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CESARE ROMITI lezioni di cinese - Confindustria Udine

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EconomiaAnalisiCompetitivita’contraltarealla volatilita’In Italia si è avviata una moderataripresa dall’estate del 2009,sostenuta dal miglioramentodelle esportazioni. Il recuperodelle ven<strong>di</strong>te all’estero risente<strong>di</strong> una ancora debole presenzadelle imprese esportatricisui mercati emergenti e dellaper<strong>di</strong>ta della competitività <strong>di</strong>prezzo cumulata dall’inizio deldecennio.Fiacca resta la domanda internafrenata dalla contrazione delred<strong>di</strong>to <strong>di</strong>sponibile reale tornatosui livelli della metà degli anninovanta e dalle preoccupazionisulle prospettive <strong>di</strong> occupazione.Gli investimenti hanno mostrato a partiredalla seconda metà del 2009 i primi segnali<strong>di</strong> recupero grazie anche alla Tremontiter ma sono con<strong>di</strong>zionati dall’alto livello <strong>di</strong>capacità inutilizzata.Nel primo trimestre 2010 si sono registratimovimenti <strong>di</strong> recupero (il PIL è cresciutodello 0,4% nei confronti del IV trimestre2009) sospinti dalle esportazioni a frontedel ristagno della domanda interna. La crescitadell’attività dovrebbe proseguire anchenel secondo trimestre in cui allo stimolodella domanda estera si affiancherebbequello degli incentivi agli investimenti ed aiconsumi. Questa tendenza si indebolirebbenella seconda parte dell’anno per il presumibilerallentamento della domanda esteraper il venir meno delle misure <strong>di</strong> stimolo eper l’adozione degli interventi <strong>di</strong> riequilibriodel debito pubblico.La struttura finanziaria del nostro paesepresenta indubbi punti <strong>di</strong> forza: la ricchezzatotale netta delle famiglie è pari a cinquevolte e mezzo il PIL, i debiti delle famigliesono fra i più bassi dell’area euro, quellidelle imprese sono inferiori alla me<strong>di</strong>a.Il fondamentale fattore <strong>di</strong> debolezza è rappresentatodall’alto debito pubblico salito<strong>di</strong> <strong>di</strong>eci punti rispetto al PIL nel 2009, al115,8%; il <strong>di</strong>savanzo è cresciuto al 5,3%; ilsaldo primario è tornato ad essere negativoper la prima volta dal 1991, passando daun avanzo del 2,5% ad un <strong>di</strong>savanzo dello0,6%.La manovra correttiva si colloca in questocontesto con un chiaro obiettivo <strong>di</strong> perentoriorisanamento dei conti pubblici basatoper due terzi su riduzioni <strong>di</strong> spesa e per unterzo su incrementi delle entrate derivantidalle misure <strong>di</strong> contrasto all’evasione. Lasua incidenza è resa evidente dal fatto chela spesa primaria corrente dovrebbe nelbiennio 2011/2012 aumentare nella me<strong>di</strong>aannua in misura inferiore al punto percentualequando negli ultimi <strong>di</strong>eci anni è salita,nonostante gli impegni <strong>di</strong> contenimentoe le misure correttive (abbattimento dellaspesa dei Ministero, intervento sui consumiinterme<strong>di</strong>), in me<strong>di</strong>a d’anno del 4,6%.Non si può negare che la manovra <strong>di</strong>riduzione del <strong>di</strong>savanzo è destinata nelbreve-me<strong>di</strong>o periodo a riflettersi sull’attivitàeconomica. Al riguardo la Banca d’Italiaha calcolato che, a parità <strong>di</strong> tutte le altrecon<strong>di</strong>zioni, nel biennio 2011/2012, la manovrapotrebbe cumulativamente ridurre lacrescita del PIL <strong>di</strong> poco più <strong>di</strong> mezzo puntopercentuale attraverso la compressione deiconsumi e degli investimenti.Si tratta <strong>di</strong> una manovra necessaria che vanecessariamente legata a strategie rivolte apromuovere la crescita.Rafforzare il potenziale <strong>di</strong> crescita consolidail riequilibrio duraturo dei conti pubblici,il riequilibrio viene a favorire le con<strong>di</strong>zionistesse <strong>di</strong> crescita se libera risorse finalizzatea favorire la competitività.Negli ultimi <strong>di</strong>eci anni l’economia italiana ècresciuta del 15% rispetto il 25% dei paesidell’area dell’euro. La produttività <strong>di</strong> un’oralavorata in Italia è salita del 3%, del 14%nell’area dell’euro.Il risanamento dei conti pubblici va investitoin maggiore produttività ed inpiù intensa competitività.Occorre far sì che i progressinel contenimento della spesacorrente e nella lotta all’evasionefiscale si traducano in riduzionetangibile delle aliquote d’impostasul lavoro e sulle imprese.Questo para<strong>di</strong>gma investe anchela nostra Regione nella quale seil debito delle Amministrazionilocali è <strong>di</strong>minuito in rapportoal PIL tra il 2007 ed il 2008dall’8,6% all’8,2%, resta nettamentesuperiore alla me<strong>di</strong>anazionale, 6,8%.Quin<strong>di</strong> anche nella nostra Regionesi impongono politiche <strong>di</strong> rigorosagestione per ridurre i costi e riversare sullosviluppo le risorse adeguate ad incrementarei fattori <strong>di</strong> competitività, dalle infrastrutturealla promozione della crescita innovativa,alla logistica, alla ricerca.Questo <strong>di</strong>segno va traguardato tenendoconto della criticità dell’occupazione edell’impatto della crisi sulla manifattura.Secondo i risultati <strong>di</strong> un’indagine curatadalla Banca d’Italia nel 2009 il 60% delleaziende ha registrato un calo del fatturatonei confronti dell’anno precedente, megliocomunque che per il complesso dell’Italiae del nord est in cui il calo ha interessatoil 70% delle imprese. Per il 2010 il 50%delle imprese ha stimato una preve<strong>di</strong>bileripresa del fatturato.Gli investimenti invece non decollano: nel2009 due terzi delle aziende manifatturiereha effettuato investimenti inferiori a quellidell’esercizio precedente; per il 2010 calerannoper oltre la metà delle imprese. Oltreil 50% delle imprese manifatturiere haridotto il numero degli addetti.Quin<strong>di</strong> il percorso è stretto e non ha alternativealla prosecuzione <strong>di</strong> politiche<strong>di</strong> rigore che debbono investire anche lasanità, i trasferimenti agli enti locali e lespese <strong>di</strong> funzionamento della Regione. Seè vero che le ragioni <strong>di</strong> competitività sonolegate al processo <strong>di</strong> accumulazione occorrepuntare su questa leva fondamentaleper assicurare continuità e sostenibilità allosviluppo.Ezio Lugnaniliuglio10 31

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