Notiziario anno 2010 - CAI Sezione Varallo Sesia
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Fig. 5 – Ricostruzione attraverso fonti<br />
documentarie dell’andamento dell’altezza<br />
della neve al suolo a Riva nel 1600<br />
Se si vuole valutare l’impatto sull’agricoltura non<br />
è sufficiente analizzare l’andamento della Tmedia<br />
annuale ma si deve ricorrere alla Tmedia del periodo<br />
vegetativo. Condizioni analoghe a quelle riportate<br />
nella nota del parroco di Riva si sono ripetute<br />
costantemente per molti anni durante le fasi più<br />
fredde delle Piccola Età Glaciale (Pfister, 2005).<br />
Il probabile abbinamento di forti precipitazioni<br />
nevose invernali e di basse temperature primaverili,<br />
che producono la persistenza della neve al suolo<br />
nel periodo primaverile) origina il fallimento della<br />
cerealicoltura e la crisi dell’allevamento, legata<br />
alla riduzione del periodo di pascolo nel periodo<br />
estivo e alla riduzione del fieno immagazzinato<br />
per l’inverno successivo.<br />
La crisi delle comunità dell’alta valle fu caratterizzata<br />
dal drastico ridimensionamento della cerealicoltura,<br />
da un cambio di regime nell’allevamento<br />
e dall’inizio dall’emigrazione di massa. Dalla fine<br />
del Cinquecento la sottrazione della mano d’opera<br />
maschile all’attività agro-pastorale, praticata tra<br />
primavera ed autunno, fu quasi totale. L’attività<br />
agro-pastorale in alta valle fu affidata quasi esclusivamente<br />
alla componente femminile di queste<br />
comunità. Questa drastica riduzione delle risorse<br />
umane determinò un sottoutilizzo delle potenzialità<br />
agro-pastorali del territorio.<br />
I primi fondi ad essere abbandonati furono le stazioni superiori d’alpeggio, caratterizzate da una bassa<br />
produttività (per la scarsa qualità de foraggio) e di gestione più complessa per aziende agrarie basate<br />
prevalentemente su bovine da latte, che avevano bisogno di essere munte quotidianamente. Gli spazi<br />
lasciati liberi dalle aziende valsesiane furono immediatamente occupati dai rappresentanti di altre<br />
aziende con diverse specializzazioni agrarie, provenienti da un altro settore della catena alpina: i<br />
pastori orobici (FANTONI, 2007, con bibliografia).<br />
IL MINIMO DI MAUNDER<br />
UNA PROCESSIONE AI GHIACCIAI DEL MONTE ROSA<br />
Nell’area alpina la manifestazione più evidente di questo deterioramento climatico è costituita da imponenti<br />
oscillazioni glaciali. La prima avanzata, comune a tutti i ghiacciai alpini, si realizzò nell’ultimo<br />
decennio del Cinquecento. La seconda avanzata coincise con la seconda parte del periodo identificato<br />
dagli storici del clima come Minimo di Maunder³. Questo intervallo (1645–1715) costituisce la fase più<br />
fredda della piccola Età Glaciale (Pfister, 1999; Wanner et al., 2000), con un incremento della variabilità<br />
climatica su un’ampia parte dell’Europa. Il periodo coincide con un incremento della concentrazione di<br />
14C nell’atmosfera (Stuiver and Braziunas, 1993), alcune imponenti eruzioni vulcaniche (Briffa et al.,<br />
1998) e una ridotta attività solare (Spörer, 1887; Maunder, 1922; Eddy, 1976; Lean et al., 1995; Lean<br />
and Rind, 1999). Jones et al. (1998) e Briffa (2000) stimano una riduzione della temperatura estiva<br />
nell’ordine di circa 0.3 – 0.6° C (rispetto alla media del periodo 1961-1990) nell’emisfero settentrionale.<br />
Il tardo Minimum di Maunder (1675–1715) è inoltre caratterizzato da un incremento delle precipitazioni<br />
nevose per frequenti passaggi di depressioni sull’Europa (Luterbacher et al., 2001).<br />
Per scongiurare l’avanzata dei ghiacciai, come accadde anche per altri fenomeni naturali avversi, le<br />
comunità alpine si affidarono alla protezione divina.<br />
Esemplare è l’atteggiamento della comunità di Chamonix durante il Seicento in corrispondenza dell’avanzata<br />
dei ghiacciai del Monte Bianco, ricostruito dagli storici del clima grazie alla buona disponibilità<br />
di fonti documentarie conservate negli archivi parrocchiali. Le prime richieste di protezione divina<br />
risalgono ai decenni immediatamente seguenti il debutto della Piccola Età Glaciale e dopo alcuni furono<br />
NOTIZIARIO C.A.I. VARALLO<br />
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