianta che forma voluminosi<br />

cespi, che nasce, muore e rinasce ogni<br />

<strong>anno</strong> diffondendosi in maniera esponenziale anche<br />

tramite rizomi sotterranei. Simile a una canna, ha<br />

un fusto di 3 centimetri e più di diametro ed è alta<br />

2, 3 metri. La fioritura avviene nei mesi di agosto<br />

e settembre con numerosi ciuffi di minuscoli fiori<br />

bianchi, continuamente visitati dalle api. E’ quindi,<br />

perlomeno, una pianta mellifera.<br />

Lì, vicino all’argine, si sta costruendo la nuova<br />

variante della strada statale. Dall’alveo vengono<br />

prelevate grandi quantità di ghiaia per farne il<br />

sottofondo. Ora, a opera conclusa, anche i cigli di<br />

questa nuova strada, sono invasi da questa pianta<br />

esotica, i cui rizomi erano mescolati a sassi, ghiaia<br />

e sabbia. La nuova clandestina viene dal Giappone<br />

o da altri paesi asiatici e si chiama Reynoutria<br />

japonica, battezzata da noi italiani volgarmente<br />

Poligono giapponese, nome derivatole dalla famiglia<br />

di appartenenza: le Poligonacee.<br />

Poligono giapponese (Reynoutria japonica)<br />

Passa un po’ di tempo e appare un’altra sconosciuta:<br />

una specie di margherita gialla, che cresce<br />

e si propaga con rapidità simile alla precedente.<br />

Anch’essa è esotica e, anche per questa, mi ci vorrà<br />

del tempo per appurarne l’identità. E’ Senecio<br />

inaequidens e proviene addirittura dal Sud Africa.<br />

In virtù del paese di provenienza verrà chiamato<br />

col nome volgare di Senecione sudafricano. Ora<br />

questa pianta è rinvenibile in tutta la valle (l’ho<br />

trovata addirittura in cima alla Cassa, rilievo vicino<br />

a cima di Lavaggio, ove h<strong>anno</strong> costruito un<br />

ripetitore televisivo). I semi sono probabilmente<br />

stati portati inconsapevolmente da coloro che lassù<br />

sono saliti per la sua costruzione.<br />

Senecione sudafricano (Senecio inaequidens)<br />

In conclusione, il fiume è uno straordinario luogo di<br />

accoglienza e di diffusione di tante piante esotiche<br />

che giungono da noi (e non solo da noi) portate<br />

volontariamente o giunte più o meno clandestinamente,<br />

ove molte trovano condizioni ideali per<br />

propagarsi rapidamente. Resta talvolta l’enigma del<br />

mezzo usato per raggiungere i nostri lidi, essendo<br />

a volte tanto lontano il luogo di origine. Dal fiume<br />

e dalle zone degradate circostanti partono poi alla<br />

conquista di altri luoghi e ambienti, a completare il<br />

loro insediamento nella nostra valle. Alcune h<strong>anno</strong><br />

adattabilità a ogni tipo di substrato e grande prolificità,<br />

tanto da diventare così invasive da riuscire<br />

a soppiantare le specie autoctone. Oggi, alla fine<br />

del primo decennio del XXI secolo, le piante aliene<br />

presenti in Valsesia e in Piemonte sono centinaia.<br />

In Lombardia, la regione italiana che ne possiede<br />

di più, si sono presi la briga di censirle e h<strong>anno</strong><br />

contato nel <strong>2010</strong> ben 619 specie alloctone. Ma si<br />

comprende che questo dato è solo provvisorio e<br />

destinato ad aumentare col passare del tempo.<br />

Tutti h<strong>anno</strong> sentito parlare della allergenica e<br />

pericolosa Ambrosia, ormai diffusissima in bassa<br />

Valsesia, oltre che nel greto del fiume anche<br />

lungo i cigli stradali, che tanti fastidi e malanni<br />

procura alle persone predisposte. Ma, anche se<br />

meno pericolose, numerose altre ci circondano<br />

e assediano. Sono le varie Enagre e Balsamine,<br />

numerosi Amaranti e Poligoni, Verghe d’oro, Astri<br />

canadesi e americani, varie Acetoselle ed Euforbie.<br />

64 NOTIZIARIO C.A.I. VARALLO

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