Notiziario anno 2010 - CAI Sezione Varallo Sesia
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Parco dei Monti Sibillini<br />
UN TREKKING CON GLI AMICI<br />
DELLA SOTTOSEZIONE DI GHEMME.<br />
Primavera inoltrata, anzi, l’estate è quasi dietro<br />
l’angolo, ma noi non l’abbiamo avvertita. Partiamo<br />
comunque con la speranza di incontrarla in<br />
una zona dove le stagioni si presentano con più<br />
rispettosa puntualità. Con questa certezza apriamo<br />
la pagina del nostro tour visitando il borgo di<br />
San Ginesio. Il tepore e la brezza tiepida che ci<br />
investono ci rendono consapevoli di essere arrivati<br />
a destinazione; abbandoniamo le nostre maglie<br />
pesanti e ci accingiamo a inaugurare la nostra<br />
prima tappa.<br />
Circondata da mura di difesa perfettamente conservate,<br />
San Ginesio sorge su una piccola altura<br />
a 690 metri. Le case, con le facciate in pietra,<br />
allineate lungo i vicoli, pare non abbiano risentito<br />
dello scorrere del tempo; anzi, il tempo sembra<br />
essersi fermato. La circolazione delle autovetture<br />
è limitata e il frastuono del traffico è solo un<br />
ricordo; i suoni che caratterizzano questi luoghi e<br />
quelli che incontreremo nei prossimi giorni vengono<br />
dalla natura che qui ha il privilegio di fare<br />
da padrona di casa.<br />
Dopo aver dato uno sguardo all’ampia vallata che<br />
si distende sotto le mura della cittadina da cui<br />
svetta la catena appenninica con la sua armonica<br />
linearità, ci ritroviamo alla Porta Picena per<br />
ripartire alla volta del nostro albergo, a Balzo di<br />
Montegallo (870 m).<br />
Raggiungiamo il paese con vorticose acrobazie<br />
e impennate del nostro mezzo di trasporto per<br />
superare le irte salite e le conturbanti curve a<br />
gomito. A dispetto di quanto sperato, il mattino<br />
successivo veniamo svegliati dal rumore appena<br />
ovattato delle gocce di pioggia che ci costringono a<br />
una delle prime varianti del programma previsto. Il<br />
clima, purtroppo, non è stato favorevole e qualche<br />
testo di Anna Musco<br />
volta abbiamo temuto di vedere fallire la nostra<br />
escursione, ma grazie alla prontezza della nostra<br />
guida, Gianluca, che è riuscita a spostarci dove<br />
le intemperie potevano colpirci solo di striscio e,<br />
dobbiamo dirlo, alla nostra tenacia, siamo riusciti<br />
a portare a termine l’impresa.<br />
Durante i tre giorni, in cui siamo ospiti a Balzo,<br />
attraversiamo la parte orientale del parco.<br />
Ci spostiamo a Rubbiano con il bus; marciando,<br />
raggiungiamo una conca del fiume Tenna in cui si<br />
getta una fitta cascatella scivolando a ridosso di<br />
un balzo roccioso: sono le Pisciarelle delle fate.<br />
Risaliamo il corso del fiume, che scorre vorticoso<br />
nell’antro dell’Infernaccio, fino alla sua sorgente<br />
(1173 m) ai piedi delle cime del Priora, del Sibilla<br />
e del Valleluga, in una vallata ricca di fioriture<br />
primaverili. Da qui ripieghiamo verso l’eremo di<br />
San Leonardo (1128 m) e con un ultimo sforzo raggiungiamo<br />
il torrente Rio Salso fino alla sua cascata<br />
dal salto di 30 metri (1200 m). Rientro funestato<br />
dalla pioggia.<br />
La tappa successiva prevede la risalita verso il<br />
monte della Prata partendo da Castelluccio (1318<br />
m). Le valli che si estendono davanti a noi sono a<br />
tratti coperte di neve e ci offrono una vasta gamma<br />
di cromie che rendono singolare il paesaggio.<br />
Dalla fonte della Iumenta (1700 m), dove si estende<br />
la valle di Visso, proseguiamo verso Pizzo Borghese<br />
(2060 m): qui i più arditi si cimentano nella<br />
scalata alla punta estrema del monte (2150 m)<br />
per catturare l’estensione del parco a 360 gradi.<br />
Dopo una breve sosta scendiamo verso Pizzo Bove<br />
(2125 m) attraversando manti nevosi fino alla Forca<br />
Viola (1936 m). E’ l’ultimo percorso in cresta da<br />
cui si gode all’orizzonte la spettacolare fusione<br />
del cielo con il mare in un unico corpo di colore<br />
blu intenso. La giornata è resa piacevole anche<br />
dal clima favorevole, con il sole che ci scalda e il<br />
vento che asciuga il sudore.<br />
Nell’ultimo giorno a Balzo marciamo finalmente<br />
lungo il “sentiero dei mietitori” che avevamo tralasciato<br />
per le avverse condizioni meteo.<br />
Durante il percorso incontriamo vecchie strutture,<br />
un tempo adibite alla lavorazione dei raccolti, e<br />
chiese risalenti all’<strong>anno</strong> 1000 che offrivano riparo<br />
ai viandanti, come la chiesa della Madonna del<br />
Pantano (1159 m). Mentre puntiamo in direzione<br />
di Forca di Presta (1514 m), nuvole minacciose si<br />
affacciano nel cielo, così siamo costretti ad affrettarci<br />
per rientrare.<br />
Lungo la strada abbiamo la fortuna di vedere una<br />
32 NOTIZIARIO C.A.I. VARALLO