OrizzontiSportUDINESE:il sogno <strong>di</strong> GUIDOLINDopo un<strong>di</strong>ci anni, il tecnico veneto torna in bianconero per riprendereun <strong>di</strong>scorso interrotto, forte <strong>di</strong> un contratto record per le abitu<strong>di</strong>ni deiPozzo: “Mi auguro <strong>di</strong> aprire un ciclo”Alcuni hanno sogni. Altri, per <strong>di</strong>rla alla JoséMourinho, ossessioni. Non sappiamo seFrancesco Guidolin appartenga al primo oal secondo gruppo: <strong>di</strong> certo, il suo ritornoa U<strong>di</strong>ne dopo 11 anni è stato da lui atteso,me<strong>di</strong>tato e, ad<strong>di</strong>rittura, bramato. Troppoimprovviso l’ad<strong>di</strong>o nel 1999, dopo appenaun anno in bianconero, con l’ere<strong>di</strong>tàpesante della squadra piùamata, quella <strong>di</strong> Zaccheroni,la conquista della qualificazioneUefa e un esonero(o mancata conferma delcontratto) causato, si <strong>di</strong>sseall’epoca, dalla volontà <strong>di</strong>ascoltare le sirene spagnole.Per lo meno, <strong>di</strong> ascoltarequello che avevano da<strong>di</strong>re…Acqua passata: oggi parònPozzo e Guidolin parlano <strong>di</strong>incomprensioni archiviatee seppellite (“un <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong>comunicazione, un piccoloequivoco”) sotto un amorerisbocciato ufficialmenteagli inizi <strong>di</strong> maggio (quandopareva che a U<strong>di</strong>ne si fosseaccasato Giampaolo, l’ormai ex tecnicopro<strong>di</strong>gio), ma che gli esperti giurano esserenato già all’inizio dello scorso campionato,quando i vertici bianconeri erano pococonvinti della scelta <strong>di</strong> trattenere Marino.Che, guarda caso, è andato a sostituireil tecnico veneto (“ma oggi mi sento piùfriulano che veneto – giura – sono tornatoa casa”!) a Parma.Un contratto da quasi un milione <strong>di</strong> euro– cifra record per un tecnico a U<strong>di</strong>ne – elo strappo alla regola del “mai cavalli <strong>di</strong>ritorno” (accantonata, in passato, già perSpalletti, Galeone e Fedele) sono una primagaranzia per “Guido”, coccolato da unpubblico che non ha <strong>di</strong>menticato la suasquadra tutta sudore e pressing, pronta alsacrificio e alla corsa. “E’ il nostro pilastro– giura Pozzo – anche se sappiamo checerte componenti non <strong>di</strong>pendono solodall’allenatore: almeno, in passato nonsempre è stato così. Per ripartire coi pie<strong>di</strong>per terra, da friulani, lui è la persona giusta:ha il nostro carattere, è serio e parla pocoe questa per me è una virtù”.Tra le virtù del mister <strong>di</strong> Castelfranco, reducedalla positiva avventura col Parma,prima portato in A e poi alle soglie dell’Europa,c’è la capacità <strong>di</strong> lavorare coi giovani.E a U<strong>di</strong>ne, il prossimo anno, ne troveràtanti. “Il progetto U<strong>di</strong>nese – spiega lo stessoneo-mister – prevede la valorizzazionedei giovani e a me la cosa che piace <strong>di</strong> piùè lavorare sul campo. Mi auguro <strong>di</strong> poteraprire un ciclo: <strong>di</strong> sicuro, vogliamo prendercisod<strong>di</strong>sfazioni con l’aiuto <strong>di</strong> un pubblicoche ha me non ha mai fatto mancare icori. Questo affetto è uno stimolo in più,anche se mi sento caricato <strong>di</strong> responsabilitàvisto che la società mi ha voluto fortementee ha investito molo sui <strong>di</strong> me”.La stessa responsabilità, il mister, la vuolefar con<strong>di</strong>videre ai suoi giocatori: se negliultimi anni U<strong>di</strong>ne è stata vissuta (o subita)da più <strong>di</strong> qualcuno come un momento <strong>di</strong>Francesco Guidolinpremiato dal sindaco <strong>di</strong>Parmapassaggio, un trampolino <strong>di</strong> lancio da cuispiccare il volo – il prima possibile – versoli<strong>di</strong> più famosi e remunerativi, ora l’aria ècambiata. E l’orgoglio per la maglia dovràessere il primo pensiero della prossimasquadra, a prescindere da chi ne faràparte. “Già così può fare benissimo, nonostantele cessioni <strong>di</strong> ragazzi che ormai quiavevano chiuso il loro ciclo.Negli ultimi anni, partendodalla <strong>di</strong>fesa a tre sperimentataqui a U<strong>di</strong>ne, ho provatotanti sistemi <strong>di</strong> gioco <strong>di</strong>versi egli uomini che allenerò sono<strong>di</strong> qualità: chi ha fatto bene,e magari l’ultimo anno puòessersi appannato, può edeve tornare al top”.Un po’ preoccupato per ilMon<strong>di</strong>ale che porterà via perun po’ qualche giocatore,Guidolin è del resto abituatoalla fatica e alle imprese<strong>di</strong>fficili (“meglio sapere <strong>di</strong>avere davanti uno Zoncolanche una corsa in pianura”).Puntando a rigenerare giocatoricome Floro Flores (“ha lecapacità tecniche per fare bene”), sognaSanchez trequartista (“è generoso e <strong>di</strong>namico”)e ha le idee chiare su Di Natale(“può giocare in qualsiasi ruolo ma, aquesta età, più sta vicino alla porta, meglioè”). E soprattutto, <strong>di</strong>etro alle <strong>di</strong>chiarazioni<strong>di</strong> facciata, non si aspetta fuochi d’artificiodal mercato estivo: “Penso che la societàfarà bene e comunque siamo sulla stessalunghezza d’onda. Credo che 20 giocatoriintercambiabili, giovani compresi, sianol’ideale per una squadra che negli ultimi16 anni, tranne 3-4 stagioni non felici, hasbagliato poco, anche se mi rendo contoche qui un campionato da 42-43 puntinon basta più”.Andrea Ioime62 luglio10
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