CESARE ROMITI lezioni di cinese - Confindustria Udine
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EconomiaFocus: Expo Shanghai 2010Una tesi <strong>di</strong> laurea sulleaziende friulane in CinaNove capitoli, 477 pagine, 20 aziendeanalizzate nel dettaglio con interviste <strong>di</strong>taglio giornalistico a proprietari e area managere altre 6 in maniera meno approfon<strong>di</strong>ta,quasi un anno <strong>di</strong> lavoro.Sono i numeri della monumentale e assaiinteressante tesi <strong>di</strong> laurea dal titolo “Lapresenza italiana in Cina: Opportunità,problemi da affrontare, mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> operare.L’esperienza delle imprese friulane” che ilventinovenne u<strong>di</strong>nese Silvio Toso ha <strong>di</strong>scussoil 22 marzo nell’ambito <strong>di</strong> un progettodella facoltà <strong>di</strong> Economia aziendaledell’Università <strong>di</strong> Trieste. Il neo-dottore inEconomia internazionale dei mercati esterie valutari, in<strong>di</strong>rizzo finanziario, supportatodalla correlatrice Donata Vianelli, docente<strong>di</strong> Marketing internazionale e insegnanteal MIB <strong>di</strong> Trieste, ha compiuto un lavoroencomiabile che si pone come punto <strong>di</strong>riferimento sullo “stato dell’arte” dei rapportifra le imprese friulane e il colossoasiatico. Toso, infatti, ha preso le aziendedella provincia <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne che sono presentiin Cina: Barazzutti (Componentistica perl’automotive), Calligaris (Arredamenti),Coats Thread Italy S.r.l (Chiusure lampo),Comefri (Impianti <strong>di</strong> aerazione), Danieli(Siderurgia), Fantoni (Mobili per uffici),Freud (Utensili), I-Bed<strong>di</strong>ng (Letti e materassi),Interna (Arredamenti <strong>di</strong> lusso per ilcontract), Lima (Sistemi me<strong>di</strong>cali), LineaFabbrica (Se<strong>di</strong>e), Maddalena (Misuratori),Moroso (Mobili), Pro-Mec (Projectengineering), Rizzani de Eccher (Costruzioni),Sms Meer (Siderurgia), Snaidero(Cucine), Thermokey (Con<strong>di</strong>zionamento),Tru<strong>di</strong> (Giocattoli), Varo (Arredamenti,articoli da regalo e per la casa), Labiotest(Trattamento dell’aria), Bernar<strong>di</strong> (Abbigliamento).C’è, inoltre, uno sguardo alle piùimportanti realtà delle altre province dellaRegione: Zanussi (Elettrodomestici), MetalService(Laboratorio prova), Illy (Caffè),e Generali (Assicurazioni).Ne emerge un quadro fatto <strong>di</strong> esperienzeassai <strong>di</strong>versificate sia per tipologia, sia per“stato <strong>di</strong> avanzamento”, ma prevalentementepositive. Nel complesso si evidenziache le aziende friulane hanno scelto<strong>di</strong>verse modalità per entrare in Cina: si vadalla joint venture o con un business privato(Freud) all’ufficio <strong>di</strong> rappresentanzanella forma <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>ng company finalizzatoa procacciarsi affari (Interna, Labiotest,Rizzani de Eccher) fino alla delocalizzazionevera e propria senza una presenza<strong>di</strong>retta dell’azienda nel Paese.Le aziende <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione me<strong>di</strong>o piccolahanno preferito creare sinergie con partnercinesi attraverso joint venture tese areperire materiali (Linea Fabbrica e Maddalena);realizzare semilavorati o prodottifiniti da riesportare in Italia (Barazzutti,Varo e Tru<strong>di</strong>). In entrambi i casi l’idea èquella <strong>di</strong> mantenere in Italia la “testa”(ideazione, progettazione, prototipazione,controlli <strong>di</strong> qualità) e <strong>di</strong> produrre