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Notiziario anno 2010 - CAI Sezione Varallo Sesia

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Altra vicenda. Stavolta siamo sulla strada<br />

carrozzabile che da <strong>Varallo</strong> sale a<br />

Civiasco e precisamente nei pressi del<br />

Sasso Negro, periodo anni ’70.<br />

Dopo la costruzione della nuova strada<br />

della Colma che scende al lago d’Orta,<br />

completata nel 1968, avviene necessariamente<br />

l’ampliamento anche del tratto<br />

iniziale tra i due centri, per adeguarla<br />

alle nuove necessità di circolazione.<br />

Nella località testé menzionata, racchiusa<br />

in un tornante della strada, esisteva<br />

una graziosa casetta, che col terreno<br />

circostante che l’attorniava era nota<br />

per le numerose piante ornamentali<br />

e fruttifere. C’erano camelie, allori,<br />

bambù, nespoli, varie piante erbacee<br />

perenni ornamentali e orticole.<br />

La casetta era da tempo disabitata e<br />

venne abbattuta per l’allargamento<br />

della strada.<br />

Passano gli anni e il terreno che l’attorniava<br />

si inselvatichisce. Alcune piante<br />

scompaiono per l’avanzata della boscaglia,<br />

altre resister<strong>anno</strong> fino ai giorni<br />

nostri. Improvvisamente compare una<br />

strana liana volubile lunga anche 20 metri,<br />

che striscia al suolo e si arrampica<br />

sui nuovi alberi di castagno, robinia e<br />

ailanto. Nel giro di pochi anni occupa<br />

quasi tutta la superficie disponibile. Ha<br />

grandi foglie composte trifogliate e fiori<br />

piccoli violacei che formano baccelli<br />

simili a fagiolini.<br />

Si capisce subito che non è una pianta<br />

autoctona o indigena italiana, diventando<br />

un nuovo enigma per la sua identificazione<br />

che mi metterà subito a prova<br />

perché non trovo sue notizie sulle flore<br />

nazionali.<br />

Infine risalgo al suo nome e alla sua<br />

provenienza: è Pueraria irsuta (Pueraria<br />

lobata) e viene dall’Asia, famiglia<br />

Leguminose.<br />

Anche per essa mi sono spesso domandato<br />

come avrà fatto ad arrivare fin qui<br />

da noi.<br />

Confinata tra la parete rocciosa e i due<br />

tornanti della strada, sembra che abbia<br />

poche possibilità di espandersi, ma ora<br />

ho notato che alcune piante h<strong>anno</strong> varcato<br />

la strada e si st<strong>anno</strong> già avvolgendo<br />

su alcune piante del bosco sottostante;<br />

però pare meno invasiva di altre esotiche<br />

ormai insediate in valle. In giro non<br />

ho trovato per il momento altre stazioni della pianta, ma so<br />

che è apparsa in altre località del Piemonte, preludio di una<br />

sua inevitabile naturalizzazione.<br />

Puereria irsuta (Pueraria lobata)<br />

Chiudo con le scoperte dell’ultima ora. Durante una escursione<br />

sul Sentiero di padre Gallino recentemente inaugurato, nei<br />

pressi dei Gerbidi sopra il Sacro Monte ho rinvenuto diverse<br />

piante di Ambrosia (Ambrosia artemisiifolia), una pericolosa<br />

composita esotica responsabile di numerosi casi di gravi<br />

allergie da polline in persone predisposte, che precedentemente<br />

ho sempre visto più in basso, nel greto e lungo le<br />

sponde del fiume. Per essa in alcune regioni si sta pensando<br />

di prendere provvedimenti per la sua estirpazione al fine di<br />

evitare l’eccessiva proliferazione.<br />

Ancora quest’estate <strong>2010</strong>, durante un’escursione in val Vogna,<br />

lungo la nuova strada sterrata costruita tra Sant’Antonio e<br />

Peccia, per la posa delle tubazioni della centrale idroelettrica<br />

di Riva Valdobbia, ho notato lungo la scarpata diverse piante,<br />

alcune rigogliose e a ricca fioritura dorata, di Antemide dei<br />

tintori chiamata anche Camomilla gialla (Anthemis tinctoria).<br />

Si tratta di una composita i cui fiori, come dice il nome, erano<br />

usati per tingere le stoffe. E’ pianta con spiccate esigenze<br />

termofile che normalmente vive nel centro-sud della penisola<br />

ma che è già stata notata in alcune località della fascia<br />

pedemontana alpina. La cosa mi ha alquanto stupito perché<br />

la temperatura annua della val Vogna non può certamente<br />

dirsi calda. Sicuramente è stata introdotta casualmente a<br />

seguito dei lavori di sbancamento e scavo compiuti con semi<br />

provenienti da chi sa dove, ma che comunque h<strong>anno</strong> trovato<br />

condizioni favorevoli al loro sviluppo. In questo caso, però,<br />

si potrebbe pensare che la sua comparsa sia dovuta al riscaldamento<br />

globale in atto sul nostro pianeta. Da notare anche<br />

che prima di allora non avevo mai trovato questa pianta in<br />

Valsesia.<br />

Conclusione: anche per le piante, al pari dei popoli, è iniziata<br />

la cosiddetta globalizzazione, ma questa è causata e sovente<br />

66 NOTIZIARIO C.A.I. VARALLO

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