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CESARE ROMITI lezioni di cinese - Confindustria Udine

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L’OpinioneA proposito <strong>di</strong>...Cina<strong>di</strong> Mauro Filippo GrillonePechino e Shanghai, le due città cinesi <strong>di</strong>cui si parla più frequentemente, da solecontano oltre 21 milioni <strong>di</strong> abitanti, unterzo dell’intera popolazione dell’Italia e laCina – con il suo miliardo e quattrocentomilioni (circa) <strong>di</strong> abitanti, oltre un quintodell’intera popolazione mon<strong>di</strong>ale – rappresentail principale potenziale mercato delmondo. Se a ciò si aggiunge una crescitaesponenziale dell’economia interna, conun tasso che anche nel 2010 dovrebbeaggirarsi attorno al 10%(pur a fronte <strong>di</strong> una crescitadell’inflazione lievemente piùmarcata del previsto) si capisceche guardare con interesse algrande paese asiatico non puòessere solo dovuto al fatto cheil costo della manodopera <strong>cinese</strong>è <strong>di</strong> molto inferiore a quellodei Paesi europei e a quelloitaliano in particolare.Per tutte queste ragioni, ilsuccesso italiano all’Expo <strong>di</strong>Shanghai e gli esiti positivi dellamissione economica che l’haaccompagnato non possonoche rappresentare un’ottimanotizia così come la decisione <strong>di</strong>rendere flessibile lo Juan. Soprattutto se siconsidera che la Cina è alla vigilia <strong>di</strong> importanti“scadenze” interne che dovrebberopoi avere enormi riflessi sull’intera economiamon<strong>di</strong>ale (e come non potrebbe esserealtrimenti?). Per il prossimo autunno èinfatti previsto il varo del Piano quinquennaleche si preannuncia <strong>di</strong> vasto respiro eche dovrebbe anche comprendere tra gliobiettivi il “Piano <strong>di</strong> raddoppio del red<strong>di</strong>to”in cinque anni, a partire dal 2011. Una misurache – se sul fronte interno consentirà<strong>di</strong> contenere la “forbice” tra ricchi e poverie ridurrà così i rischi legati al crescere delletensioni sociali – per le imprese interessatea produrre in Cina o a conquistarviquote <strong>di</strong> mercato avrà sicuri risvolti positivi:l’aumento del potere d’acquisto dei lavoratori– un esercito <strong>di</strong> circa 800 milioni<strong>di</strong> persone – non potrà che stimolare iconsumi e – visto l’interesse <strong>di</strong>mostratodai cinesi per il “made in Italy” – per le impreseitaliane i “benefici” non dovrebberomancare. E l’aumento del costo del lavoro,preve<strong>di</strong>bile quanto inevitabile, del resto(tanto che le stesse imprese cinesi in molticasi hanno già delocalizzato in Paesi conterminidel Sudest asiatico a minor costodel lavoro una serie <strong>di</strong> produzioni…), saràcomunque compensato dalla progressivaespansione <strong>di</strong> un mercato <strong>di</strong> proporzionioceaniche, sempre meno potenziale esempre più concreto.Se l’Expo e la missione <strong>cinese</strong> hanno consentito<strong>di</strong> ampliare in maniera “sistemica”i contatti con il “Celeste impero” (doveperaltro molte imprese italiane e anchefriulane sono già presenti e attive da parecchianni), è però inevitabile ora che,per raccoglierne i frutti nella maniera piùproficua, si continui ad operare in un’ottica<strong>di</strong> “squadra”: le <strong>di</strong>mensioni del Paeseasiatico, le <strong>di</strong>fferenze culturali, le problematicheburocratiche sconsigliano unapproccio “fai da te”: «La sensazione – hagià peraltro sintetizzato Marco Bruseschi,vice presidente <strong>di</strong> <strong>Confindustria</strong> U<strong>di</strong>ne – èche solo agendo come sistema eragionando in un’ottica <strong>di</strong> filierasia possibile penetrare con successoin un mercato così complesso,ma ricco <strong>di</strong> prospettivecome quello <strong>cinese</strong>». E del resto,come <strong>di</strong>mostra l’esperienza <strong>di</strong>molte imprese italiane, produrrein Cina permette <strong>di</strong> far crescerela competitività delle case madriin Italia.Sarà quin<strong>di</strong> determinante lacapacità delle piccole e me<strong>di</strong>eimprese <strong>di</strong> fare sistema, <strong>di</strong> farerete. In tempi stretti, per nonperdere le opportunità che Expoe missione italiana hanno lasciatointravedere, perché la Cina èuna realtà in crescita tumultuosae non più il “Paese senza tempo” comeveniva <strong>di</strong>pinto solamente una manciata <strong>di</strong>anni fa. In quest’ottica, l’auspicata nuovamissione <strong>di</strong> filiera in Cina con <strong>Confindustria</strong>e le Unioncamere regionali, potrebbe rappresentareun’importante occasione per“battere il ferro finché è caldo”: <strong>di</strong> settori incui le imprese friulane <strong>di</strong> eccellenza possonocompetere o primeggiare, ce ne sonomolti. Ma l’importante è che alle paroleseguano - quanto prima - i fatti, per evitareche a cogliere i frutti siano altri. Come sisuol <strong>di</strong>re: chi ha tempo…Il successo italiano all’Expo <strong>di</strong> Shanghai e gli esiti positivi della missione economica che l’haaccompagnato non possono che rappresentare un’ottima notizia66 luglio10

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