in Cinaper abbattere i costi in modo da rimanerecompetitivi.Parzialmente <strong>di</strong>versa si è <strong>di</strong>mostrata lastrategia delle aziende <strong>di</strong> maggiori <strong>di</strong>mensioni(Coats-Thread, Danieli, Sms Meer)o comunque più convinte della presenzain Cina (Thermokey e Pro-Mec) che conforti investimenti hanno scelto <strong>di</strong> produrre<strong>di</strong>rettamente in Cina per la clientela eadottano strategie relativamente aggressiveper potersi guadagnare quanto primala fetta più grande possibile <strong>di</strong> quell’immensomercato. Diverso, infine il caso <strong>di</strong>Freud, definito da Toso “il caso più interessante”fra quelli analizzati, che continua aprodurre tutto in Italia per non snaturarel’identità del suo prodotto, ma allo stessotempo ha sviluppato in anni <strong>di</strong> presenza<strong>di</strong>retta in Cina un business privato, con unufficio operativo strategico e magazzini <strong>di</strong>proprietà, oltre a una rete commercialee <strong>di</strong>stributiva notevole. Ciò ha consentitoall’azienda friulana <strong>di</strong> ottenere la leadershipdel mercato <strong>cinese</strong>.Quanto alla zona geografica, la gran partedelle aziende friulane ha scelto <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>arsinelle principali città come Shanghai,Beijing (Pechino), Guangzhou o a HongKong e Taiwan, ma ci sono anche numeroseaziende che sono presenti in piùluoghi della Cina.Dall’analisi dei casi aziendali esaminati,Silvio Toso ha tratto alcune conclusionidecisamente interessanti e che possonocostituire un utile guida per chi stesseme<strong>di</strong>tando <strong>di</strong> investire in Cina.Innanzitutto secondo Toso “la Cina puòessere in questo momento vista come unSilvio Tosomercato da sfruttare non solo in termini<strong>di</strong> export, ma spesso per riorganizzare lestrategie delle nostre aziende” e renderlepiù competitive. Sintetizzando, poi, leesperienze degli intervistati, il neo-dottoretraccia una sorta <strong>di</strong> vademecum per lePmi che vogliano andare in Cina: Il primoapproccio è informarsi sulle fiere <strong>di</strong> settore,investire risorse in viaggi commerciali,creandosi contatti e vagliando i miglioripartner. Creando un rapporto <strong>di</strong> fiducia elealtà reciproca (la famosa guanxi <strong>cinese</strong>),in un secondo momento si può decidere<strong>di</strong> aprire assieme al partner <strong>cinese</strong>,o con un’altra azienda occidentale, unajoint venture. “Un appoggio importante afavore dell’internazionalizzazione – spiegaToso – spetta inoltre all’Ice e a Simest.Gli impren<strong>di</strong>tori, poi, non devono esseretimorosi ad internazionalizzarsi, ma anzidevono essere consci che lo Stato metteloro a <strong>di</strong>sposizione servizi e fon<strong>di</strong> previstiper legge, per operare nel mondo e rafforzarela loro presenza in un determinatoterritorio”. Ci sono, infatti, ancora numerosepossibilità per il comparto delle meccanica,della ricerca, della depurazione,dell’arredo e delle alte tecnologie, nonchénotevoli chance per il comparto alimentare,in particolar modo del vino. Nel prossimo,futuro, però bisognerà “Puntare sullegran<strong>di</strong> città <strong>di</strong> seconda fascia, in quantoi mercati nelle principali città cinesi sonoormai saturi”.Insomma, la Cina non spaventa più ed è<strong>di</strong>ventata, invece, una terra <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> opportunitàda saper cogliere, seppur con ledovute cautele.Per chi intendesse farlo... una telefonata aSilvio Toso può essere davvero utile.C.T.P.16 luglio10