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CESARE ROMITI lezioni di cinese - Confindustria Udine

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MARCOBRUSESCHIInse<strong>di</strong>amentiitaliani in Cina:un ritardo darecuperareMarco Bruseschi (foto Alessio Buldrin)Marco Bruseschi, vicepresidente <strong>di</strong> <strong>Confindustria</strong>U<strong>di</strong>ne, si occupa <strong>di</strong> internazionalizzazionesia per <strong>Confindustria</strong> U<strong>di</strong>ne, dacui ha avuto una specifica delega, sia perla Camera <strong>di</strong> Commercio e ha preso partealla missione in Cina insieme al presidenteAdriano Luci.Vicepresidente Bruseschi, la recentemissione ha coinciso per lei con ilprimo approccio con il colosso <strong>cinese</strong>.Che impressione ne ha tratto?L’impatto è stato indubbiamente interessante.La Cina dà, infatti, l’idea <strong>di</strong> un Paesein crescita esponenziale, ma con ancoranotevoli contrasti. C’è una forte spinta allamodernizzazione con la costruzione <strong>di</strong> cittàenormi, e per molti aspetti anche belle (ve<strong>di</strong>Shanghai e Pechino che abbiamo visitato),che cercano <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare il desiderio <strong>di</strong>molti cinesi <strong>di</strong> lasciare la campagna, dovespesso vivono in con<strong>di</strong>zioni precarie. Si vedeperò che spesso l’inurbamento porta allacostruzione <strong>di</strong> interi quartieri fatti da decine<strong>di</strong> grattacieli tutti uguali e anonimi e ci sichiede se, da certi punti <strong>di</strong> vista, non siameglio la vita in campagna in abitazioni perònormali.Vedendola da vicino con l’otticadell’impren<strong>di</strong>tore italiano, la grandecrescita <strong>cinese</strong> spaventa o appare piùcome un’opportunità?Certamente fa impressione, ma credo <strong>di</strong>amaggiormente il senso dell’opportunità chequel mercato può costituire per le nostreaziende. Un esempio lo abbiamo avuto conl’inaugurazione del nuovo stabilimento dellaPro-Mec <strong>di</strong> Coseano, la PMP, che era giàpresente in Cina da <strong>di</strong>versi anni come prodottoesportato, ma che, essendo cresciuta,grazie ad un processo <strong>di</strong> internazionalizzazionein mezzi ed uomini e forti <strong>di</strong> brevettimon<strong>di</strong>ali, ha ritenuto opportuno realizzareuna nuova fabbrica rivolta ai prodotti finoad ora esportati e che ora stanno avendoun decollo verticale nelle ven<strong>di</strong>te in Cina.Penso che sia stata la scelta giusta in grado<strong>di</strong> dare all’azienda la possibilità <strong>di</strong> crescereancora perché può controllare <strong>di</strong>rettamenteil mercato <strong>cinese</strong>, anche se dovrà affrontarei rischi tipici <strong>di</strong> quel Paese che sono riassumibilinella possibilità <strong>di</strong> vedersi “copiare” ilprodotto dalle imprese locali. Un esempio,quin<strong>di</strong>, che come tanti altri <strong>di</strong> aziende friulanepresenti in Cina, può essere seguito, purnon nascondendo le <strong>di</strong>fficoltà organizzativee le <strong>di</strong>fferenze culturali esistenti.Come valuta l’Expo <strong>di</strong> Shangai?E’ un’importante occasione per il paese Italia<strong>di</strong> presentarci uniti facendo conoscere almondo, ma soprattutto ai cinesi, il megliodel nostro Paese fatto <strong>di</strong> una qualità dellavita notevole, <strong>di</strong> prodotti ad alto valore aggiunto,estetici e <strong>di</strong> design, <strong>di</strong> produzioni <strong>di</strong>lusso e molto avanzate tecnologicamente.Nel pa<strong>di</strong>glione Italia abbiamo propostol’immagine <strong>di</strong> un Paese costituito prevalentementeda piccole città, dove l’umanità ela felicità possono essere con<strong>di</strong>vise; unoscenario che contrasta nettamente con lemostruose concentrazioni urbane da decine<strong>di</strong> milioni <strong>di</strong> persone alle quali sono e dovrannoabituarsi i cinesi. Più in generale, mipare <strong>di</strong> aver capito che, nonostante i milioni<strong>di</strong> visitatori e l’ottimo risultato del pa<strong>di</strong>glioneItalia in termini <strong>di</strong> visitatori, l’Expo nel suocomplesso stia avendo meno