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CESARE ROMITI lezioni di cinese - Confindustria Udine

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OrizzontiGiovani e societàLavoro:paure e speranzeDa un lato la crisi economica, la scarsità <strong>di</strong> informazioni e la mancanza <strong>di</strong> domande sulproprio futuro; dall’altra la voglia <strong>di</strong> emergere e <strong>di</strong> imparare: i giovani si esprimono inmaniera variegata su un eventuale impiego in aziendaIl polo scientifico dei Rizzi dell’Universitàdegli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne è un luogo dove èpossibile ascoltare le opinioni <strong>di</strong> moltigiovani su quali siano le loro aspettative suun eventuale lavoro in una <strong>di</strong>tta.Giulia stu<strong>di</strong>a alla facoltà <strong>di</strong> Agraria e ritieneche “sarebbe positivo avere un giorno unimpiego in un’impresa. Secondo me èstimolante l’idea <strong>di</strong> lavorare assieme adaltre persone”.Vanessa, Giulia ed Elisabetta sono iscrittead Architettura, tutte e tre sono concor<strong>di</strong>nell’affermare che “finora non abbiamomai pensato al mondo del lavoro etantomeno ad essere occupate in unasocietà che produce beni o servizi”. Diversal’opinione <strong>di</strong> Simone e Federico, anch’essistudenti <strong>di</strong> Architettura: “La nostra primascelta sarebbe quella <strong>di</strong> operare in unostu<strong>di</strong>o professionale, tuttavia riteniamointeressante poter lavorare un giorno inun’impresa. Abbiamo fatto degli stagema sono stati troppo brevi per capire sepreferiremmo trovare impiego in un’aziendao in uno stu<strong>di</strong>o professionale”.Francesco e Sara frequentano il corso <strong>di</strong>laurea in “Tecnologie web e multime<strong>di</strong>ali” ehanno le idee abbastanza chiare per il loroavvenire: “Con ogni probabilità, terminati glistu<strong>di</strong> universitari, svolgeremo un periodo<strong>di</strong> appren<strong>di</strong>stato presso qualche <strong>di</strong>tta. Seriusciremo a maturare le giuste competenzee ci sentiremo pronti per rischiarefonderemo una nostra società <strong>di</strong> servizi”.“Lavorare in azienda è una cosa cheve<strong>di</strong>amo positivamente perché cipermetterà <strong>di</strong> confrontarci con altrepersone incrementando il nostrobagaglio <strong>di</strong> conoscenze e capacità.Inoltre, l’occupazione in un’impresa tiresponsabilizza” così si sono espressiMarvin e Matteo che stu<strong>di</strong>ano IngegneriaCivile.Stefano, Lorenzo, Federico, Marco eManuele stu<strong>di</strong>ano informatica, sonodell’avviso che “sarebbe già tanto poterlavorare in una <strong>di</strong>tta, dato questo graveperiodo <strong>di</strong> crisi. Temiamo che saremo44 luglio10precari per molto tempo e che avremostipen<strong>di</strong> bassi. Però siamo <strong>di</strong>sposti a faredella gavetta e poi a cercare <strong>di</strong> metterciin proprio sperando in una congiunturafavorevole. Abbiamo svolto tre mesi<strong>di</strong> tirocinio e pensiamo che sia moltoimportante la formazione in azienda ancheperché all’università l’approccio è molto piùcattedratico ed i professori ci incoraggianoassai poco verso il mondo del lavoro ed a<strong>di</strong>venire un giorno impren<strong>di</strong>tori”.Ad Andrea manca solo la tesi perlaurearsi in matematica: “Sinceramentel’impresa non ha mai destato il miointeresse, però mi affascina dal punto <strong>di</strong>vista dell’organizzazione aziendale e delmarketing”.Ora soffermiamo la nostra attenzione suigiovani delle scuole superiori.Roberto, Luca, Nini, Maria Cristina, Mihai,Martina, Stefania ed Elisabetta sonoiscritti al Deganutti: “ve<strong>di</strong>amo con favoreun eventuale impiego in una societàperché si possono guadagnare buoni sol<strong>di</strong>soprattutto se si <strong>di</strong>venta <strong>di</strong>rettori <strong>di</strong> qualchestabilimento. La nostra scuola ci offreuna formazione tecnico-commerciale cheriteniamo sod<strong>di</strong>sfacente e cercheremo <strong>di</strong>spendere nel migliore dei mo<strong>di</strong>. Gli stageche abbiamo fatto sono stati importantiper capire a quale tipo <strong>di</strong> impresa andareun giorno a bussare la porta per cercarelavoro”.Camminando per qualche centinaio <strong>di</strong>metri incontriamo alcuni studenti delCopernico – Chiara, Giacomo, Marco,Giovanni, Anna, Francesco, Feliciano eCarolina – che ci riferiscono: “Non cisolletica molto l’idea <strong>di</strong> rimanere per ventianni attaccati ad un macchinario; e poi fareogni giorno la stessa cosa ci sembra senzasenso. L’unico ruolo che accetteremo perlavorare in fabbrica è quello del <strong>di</strong>rigente:guadagnare bene e comandare sonodue aspetti che ci interessano. A scanso<strong>di</strong> equivoci scartiamo anche il ruolo daimpiegato, solo le posizioni <strong>di</strong> vertice fannoal caso nostro. Tuttavia ammettiamo <strong>di</strong>saperne poco sulle aziende e speriamo chegli impren<strong>di</strong>tori vengano più spesso quial Copernico a raccontarci come funzionaun’impresa”.“Sinceramente non ci abbiamo maipensato a lavorare in una <strong>di</strong>tta mentre,onestamente, troviamo più appassionanteoperare in uno stu<strong>di</strong>o professionale”così si pronunciano Enrica e Federica delCopernico.“Qui al liceo non viene dato molto risaltoal mondo del lavoro visto che la gran parte<strong>di</strong> noi andrà poi all’università, il <strong>di</strong>battito sucosa significa lavorare in azienda è scarsose non nullo. Tuttavia, siamo preoccupatiper l’attuale crisi economica e temiamo chese un giorno dovessimo andare in fabbricamagari poi improvvisamente questachiude e ci ritroviamo <strong>di</strong>soccupati dopoaver, magari, anche stu<strong>di</strong>ato all’università”.Questa la sintesi del pensiero <strong>di</strong> Elena,Chiara, Matteo e Francesco.Invece a Manuel ed Alex del Sello “lavorarein un organizzazione manifatturiera cipiacerebbe molto. La produzione in Italianon può essere solo appannaggio <strong>di</strong>tecnici ed operai stranieri, tocca anchea noi giovani italiani dare un contributodeterminante al “made in Italy” ”.Massimo De Liva

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