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Notiziario anno 2010 - CAI Sezione Varallo Sesia

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la cima (3406 m) da cui si ha un ottimo panorama<br />

anche del vicino Carè Alto (3462 m); persino la<br />

croce di vetta ci riporta alla Grande guerra: è<br />

infatti costruita interamente con reperti bellici.<br />

Il rientro avviene per lo stesso itinerario dell’andata;<br />

la sciata dalla cima del corno di Cavento fino al<br />

canalino sotto il passo è, seppur breve, veramente<br />

entusiasmante.<br />

Nei pressi del passo della Lobbia vale la pena di<br />

deviare fino all’altare in tonalite costruito proprio<br />

nel punto in cui passava la linea del fronte di guerra<br />

nel 1988 in occasione della visita di Giovanni Paolo<br />

II. Il Papa non era nuovo a simili incursioni nella<br />

zona; già quattro anni prima le nevi dell’Adamello<br />

lo avevano visto sciatore insieme al presidente<br />

Sandro Pertini e il suo amore per queste montagne<br />

è stato tale da far sì che dal 2000 cresta Croce sia<br />

diventata cresta Giovanni Paolo II.<br />

Scendendo dal Passo di Cavento<br />

TERZO GIORNO: rifugio “Lobbie” ai Caduti<br />

dell’Adamello, monte Adamello e rientro al rifugio<br />

(dislivelli: + 750, - 750; sviluppo: 16 km<br />

circa; PD+, S3; BSA)<br />

Non lasciatevi ingannare dal poco dislivello; arrivare<br />

fino all’Adamello è una lunga avventura in<br />

un ambiente simile a quello artico. Attraversare il<br />

ghiacciaio dell’Adamello e il Pian di Neve è sicuramente<br />

più veloce con gli sci che a piedi ma richiede<br />

comunque un ottimo senso dell’orientamento,<br />

soprattutto se cala la nebbia, e tanta pazienza.<br />

Dal rifugio bisogna scendere fino alla vedretta del<br />

Mandrone (quota 2900) e, all’altezza della deviazione<br />

che attraversa tutta la vedretta verso NO e<br />

verso cima Venezia, mettere le pelli e proseguire<br />

verso SO seguendo in falso piano la vedretta fino a<br />

quota 3100 metri; davanti a noi si apre lo spettacolo<br />

del Pian di Neve; si risalgono ora in direzione<br />

ovest pendii più ripidi che costituiscono il bordo<br />

Corno di Cavento - Croce di Vetta<br />

di questo catino glaciale fino al raggiungimento<br />

di una sella posta a SO tra il monte Adamello e la<br />

cima del Laghetto.<br />

Si continua fin dove si riesce con le pelli a seconda<br />

delle condizioni seguendo la cresta SO; la croce<br />

di Vetta posta a 3539 metri è sempre più vicina,<br />

finalmente arriviamo a toccarla: l’ambiente e i<br />

paesaggi che ci circondano sono semplicemente<br />

meravigliosi… Siamo fortunati, vediamo persino in<br />

lontananza il Monte Rosa. Ancora una volta pensare<br />

che 85 anni fa questi luoghi da sogno fossero frequentati<br />

solo da uomini in divisa che combattevano<br />

per conquistarli fa sorridere e riflettere.<br />

Dalla cima ci sporgiamo verso NO; qui la parete<br />

scende vertiginosamente fino a lambire i laghi<br />

d’Avio e di Venerocolo; qui si trovava la più grande<br />

caserma italiana sulle cui rovine è sorto il rifugio<br />

Garibaldi. Il primo tentativo di salita scialpinistica<br />

all’Adamello pare sia stato di un piemontese, tale<br />

NOTIZIARIO C.A.I. VARALLO<br />

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