successo <strong>di</strong>quanto si aspettassero i <strong>di</strong>rigenti cinesi figlioun po’ della crisi attuale e forse aggiungo <strong>di</strong>un modello <strong>di</strong> esposizione da attualizzareper poter catturare i giovani d’oggi.Da singolo impren<strong>di</strong>tore questoprimo viaggio in Cina l’ha fatta me<strong>di</strong>taresull’ipotesi <strong>di</strong> un possibile allargamentodella sua attività in quelPaese?Sicuramente la situazione <strong>cinese</strong> è moltostimolante e ti porta a immaginare chepossa valere la pena sfruttare quell’enorme<strong>di</strong>namismo e potenzialità <strong>di</strong> crescita.Ci sono, infatti, zone industriali enormi(gran<strong>di</strong> una ventina <strong>di</strong> volte la nostra Aussa-Corno) molto ben pianificate e strutturatecon parchi scientifici al proprio interno chestimolano la crescita delle aziende e nellequali ci si può inse<strong>di</strong>are con grande velocità.EconomiaEXPO Shanghai 2010Sta, inoltre, crescendo la cultura del lavoroe la qualità della formazione dei managerlocali che è necessario trovare se si vuolecondurre efficacemente un’impresa in Cina.Fondamentale è fare il passo se si hannogli uomini al proprio fianco. L’azienda deveavere un minimo <strong>di</strong> struttura, altrimenti sirischia <strong>di</strong> delocalizzare più per moda cheper presa <strong>di</strong> coscienza dei propri mezzi. Dinegativo c’è, tuttavia, il fatto che si cominciaad avvertire una certa tensione sociale e lapresenza comunque dell’apparato del partitoche ora fa da motore e stimolo potrebbe infuturo essere una presenza ingombrante.Va, comunque, detto che il nostro Paese,rispetto ad esempio al sistema tedesco, èmolto in<strong>di</strong>etro nel proporsi su quel mercato.Basti <strong>di</strong>re che la Pro-Mec è inse<strong>di</strong>ata, unicaazienda italiana, in una zona industriale doveci sono 150 imprese tedesche.Il motivo <strong>di</strong> questo ritardo va ricercatonella consueta lentezza del nostroapparato statale e nell’incapacità <strong>di</strong>“fare squadra”?In parte sì, ma <strong>di</strong>pende anche dal fatto cheil nostro tessuto industriale è fatto, a <strong>di</strong>fferenza<strong>di</strong> quello tedesco, <strong>di</strong> aziende me<strong>di</strong>opiccole,il che rende molto più <strong>di</strong>fficile l’internazionalizzazione.Inoltre il nostro sistemabancario solo da poco tempo ha due gran<strong>di</strong>banche che possono essere efficacementepresenti a supporto delle aziende su mercaticosì lontani. Unicre<strong>di</strong>t, ad esempio, soloadesso sta per aprire la terza filiale <strong>cinese</strong>,fatto che le permetterà <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare cosìbanca <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>cinese</strong> potendo quin<strong>di</strong>svolgere la vera attività bancaria e non soloquella <strong>di</strong> ufficio <strong>di</strong> rappresentanza.Come si può recuperare questo ritardo?Credo che si debba ragionare per filiere,cercando <strong>di</strong> presentarsi insieme e <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduarequei settori, come ad esempio quelloambientale, dove c’è ancora molto spazio<strong>di</strong> crescita. Adesso, comunque, la stradaper aprire un’azienda in Cina è molto piùagevolata che in passato e gli impren<strong>di</strong>toriitaliani possono contare molto più <strong>di</strong> primasu strutture d’appoggio come banche estu<strong>di</strong> professionali che possono aiutarli adavviare l’attività superando i <strong>di</strong>versi passaggiburocratici e segnalando per tempo le criticitàdell’oggi della Cina.Da questo punto <strong>di</strong> vista <strong>Confindustria</strong> stacercando <strong>di</strong> organizzare alcune missioni <strong>di</strong>filiera nei prossimi mesi dopo questa <strong>di</strong> sistema.Anche come Camera <strong>di</strong> Commercioa ottobre parteciperemo a una missione <strong>di</strong>Unioncamere nazionale in Cina per la filieraambiente, a fine anno a una per l’alimentaree il sistema casa, e a <strong>di</strong>cembre ad HongKong per la fiera del vino.C.T.P.liuglio10 13

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