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CESARE ROMITI lezioni di cinese - Confindustria Udine

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Il <strong>di</strong>fficile recuperodel settore delle costruzioniAssociazioneE<strong>di</strong>liziaPer il settore delle costruzioni è ancoralontana l’uscita dalla crisi. Gli in<strong>di</strong>catori<strong>di</strong>sponibili non evidenziano segnali <strong>di</strong>ripresa - hanno osservato i Presidenti<strong>di</strong> Ance Gorizia Aureliano Hofmann, <strong>di</strong>Ance Pordenone Valerio Pontarolo, <strong>di</strong>Ance U<strong>di</strong>ne Ugo Frata e <strong>di</strong> Ance TriesteDonatello Civi<strong>di</strong>n riunitisi a U<strong>di</strong>ne - e leimprese esprimono ancora valutazioni <strong>di</strong>forte preoccupazione per i ridotti livelli <strong>di</strong>attività e per l’assottigliarsi del portafoglioor<strong>di</strong>ni. La caduta dei livelli produttivi delsettore delle costruzioni ha avuto inevitabiliripercussioni sul tessuto impren<strong>di</strong>torialee gli sforzi compiuti dal Governo perreperire e programmare le risorse nonhanno ancora prodotto, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong>quasi un anno, effetti significativi. Dai dati<strong>di</strong> UNIONCAMERE emerge in FVG, fra il2008 e il primo trimestre 2010, un saldofra imprese iscritte e cessate pari a meno419 e una per<strong>di</strong>ta - evidenziata dal sistemadelle Casse e<strong>di</strong>li della regione - <strong>di</strong> 2.260posti lavoro.La domanda privata, ha ricordato ilpresidente dei costruttori regionali DonatoRiccesi, è peraltro ancora fortementecon<strong>di</strong>zionata dal clima <strong>di</strong> incertezzainnescato dalla crisi economica efinanziaria che induce imprese e famiglie arimandare i propri piani <strong>di</strong> investimento.Contemporaneamente la domandapubblica risente della progressiva riduzionedelle risorse per nuovi investimenti edè inoltre costretta dai vincoli <strong>di</strong> spesaderivanti dal patto <strong>di</strong> stabilità interno cheriducono la capacità <strong>di</strong> investimento nelleopere pubbliche.I forti ritar<strong>di</strong> nei pagamenti alle impreseda parte delle amministrazioni pubblicheper lavori eseguiti ed il permanere delle<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> accesso al cre<strong>di</strong>to incidononegativamente sulla gestione finanziariadelle imprese e costituiscono alcuni degliostacoli alla ripresa del settore.Il Centro Stu<strong>di</strong> dell’Ance ha stimato nel2009 una riduzione degli investimentiin costruzioni del 9,4% in termini realirispetto all’anno precedente che siaggiunge al -2,3% del 2008 rispetto al2007.Un’ulteriore flessione del 7,1% è previstaper il 2010. In tre anni, dal 2008 al 2010, ilsettore delle costruzioni avrà quin<strong>di</strong> persoil 18% in termini <strong>di</strong> investimenti.Risultati particolarmente preoccupantisegnano alcuni comparti come quellodelle nuove abitazioni, che avrà persoin tre anni il 30% del volume degliinvestimenti.Per i lavori pubblici la riduzione dei livelliproduttivi è in atto da sei anni e nel 2010gli investimenti saranno il 23% in menorispetto al 2004.In altri termini, dopo nove anni <strong>di</strong> crescita,i volumi <strong>di</strong> produzione del settore sonotornati ai livelli osservati alla fine degli anni’90.Ma non è solo la riduzione deglistanziamenti a destare preoccupazione.ANCE FVG si sofferma anche sui ribassipraticati sugli importi posti a base <strong>di</strong> garache si sono ormai assestati me<strong>di</strong>amenteintorno al meno 50%, con punte sino adoltre il 60%.Offerte temerarie che inevitabilmenteproducono contenziosi, ritar<strong>di</strong> <strong>di</strong> anni nellaconsegna delle opere se non ad<strong>di</strong>ritturala sospensione dei lavori, favorendocoloro che utilizzano comportamenti <strong>di</strong>dubbia correttezza e creando gravissimipericoli <strong>di</strong> sopravvivenza alle imprese cheoperano con etica e professionalità, senza<strong>di</strong>menticare le intuibili e gravi ripercussioniper la collettività. Rimane l’auspicio chele Stazioni appaltanti evitino il ricorso alcriterio del massimo ribasso privilegiandoil criterio dell’offerta economicamentepiù vantaggiosa, come del resto in<strong>di</strong>catoanche nella recente circolare della Regionedel 29 aprile scorso, un sistema - osservaRiccesi - capace <strong>di</strong> valorizzare la qualitàdell’offerta nonché il merito e l’affidabilitàdell’impresa.Anche il mercato immobiliare è in fortecontrazione. Tra il 2006 ed il 2009 ilcalo in Regione è stato pari al 26,3%. Lacontrazione del mercato sta riportando ilivelli <strong>di</strong> abitazioni compravendute a quelliosservati a fine anni ‘90.Esiste, però, un fabbisogno potenziale <strong>di</strong>abitazioni non sod<strong>di</strong>sfatto confermato,fra l’altro, anche da un recente sondaggiorealizzato presso il personale delleForze armate presente in regione cheha espresso un interesse all’acquistodell’abitazione ma a prezzo calmierato incomplessi e<strong>di</strong>lizi <strong>di</strong> limitate <strong>di</strong>mensioni enon riservati esclusivamente al personalemilitare che però, nell’attuale situazioneeconomica e finanziaria, stenta atrasformarsi in domanda.Nei giorni scorsi è stato però pubblicatoil decreto che stanzia alla nostra Regionerisorse per quasi 8 milioni <strong>di</strong> euro su untotale <strong>di</strong> 377. 885 milioni per l’housingsociale ovvero per il Piano Casa 1. Pocacosa. Ma se si adotteranno idoneemodalità per il paternariato pubblico eprivato quelle risorse potranno avereun importante effetto volano per gliinvestimenti conseguenti alle proposteformulate dai soggetti privati.E’ quin<strong>di</strong> essenziale che la Regione edEnti locali definiscano nel più brevetempo possibile il quadro delle regole checonsentano <strong>di</strong> attivare proposte in grado <strong>di</strong>coinvolgere l’impren<strong>di</strong>toria privata avviandoun’azione <strong>di</strong> riqualificazione urbana cheabbia come centralità l’abitare sostenibile.Sul fronte dei lavori privati serve ancheun’accelerazione nei tempi delleprocedure amministrative che favoriscanon solo la semplificazione ma soprattuttola certezza dei tempi e il coor<strong>di</strong>namentodelle autorizzazioni ambientali perconsentire <strong>di</strong> avviare realmente unra<strong>di</strong>cale ripensamento della pianificazionepaesaggistica e urbanistica del territorio.L’amministrazione pubblica funziona,nella maggior parte dei casi, secondo unascala temporale incongrua a quella delleaziende, al contrario del mercato che simuove in tempi più ristretti e ha bisogno<strong>di</strong> procedure <strong>di</strong> autorizzazione chiaree certe su tutto e per tutto il territorioregionale.E anche se ciò avviene può non esseresufficiente. Il piano casa 2, ad esempio, sulquale erano state riposte molte aspettativeper la ripresa del settore, non decollasoprattutto per un azione <strong>di</strong> ostruzionismopolitico e/o amministrativo dei Comuniche sta vanificando quella funzioneanticongiunturale che il piano casa in parteavrebbe potuto avere.liuglio10 37

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